Il compleanno ritrovato

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Quando Miguel e Ariel stavano per lasciare l'aula del tribunale, i due avvocati Gabriel Sabbá e Luis Suarez, furono portati via in manette dalle forze dell'ordine. Sam avrebbe voluto correre da suo padre, ma preferì non farlo. Il ragazzo era fiero di essersi messo contro il suo temuto genitore per difendere la sua amica Ariel, di cui era sempre stato innamorato. La ragazza era di spalle, stava uscendo insieme a Miguel e gli teneva la mano, «Ariel, scusa!» Riuscì a dirle a tono alto.

La ragazza si girò, lasciò la mano del suo uomo e corse dal suo amico. Inaspettatamente gli diede un bacio sulla guancia, «Questo è per aver preso le difese di mio padre». Sam sentì un brivido invadere tutto il suo corpo, ma all'improvviso gli diede anche uno schiaffo, sulla stessa guancia dove l'aveva baciato. «Ma ora che ti prende? Prima mi baci e poi mi schiaffeggi?!» Sbraitò confuso il ragazzo. «E questo è per il tuo comportamento su l'autobus... e per tutto quello che mi hai fatto passare in tutti questi anni!» Obbiettò la ragazza.

Subito dopo si diresse verso Miguel, che le porse immediatamente la sua mano, la rossa la afferrò di nuovo e si incamminarono verso l'uscita. Quel gesto così premuroso da parte del suo professore, fu un gesto d'amore, ma soprattutto di protezione. Samuel rimase fermo e immobile, massaggiandosi la guancia. «Un giorno tu sarai mia Ariel, noi due siamo destinati a stare insieme».

«Ti piace Samuel Sabbá?» Le domandò Miguel in auto.

«Ma cosa dici? Non mi piace affatto, lo odio!» Rispose lei nervosamente.

«L’odio spesso rappresenta il vero volto dell’amore!» Rispose lui, mentre guardava diritto a sé.

«Ma perché mi dici così adesso? Io amo te e nessun'altro, sei tu l'uomo della mia vita! Non sei contento che mio padre è stato finalmente giustiziato?»

Miguel non le rispose più, continuava a guardare la strada davanti a sé. La ragazza non riuscì a capire quell'atteggiamento improvviso del suo professore, ma lui aveva solo paura di perderla. Arrivati davanti casa di Ariel, i due si salutarono, ma non come due innamorati, ma come professore e studentessa.

Passarono due mesi dal processo definitivo di Daniel Santos, per sua figlia le cose stavano andando meglio. Suo fratello Gonzalo riprese a lavorare nel suo ristorante, con la supervisione della sua compagna. Brenda ritornò in Svizzera, ma per Ariel fu un grande dispiacere. Sua sorella negli ultimi anni era diventata più di un'amica per lei, ed era tutto merito suo se era riuscita ad opporsi a suo fratello. La ragazza sapeva della relazione tra Miguel Falabella e la sua sorellina, ma non si oppose, era sicura che tra le braccia di quell'uomo così grande per lei, la piccola della famiglia Santos era al sicuro.

L'anno accademico dell'università stava per finire, e un nuovo anno per Ariel stava per cominciare. Mentre la sua amica Fernanda decise di cambiare università, intraprese la facoltà di informatica. La ragazza emo viveva con suoi zii, non aveva mai conosciuto i suoi genitori. Durante le lezioni Ariel si sentiva sempre più sola senza Fernanda, non aveva amici e nessuno con cui parlare. Ogni tanto alcuni suoi compagni le chiedevano gli appunti delle materie in prestito, ma finiva lì. E come se non bastasse ogni volta che entrava il professore Falabella, tutta la classe aveva gli occhi puntati sulla ragazza, oppure bisbigliavano qualcosa all'orecchio. Ma tutto ciò ad Ariel non importava, lei era felice con il suo professore e voleva esserlo per sempre, anche se erano due mesi che non si parlavano più come prima.

Ma un giorno a fine lezione, come sempre, quando tutti furono andati via, il professore Falabella fermò Ariel. Le chiese se la lezione era stata di suo gradimento, ma era solo un preteso per poter parlare di nuovo con lei. Per un attimo il docente e la sua allieva si fissarono negli occhi, entrambi azzurri, quelli della ragazza cominciarono a traballare, per poi riempirsi di lacrime.

La ragazza invisibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora