Sono uscito dalla stanza seguito da Mark. Rimaniamo davanti la porta.
«Questa cosa non va bene, lo costringerò se necessario.»
«Lo so e sono d'accordo con te ma non è questa la soluzione. In questo momento per quanto vuole sembrare forte, non lo è. È totalmente terrorrizzato, dovresti averlo capito da come si comporta non appena gli si avvicina qualcuno. Credo anche che nasconda qualcosa.»
«Hai ragione.»
«Troveremo una soluzione su questo ci puoi giurare. Per adesso lasciamolo riposare, non appena si sarà ambientato e avrà capito che qui è al sicuro gli parleremo.»
«È una buona idea.»
«Comunque come ben sai sono pochi i branchi che trattano bene gli Omega, e io credo che lui sia scappato, credo che venisse abusato. Anche se leggeri ho trovato segni di stupro, quindi diamogli tempo.»
Non so cosa pensare, come si può fare una cosa del genere a una qualunque persona, mi sale la rabbia al solo pensiero di quello che ha dovuto subire.
«Come si può fare una cosa del genere?»
«Non lo so, ma sai che in molti branchi gli Omega venono trattati al pari di… - Si blocca. - Non riesco neanche a dirlo.»
«Va bene, adesso è al sicuro, comunque forse è meglio se vai, so per certo che è tornato William…» Lo guardo malizioso e come sempre arrossisce.
«Allora vado. Per qualunque cosa chiama.»
«Ovviamente.»
Rientro nuovamente in stanza chiudendo la porta alle mie spalle. L' occhio cade sul letto, non riesco a fare meno di osservarlo, è l'essere più dolce che abbia mai incontrato. Rimarrei ore e ore a guardarlo, ma purtroppo ho del lavoro arretrato da finire. Vado alla scrivania della stanza, dove ho la visuale del letto così da non lasciare da solo il piccoletto.
Il tempo passa e le scartoffie sembrano non finire mai, ma si può sapere come sia possibile una cosa del genere.
Dei versi mi distraggono alzo lo sguardo verso Luke che dorme ancora ma noto subito che ha il sonno parecchio agitato. Lasciando nuovamente il lavoro incompleto corro da lui per accertarmi della sua condizione, si agita sempre di più, provo in tutti i modi a svegliarlo ma senza risultati, non funzionano nemmeno le maniere brusche. La situazione peggiora e l'unica cosa che posso fare è chiamare Mark. Corro fuori e raggiungo la sua camera, entro senza bussare, non l'avessi mai fatto, trovo lui e il suo compagno, William, in una situazione poco conveniente al che chiudo la porta di botto e urlo.
«Mark ho bisogno di te, ti aspetto nella mia stanza è super urgente.»
Senza aspettare risposta ritorno dal mio piccoletto. Rimango sconvolto vedendo che è tornato umano e questo non è un buon segno. Una mutazione forzata avviene solo in caso di pericolo, oltre a questo è grondande di sudore in posizione fetale, nelle mani stringe le lenzuola più forte che può e quelli che solo pochi momenti prima erano versi adesso sono delle vere e proprie urla. Cerco di aiutarlo come posso ma appena faccio un passo verso di lui la situazione peggiora ancora di più.
«Eccomi, mi… - Varcata la soglia interrompe subito la frase e guarda la situazione. La sua espressione passa da imbrazzata a precupata in uno schiocco di dita. - Cosa è successo? E quando ha mutato?»
«Non ne ho la minima idea. Stavo lavorando alla scrivania fino a quando non ho sentito dei lamenti, ho provato a svegliarlo in tutti i modi possibili senza risultati, appena ho capito che la situazione non accennava minimamente a migliorare sono corso a chiamarti. L'ho trovato così quando sono tornato.»
«Ok, vediamo cosa sta succedendo al nostro nuovo amico.»
Senza esitazione si avvicina a lui dopo aver preso lo stetoscopio, guardo attentamente la sua espressione e capisco che qualcosa non va.
«Non mi spiego come sia possibile una cosa del genere, è un licantropo, e i licantropi non si ammalano.»
«Allora?»
Credo di non essere mai stato nervoso come in questo momento.
«Dobbiamo portarlo in infermeria, senza le giuste attrezzature non posso fare molto.»
Lo prendo a mo di sposa sotto gli occhi sconvolti del medico e insieme andiamo verso l'infermeria che non si trova molto distante dalla mia stanza. Lo adagio sul primo letto che vedo per poi lasciarlo alle mani di Mark che inizia ad armeggiare con vari strumenti. Un bip impazzito riecheggia nella stanza.
«La cosa non va per niente bene… come può un lupo mannaro avere problemi fisici di questa portata?» Parla da solo alla ricerca di una spiegazione ma senza alcun risultato nel frattempo gli inietta qualcosa tramite l'agocannula appena inserita. I bip smettono di impazzire per tornare regolari e sia lui che la situazione si calma.
«Allora? Come sta?»
«Meglio di prima sicuro… ma per riprendersi ci vorrà un po'. E soprattutto devo capire il perchè di questo suo stare male.»
«Davvero non hai una spiegazione?»
«Diciamo che ci sarebbero ma finchè non si sveglia non posso esserne certo.»
«E quali sarebbero?»
«Una è che abbia sia sangue mannaro che umano e l'altra è che si sia indebolito troppo e il suo fisico non ha retto nonostante adesso faccia parte di un branco.»
«Quando l'ho tovato aveva già superato il suo limite da un pezzo, ma la sua volontà era ed è forte.»
«Sono dell'idea che la sua condizione sia dovuta allo stress fisico oltre che psicologico.»
«Lo penso anche io, spero solo che si riprenda presto.»
«Vediamo come procede la situazione, adesso vado, per qualunque cosa chiamami. Io passerò all'incirca ogni ora per monitorarlo.»
«Ok… ti ringrazio… come sempre. Questo branco senza di te non so come farebbe, soprattuto non so come farei io.»
«Lo so. Adesso devo andare da William.»
«Certo.»
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Storia di un'Omega
WerewolfIn un branco l'omega è l'ultima ruota del carro. Questa storia parla di un'omega che fugge dal suo branco e durante il viaggio incontra il suo compagno di vita. Insieme si innamoreranno sempre di più e affronteranno tutti gli ostacoli che il destino...