Un addio inaspettato

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La bambina si trovò sulle ginocchia di quell'uomo sconosciuto, amico di suo padre, seduto sul divano della grande sala di casa Santos. Per un attimo si fissarono negli occhi, ed erano dello stesso colore, azzurro chiaro. In quegli occhi Ariel ci vedeva quelli di suo padre, mentre Miguel ci vedeva solo paura e sofferenza.

«Piccola Ariel, ascoltami, il tuo papà è dovuto partire per un lungo viaggio. Ma stai tranquilla non ti ha abbandonata, vuole solo riposarsi tutto qui» le raccontò l'uomo, cercando di trattenere le lacrime.

Ariel dopo quelle parole, gli diede un caloroso abbraccio, che Miguel ricambiò affettuosamente. Il giovane giudice sentiva che si stava legando a quella bambina, era la figlia che avrebbe voluto avere.

Qualche settimana dopo, la bimba sentì involontariamente una conversazione tra sua madre e sua sorella.

«Mamma, devi dirglielo prima o poi ad Ariel, che papà è morto togliendosi la vita» esclamò Brenda.

Ariel presa dalla disperazione, corse via in camera sua piangendo. Sua madre corse subito da lei, dicendole che prima o poi doveva venire a sapere la verità, piangere le avrebbe fatto bene.

Ma anche lei come sua madre, era sicura che suo padre non si sarebbe mai tolto la vita, dovevano fare ancora tante altre cose insieme.

Le indagini erano ancora aperte, per sapere se il caso del giudice Daniel Santos, si fosse trattato di un suicidio o omicidio.

Ma Ariel ebbe molti altri problemi, suo fratello Gonzalo cominciò ad avere un comportamento strano, le chiedeva sempre di giocare al dottore con lui. All'inizio era solo un gioco, usavano i bambolotti, ma con il passare del tempo quel gioco si trasformò in qualcosa che la bambina non voleva fare, suo fratello voleva giocare anche su di lei.

E questo cominciava a spaventarla, ma il ragazzo sentendosi in colpa, la obbligò a tacere. Se l'avrebbe detto a qualcuno, si sarebbe buttato di sotto come suo padre.

La bimba, un po' per la paura e un po' per evitare di avere un altro dolore in famiglia, non disse nulla a nessuno.

Sua madre faceva la donna delle pulizie, perché dopo la morte di suo marito perse il lavoro in banca. Suo fratello e sua sorella furono mandati in collegio, in Svizzera. Per Ariel andava bene perché almeno suo fratello Gonzalo, non le avrebbe dato più fastidio. Mentre sua sorella Brenda, era sempre scontrosa con lei e la trattava male, quindi più stava alla larga dai suoi fratelli meglio era.

Miguel per un periodo di tempo si fermò a casa Santos, restando sempre vicino alla piccola Ariel. Ma un giorno l'uomo ebbe la brillante idea, di finire di costruire la casa sull'albero, credeva di fare una sorpresa alla bambina.

Ma invece per Ariel non fu così, appena ritornò da scuola, e vide quell'uomo che stava mettendo le sue mani sulla casa di suo padre, scoppiò dalla rabbia. Non aveva più messo piede su quella casetta, da quando suo padre morì, nessuno doveva toccarla.

«Cosa stai facendo? Scendi immediatamente dalla casetta di mio padre!» gli urlò.

«Guarda come sta venendo bene Ariel, è quasi finita. Presto potrai salirci senza rischiare di farti male» le rispose l'uomo sorridendo.

«Nessuno ti ha dato l'ordine di farlo!» gli urlò ancora più forte.

Ma la ragazzina presa dall'ira, salì su quell'albero, e cominciò a distruggere la casetta con calci e pugni, distruggendo tutto il lavoro che l'uomo aveva fatto. Subito dopo scoppiò a piangere, incitando l'uomo ad andarsene, dicendogli di non mettere mai più piede a casa sua. Miguel ci rimase malissimo, voleva molto bene a quella bambina e non voleva vederla soffrire.

«Ti chiedo scusa, non era mia intenzione ferirti. Volevo solo farti una sorpresa, era un mio modo per dirti addio... perché sto per andarmene» le confessò Miguel.

Ariel sentì come un magone allo stomaco, non voleva che quell'uomo la lasciasse, da quando c'era lui la sua vita stava migliorando.
Era ansiosa di ritornare a casa dopo la scuola solo per rivederlo, con lui si sentiva finalmente felice. La aiutava a fare i compiti e disegnavano sempre insieme.

Ma fu proprio da un disegno di Ariel, che Miguel capì il rapporto traumatico che stava vivendo con suo fratello e sua sorella. Così decise di fare qualcosa, e fu proprio lui con il consenso della madre, di mandare i due ragazzi in collegio. Perché entrambi avevano bisogno di un sostegno psicologico e morale, dopo la morte del loro amato genitore.

Dopo che l'uomo pronunciò quelle parole, la piccola Ariel corse ad abbracciarlo, gli pregò di non andare via.

«Scusami Miguel, non volevo arrivare a tanto. Rimani con me ti prego, costruiamo la casetta insieme» gli supplicò la bimba.

L'uomo accettò, ma sapeva che il giorno seguente doveva andare via.
Così i due, cominciarono a sistemare la casetta sull'albero insieme, come se fossero padre e figlia.

A fine risultato erano davvero soddisfatti del loro lavoro.

«È bella casa nostra, perché questa  sarà la nostra casetta vero?» esclamò la bambina.

«No! Mia piccola Ariel, questa è la casetta tua e del tuo papà. Io domani mattina presto partirò, non potrò più stare insieme a te» le rispose l'uomo.

Qualche minuto dopo, la bambina e l'uomo si presero per mano ed entrarono in casa.

La mattina seguente, Ariel, implorò di nuovo Miguel di restare.

Ma il giovane giudice Falabella, amico di suo padre, doveva andare. Promise alla bambina che sarebbe ritornato presto, gli lasciò il suo orologio d'oro, che lei avrebbe dovuto custodirlo fino al suo ritorno.

Le diede una carezza, come segno di affetto e andò via per sempre, la bimba presto si sarebbe dimenticata di lui.

Nei giorni seguenti, le forze dell'ordine continuarono ad indagare sulla morte del giudice Santos. Vennero a scoprire che fu indagato per reati finanziari, e per questo motivo, tre settimane prima di morire subì una perquisizione da parte della guardia di finanza. Secondo gli inquirenti sarebbe proprio quella perquisizione a preoccupare Daniel, tanto da buttarsi dalla finestra del suo ufficio al terzo piano.

La ragazza invisibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora