La cruda realtà

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Ariel giaceva a terra, con il labbro che gocciolava di sangue, per lo schiaffo dato da suo fratello, prima di dirle che Miguel Falabella l'uomo che amava, era il suo vero padre. Dopo qualche minuto Gonzalo uscì fuori in giardino sbattendo la porta, per il forte rumore tutto intorno tremò, facendo cadere a terra un quadro appeso alla parete, raffigurava Ariel all'età di tre anni insieme a Daniel Santos, il padre che l'aveva cresciuta con tanto affetto e amore.

Sua madre si avvicinò a sua figlia, aiutandola a rialzarsi la portò in cucina, per metterle del ghiaccio sul labbro. Dopodiché le disinfettò la ferita, come fece l'altra volta quando Gonzalo la picchiò, dopo che ritornó dalla spiaggia con Miguel la notte di Capodanno.

Sua madre sapeva degli abusi che Ariel subiva da suo figlio maggiore, vide persino la scena quando erano piccoli, quando la piccola Santos piangeva implorando suo fratello di smetterla con quel gioco che non le piaceva più. Ma la donna non fece nulla per fermare tutto quello che stava accadendo.

Davanti a una tazza di uovo sbattuto, la signora Santos raccontò a sua figlia la notte in cui si trovò a letto con l'amico di suo marito, cioè Miguel Falabella.

«Ariel bambina mia, come ti stavo dicendo oggi... io e tuo padre Daniel, andavamo sempre insieme ai congressi di magistratura giudiziaria, ed è proprio lì che abbiamo conosciuto per la prima volta Miguel Falabella». La donna si fermò a guardare per un attimo gli occhi terrorizzati di sua figlia, mentre assaporava nervosamente il suo uovo sbattuto.

Poi continuò: «Daniel lo prese subito a cuore, era un giovane giudice appena laureato in cerca di lavoro. Si mostrò fin da subito un uomo gentile e affidabile, così divenne il nostro più caro amico. Una sera ricordo che avevamo un convegno molto importante, ma Daniel quella sera non si sentì bene, aveva preso un virus influenzale. Così restò a casa con Brenda e Gonzalo, al posto di Miguel, e, così lui venne con me. Quei congressi erano delle vere e proprie feste, dopo le presentazioni gli invitati si precipitavano subito al buffet e alle danze. Ma purtroppo qualcuno si divertí ad inserire in alcuni bicchieri di spumante, delle pasticche di droga, guarda caso fummo proprio io e Miguel a prendere quei bicchieri».

La ragazza dai capelli rossi, non voleva più sentire una sola parola. Già immaginava dove la madre sarebbe arrivata, ma continuò ad ascoltarla con il cuore che le stava esplodendo dal petto.

«Poi da lì in poi non ricordo più nulla. Mi ritrovai a casa di Miguel Falabella, ero nel suo letto accanto a lui... ed eravamo completamente nudi. Per fortuna Miguel stava ancora dormendo, così mi vestii immediatamente e approfitai per andarmene. Ritornata a casa, non ebbi il coraggio di dirlo a mio marito, così non gli raccontai nulla dell'accaduto. Ma dopo due settimane mi accorsi che avevo un ritardo del ciclo mestruale, in un primo momento pensai che non fosse nulla... ma poi cominciavo a sentirmi sempre più strana. Così feci un test di gravidanza e risultò che ero incinta».

Ariel aveva gli occhi fissi su quelli di sua madre, gli occhi azzurri della ragazza divennero quasi grigi, per il dolore che stava subendo da quelle dure parole. Delle leggere lacrime solcavano il suo pallido viso ricoperto da lentiggini, ma ebbe il coraggio di fare una domanda.

«Non hai pensato che forse eri incinta da papà... cioè da Daniel?»

La signora Santos le fece un sorriso e poi con calma le rispose: «Con Daniel erano mesi che non facevo più l'amore!» Ariel abbassò lo sguardo, guardando quel giallo acceso del suo uovo sbattuto, non ancora finito.

Poi Clara continuò: «Così una sera prima di andare a dormire, gli raccontai tutto. Lui all'inizio si arrabbiò, ma poi capì che non era colpa di nessuno e così quella sera volle fare l'amore con me. Mentre lo facevamo lui mi disse, che quel bambino che stava per nascere, sarebbe stato suo figlio a tutti gli effetti, perché i figli sono di chi li cresce e non di chi li fa! Ma non abbiamo mai tolto il privilegio a Miguel di restarti accanto, così abbiamo deciso che ti facesse da padrino. Poi al tuo compimento di un anno, Daniel decise di fare il test sulla paternità, e risultò quello che già sai. È questa la verità Ariel, mi dispiace, credimi piccola mia». Concluse la signora Santos.

«E Miguel lo sa che io sono sua figlia?» Chiese la rossa con voce strozzata.

«No, lui non lo sa... almeno credo» rispose Clara.

«Gonzalo da quanto tempo lo sa?» Chiese di nuovo Ariel.

«Non lo so piccola mia, credo fin da subito. Per questo motivo ha sempre avuto un comportamento non corretto nei tuoi confronti» Rispose la madre.

La ragazza dai capelli rossi si alzò di scatto, con tutta la rabbia che aveva addosso colpì la tazza di uovo sbattuto, facendola cadere a terra. D'improvviso il pavimento in ceramica bianca, si colorò di giallo e la tazza andò in mille pezzi.

«E tu lo chiami un comportamento non corretto?! Quando ero piccola ha cercato di abusare di me con l'inganno. Crescendo mi ha sempre trattata male, mi ha drogata con il cloroformio... per continuare con i suoi abusi sessuali su di me!» Gridò la rossa.

«Ma non sono mai stati abusi sessuali, Ariel, cosa dici? Tu sei sempre sua sorella, non avrebbe mai potuto farti del male!»

La ragazza non riuscì a credere alle sue orecchie, sua madre difendeva quel vigliacco di suo figlio maggiore.

«Non ci posso credere mamma, tu lo difendi pure... dopo tutto quello che mi ha fatto!?»

«Ariel, basta! Tuo fratello non ha mai abusato su di te, l'unica cosa che faceva era quella di spogliarti e rivestirti!»

«Tu sei pazza! Non dovevi smettere con la terapia dal psicoterapeuta. Fatti curare, perché non ti rendi conto di quello che dici!» Urlò a pieni polmoni la rossa.

Ma la donna sembrò non badare alle parole di sua figlia. Senza battere ciglio obbiettò: «Ariel, lo so che tu hai una relazione segreta con Miguel Falabella, per questo ti dico di riflettere bene!»

«Ma lo vedi che non ragioni Mamma?! Come puoi passare da un argomento a l'altro! E poi si ho una relazione con il mio professore, sono due anni che facciamo l'amore, mi aveva proposto di andare a convivere con lui! E poi tu hai avuto modo di farci l'amore anche dopo la morte di papà, mentre noi bambini eravamo a scuola. E ti odio per questo!» Urlò Ariel.

«Non dirmi così tesoro mio, ti prego. È dura anche per me, io amavo e amo ancora Daniel. Ma dimmi hai preso delle precauzioni quando facevi l'amore con Miguel? Non fare l'errore più grande della tua vita!» Le manifestò sua madre.

La ragazza dai capelli rossi era arrabbiata e terrorizzata allo stesso tempo. Ma prima di andarsene lontano dagli occhi di quella donna, che aveva sempre amato e che le aveva portato via l'uomo della sua vita, le urlò di nuovo: «L'errore più grande lo hai fatto tu! E ho un ritardo di due settimane... se è questo che vuoi sapere!»

Detto ciò la fanciulla corse via, rifugiandosi nella sua cameretta, e chiudendo la porta a chiave scoppiò a piangere. Dopo qualche minuto Miguel la chiamò sul suo cellulare, ma lei non rispose. Continuò a chiamarla e a richiamarla, senza nessuna risposta da parte della sua piccola Ariel. Passati dieci minuti, il telefono squillò di nuovo, era Samuel Sabbá.
La ragazza rispose subito, quello che aveva da dirle il biondino, era che l'indomani sarebbe uscito dall'ospedale. E si diedero appuntamento per vedersi, ne avevano uno in sospeso da molto tempo.

La ragazza invisibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora