Ricordi rinchiusi in un cassetto

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Quella mattina dopo che Ariel e Sam furono sospesi da scuola, i loro parenti giustamente non approvarono la cosa, specialmente Gonzalo il fratello di Ariel.

«Ti sei fatta sospendere da scuola, ma non ti vergogni? E vorresti andare anche a l'università! Di questo passo finirai in mezzo ad una strada. Per punizione resterai per queste due settimane rinchiusa dentro casa, potrai uscire solo per accompagnare la mamma dallo psichiatra e guai a te se sgarri!» commentò Gonzalo a sua sorella.

La ragazzina avrebbe voluto urlargli che per lei non cambiava niente, era ciò che faceva tutti i giorni, l'unica differenza era che non andava a scuola, ma approvò la punizione di suo fratello.

Durante una mattina Ariel, decise di salire sulla casetta di suo padre, sull'albero. Erano otto anni che non ci metteva più piede, non si ricordava nemmeno quando l'aveva finita insieme a lui. Appena si trovò lì sopra le venne come un peso in mezzo al petto, voleva scendere, ma si fermò non appena vide il panorama. Da lì sopra poteva vedere quasi tutta San Paolo, ed era bellissima.

San Paolo è una delle più grandi città del Brasile, è la più popolosa di tutto l'emisfero australe, con circa undici milioni di abitanti

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San Paolo è una delle più grandi città del Brasile, è la più popolosa di tutto l'emisfero australe, con circa undici milioni di abitanti. La città si trova a circa 800 metri sopra al livello del mare, nonostante sia abbastanza vicina all'oceano atlantico.
Ma è anche caratterizzata da una vegetazione molto ricca, in mezzo alla città scorrono anche molti fiumi.

Il clima della città brasiliana è di carattere umido e subtropicale, nonostante questo, rispetto alle altre città, San Paolo è considerata fredda e piovosa. Le temperature generalmente non superano i 30 gradi centigradi e anche d'inverno, è quasi impossibile che le temperature scendano sotto zero.

San Paolo è una megalopoli ricca di cultura e grandi contrasti, ci sono quartieri ricchissimi contrapposti a povertà assoluta. Gran parte della popolazione vive nelle favelas, che indicano le baraccopoli brasiliane, costruite generalmente in periferia.
Mentre dall'altro lato della città ci sono dei grattacieli lussuosi.

Ariel viveva in un quartiere chiamato Alto de Santana, veniva chiamato così per riferirsi a una zona dell'alta borghesia. Mentre si trovava a guardare il panorama della sua splendida città, notò da lontano il parco dove lei e il suo papà andavano a trascorrere le domeniche, il Burle Marx Park.

Subito si ricordò le sue ultime parole: «Sto costruendo la casa sull'albero, così da lassù potrai vedere tutto il Burle Marx Park, così ti ricorderai di me, per sempre!»

Si fece strani pensieri in testa, forse suo padre già sapeva qual era il suo destino, e quel suo: "Così ti ricorderai di me, per sempre!" Era il suo modo di dirle addio. Così la ragazzina scoppiò a piangere, ed entrò nella casetta.

Al suo interno era composta da una sola stanza, ma era arredata in modo molto accogliente. Aveva anche un piccolo letto, che era appoggiato su delle aste in legno, quindi era anche abbastanza sollevato da terra. Accanto c'era un piccolo comodino e una piccola scrivania per bambini, in legno colorato, su di loro erano raffigurate delle sagome di piccoli animaletti.

Aprì uno dei cassetti del comodino, dove c'era scritto "Papà" e trovò un orologio d'oro da uomo.

«Ho trovato l'orologio di papà!» Esclamò la ragazzina a sé.

Era un orologio analogico del marchio Jaguar, con funzionamento in quarzo svizzero. Con una cassa in acciaio dorata, un quadrante in oro, con vetro di zaffiro, ed era disposto di cronografo, indicatore della data e cinturino in acciaio inox dorato.

Era stupendo, doveva essere anche un orologio di gran valore, così la ragazzina si mise l'orologio del suo amato papà al polso.

Dopo un po' aprì il cassetto sottostante, dove c'era scritto "Ariel" e trovò dei vari disegnini fatti da lei quando era piccola, guardando quei disegni scoppiò a ridere, perché erano davvero buffi.

Ma il disegno che la colpì di più raffigurava una bambina e un uomo. La bambina doveva essere lei, infatti c'era scritto il suo nome sulla sua testa, ma l'uomo non ricordava chi fosse, sulla sua testa c'era scritto Miguel.

 La bambina doveva essere lei, infatti c'era scritto il suo nome sulla sua testa, ma l'uomo non ricordava chi fosse, sulla sua testa c'era scritto Miguel

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«Ma chi è questo Miguel? Forse sarà stato un compagno che avevo all'asilo?! Che stupida che ero» ridacchiò a sé Ariel.

Erano passati otto anni da quel tragico evento, che ha portato la famiglia Santos alla rovina. Ariel da quel giorno, non festeggiò più il suo compleanno. Era come se per lei il tempo si fosse fermato, su quella casetta poteva ricordare tutti i bellissimi momenti passati con suo padre e la sua famiglia, quando erano felici e non se ne rendevano conto.

Il caso del famoso giudice era ancora aperto, fu istituita una commissione parlamentare d'inchiesta, per far luce sul mistero legato alla sua morte. Le notizie che riportavano i giornali non erano ancora chiare, ma ci furono dei sospetti ancora da chiarire.

È stato suicidio o omicidio?
Una verità prima ancora di essere accertata, nel corso delle prime indagini, quelle che avrebbero dovuto congelare la scena, rilevare tracce e presenze sospette, sono ancora in fase di accrescimento. Secondo gli inquirenti, qualcuno avrebbe manomesso ogni indizio e silenziato ogni possibile prova. Perché? Cosa c'era da nascondere?

Quella sera del tragico incidente, la scientifica è stata l'ultima a essere
chiamata. Si erano trasferiti tutti in via Oscar Freire Street, nell'ufficio di Santos. Carabinieri, magistrati, una dozzina di persone era dentro quella stanza, tranne chi avrebbe dovuto esserci realmente e avrebbe dovuto entrare prima di tutti: la polizia scientifica.

Erano Tutti nell'ufficio del noto giudice, ciascuno a fare il proprio mestiere e a manomettere prove importanti.

La ragazza invisibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora