Il silenzio assoluto che invadeva l'aula, era sempre più assordante, come un incantesimo, in un crescendo di intimità tra il testimone, la giuria e gli altri presenti in aula. Nessuno aveva intenzione di porre altre domande, erano tutti impazienti di aspettare una risposta affermativa da parte di Ariel. La ragazza con determinazione e forza di volontà, rispose con gran stupore di tutti.
«Tra me e il professore Falabella c'è molta stima, io rispetto lui e lui rispetta me, è il mio padrino ed era il miglior amico di mio padre. Ma oggi siamo qui per sapere la verità su cosa gli è accaduto, non per credere alle dicerie della gente!» Miguel era molto soddisfatto della sua amata studentessa.
«Va bene signorina Santos, mi scusi. Ma le faccio un'ultima domanda, anzi due!» Continuò Suarez, «Ricorda gli ultimi momenti passati insieme a suo padre? E le ha mai parlato del suo problema con la mafia?»
Ariel deglutì prima di rispondere a quella domanda, l'unico momento che ricordava insieme al suo amato papà, erano le domeniche passate al Burle Marx Park.
«Risponda alle domande signorina Santos, stia tranquilla» le commentò con un sorriso il giudice Horn.
La ragazza sentendosi sicura rispose: «Sono già passati sedici anni e seimila ottocento novantadue giorni, da quel maledetto 22 maggio del 1986, da quando mio padre non fece più ritorno a casa. Avevo solamente sei anni e una gioia di vivere tipica, di chi ancora si stava affacciando alla vita. Non sapevo che mio padre era coinvolto nella mafia, ai quei tempi non sapevo neanche cosa fosse. Ma mentre camminavamo per ritornare a casa, dopo una domenica passata al Burle Marx Park, gli chiesi se io e lui saremo stati sempre insieme. Lui mi rispose che nessuno ci avrebbe mai diviso, ed era per questo motivo che stava costruendo la casetta sull'albero nel nostro giardino di casa, così da lassù avrei potuto vedere tutto il Burle Marx Park, così mi sarei ricordata di lui per sempre. Dopo quelle sue ultime parole mi vennero in mente strani pensieri, era come se mi stesse dicendo addio, era come se lui già sapeva a cosa stava andando incontro!» Concluse Ariel con occhi lucidi.
«Va bene, grazie signorina Santos. Non ho più nulla da aggiungere» Finì Suarez, che si andò a sedere al suo posto. Una volta finito l'interrogatorio, il giudice Fernando Horn, chiamò a testimoniare Samuel Sabbá. Ariel si sentì subito agitata, Falabella si accorse dell'agitazione della ragazza, per questo le strinse la mano e lei gli sorrise, lui ricambiò. Sam notò subito quel gesto da parte dei due, e mentre gli osservava che si guardavano sorridendo, il ragazzo non si accorse del piccolo scalino che si trovava sotto ai suoi piedi, così cadde di faccia a terra. In un attimo l'aula si riempì di risate e mormorii di spavento.
«Silenzio in aula!» Gridò il giudice con un colpo di martello.
Le guardie si precipitarono immediatamente a sollevare il giovane, si avvicinò anche Miguel. «Tutto bene figliolo? Ti sei fatto male?» Gli percepì spaventato, mentre Sam ritornava in piedi.
«Sto bene professore, grazie... non ho visto lo scalino!» E con lo sguardo basso si andò a sedere accanto al giudice, che non commentò dell'accaduto.«Signorino Sabbá, giuri di dire la verità!» Obbiettò Horn.
«Mi chiamo Samuel Sabbá, sono uno uno studente di scienze giuridiche. Giuro di dire la mia verità, tutta la mia verità, lo giuro!»
L'avvocato Martinez si avvicinò al ragazzo, che gli sorrise sotto i suoi baffi neri e folti per incoraggiarlo.
«Signorino Sabbá, che rapporto aveva da piccolo con suo padre?» Gli chiese.
«I miei genitori erano separati, anche se vivevano nella stessa casa. Mio padre spesso era in viaggio d'affari, quindi a casa non c'era mai. Ma quando ritornava, era sempre ubriaco e litigava spesso con mia madre, lei pur di salvare la famiglia, accettava i suoi sporchi giochetti. Quando ero piccolo, mi riempiva di regali, ma l'unico regalo che volevo da lui era solo il suo affetto... cosa che non mi ha mai dato!» Concluse Sam.
L'aula si trasformò in un scenario di stremata tristezza, per le parole del ragazzo. Sua madre non era presente, perché aveva un turno urgente in ospedale, ma se lo fosse stata sarebbe scoppiata in lacrime abbracciandolo.
L'avvocato Martinez, così si rivolse proprio al genitore. «Signor Sabbá, le parlo da padre a padre. Noi genitori dobbiamo dare un sostegno ai nostri figli, dobbiamo essere per loro un punto di riferimento, nessuno metterà mai in dubbio le nostre buone intenzioni per educarli. Ma se noi genitori ci comportiamo da animali, è normale che anche i nostri figli, quando saranno grandi si comporteranno come tali.»
Finito il discorso di Martinez, ci fu un'esplosione di applausi, da parte di tutte le persone presenti in aula. Il giudice Horn, dopo aver apprezzato anche lui quel discorso, invitò l'avvocato difensore della famiglia Santos a continuare con le domande al giovane testimone.
«Le faccio un'ultima domanda signorino Sabbá. Ha mai sentito parlare i suoi genitori del giudice Santos, durante una loro lite?»
Sam prima di rispondere a quella domanda, guardò prima Ariel e poi il suo temuto genitore. «Mi ricordo che una sera, gli sentii litigare come al solito. Così mi sono messo a origliare dietro la porta della cucina. Sentii mia madre dire a mio padre che doveva denunciare tutto alla polizia, altrimenti avrebbe fatto la stessa fine del giudice Santos! Non sapevo a cosa si riferiva, ma poi ho capito!»
«Cosa ha capito? Vuole dircelo anche a noi?» Domandò Martinez.
«Certamente avvocato, mio padre era finito nel giro della mafia. Diede a Santos dei soldi, per far sì che lui assolvesse il suo assistito durante un processo. Ma il giudice non accettò quel denaro da parte sua, gli promise che l'avrebbe fatto senza problemi. Durante la causa però, Daniel Santos non mantenne la sua promessa, ed è per questa ragione che mio padre ce l'aveva a morte con lui!»
L'avvocato Martinez non avendo nulla da aggiungere si recò al suo posto. Mentre l'avvocato Suarez preferì non intervenire. Ma Sabbá senior, non si fece intimorire dalle parole di Samuel. Così si alzò in piedi e gridò: «Obiezione vostro onore, tutto ciò che ha detto mio figlio è falso. Lui era troppo piccolo per sapere queste cose!»
«Infatti non ero proprio a conoscenza di questi fatti, è stata la mamma a raccontarmi tutto ciò. Visto che lei oggi non è presente, mi ha incaricato di testimoniare al posto suo.»
«Ma tu da che parte stai?» Chiese a tono arrabbiato, l'avvocato Sabbá a suo figlio.
«Dalla parte dei buoni!» Rispose Sam deciso. Suo padre rimase senza parole, era stato tradito anche da suo figlio. Mentre Ariel rimase incredula dal comportamento del suo amico/nemico, non si sarebbe mai aspettata che fosse dalla sua parte.
Dopo la testimonianza di Samuel Sabbá, il PM chiamò a testimoniare una donna mora, su una quarantina di anni e di piacente aspetto.
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La ragazza invisibile
Roman d'amourQuesta è la storia di Ariel, una ragazza di ventuno anni, studentessa di Scienze Giuridiche in Brasile. È molto timida e sola, con un passato difficile alle spalle. Nel corso del suo cammino, incontrerà il professore Miguel Falabella, un uomo arroga...