XXI - Aiden

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Chiudo la porta alle mie spalle, non riesco a credere che mio fratello sia riuscito a scappare. Mi chiedo come abbia fatto. Cammino fino ad arrivare all'ufficio di Jasper, entro senza bussare e lo trovo seduto ella scrivania con varie scartoffie in mano.
«Allora, ha compreso che non ha scampo?»
«Penso proprio di si.» Mi siedo sulla scrivania sopra le scartoffie che stava guardando.
«Finalmente soli.»
«Già, è tutto il giorno che aspetto, non ne posso più.»
«Hai fatto il bravo, ti meriti un premio.»
Di scatto mi ritrovo la sua lingua dentro la mia bocca. Il tempo di riprendermi e ricambio il bacio. È rude e pieno di passione. Mi spinge sempre più indietro fino a che ho la schiena del tutto poggiata sulla scrivania e le gambe a penzoloni. Le sue mani si infilano sotto la maglia per salire fino ad arrivare ai capezzoli che sono già turgidi. Ci gioca un po' e quando smette emetto un gemito contrariato. Sento le sue mani andare verso il basso fino a insuanarsi nei miei pantaloni, lo allontano un secondo per riprendere fiato ma lui senza aspettare infila un dito nella mia entrata. Emetto un gemito poi forte oh un altro. Inizia a muoverlo leggermente,mi aggrappo alle sue spalle e avvolgono le gambe alla sua vita. Non ne posso più.
«D... Pi...» Non riesco a parlare, ha messo anche il secondo dito. Dopo poco esce e cammina con me in braccio fino al divano riunendo le nostre labbra. Mi fa sdraiare e lentamente inizia a baciarmi il collo per poi incominciare a spogliarmi. I suoi baci partono dal collo per poi scendere al petto fino ai capezzoli, scende ancora fino ad arrivare alla patta dei pantaloni che non riesce pur a contenere la mia erezione dolorante e bisognosa. In un battito di ciglia mi toglie pantaloni e mutande.
«Che cosa abbiamo qui, vedo che qualcuno ha bisogno di attenzioni!»
Con la mano inizia a massaggiare il mio membro.
«Ba...a - sento che manca poco, ma non è così che voglio che vada. Allargo le gambe per fargli capire cosa voglio. - De... ro»
Non riesco a smettere di gemere e tremare e ciò mi impedisce di comporre delle frasi complete.
«Come vuoi, ma a modo mio.»
Il suo sguardo è pura lussuria e pieno di passione. Slaccia la cravatta che indossa,mi gira a pancia in giù e mi lega i polsi dietro la schiena. Adoro quando mi lega. Il bondage mi ha sempre eccitato da morire e lui sa quanto potere ha su di me. Qualcosa di freddo tocca le mie natiche: lubrificante penso. Lo spalma con attenzione nella mia entrata. Non vedere quello che fa mi mette ansia e inizio a tremare più forte, ma so che non mi farebbe mai del male, almeno non a me, non al suo compagno.
«Tranquillo, adesso andrà meglio.»
Detto questo entra in una volta sola. Il mio tremare peggiora e inizio a respirare in modo irregolare. Fa male, brucia, ma sopporto il tempo che basta per abituarmi.
Vorrei essere un Omega. Questo è quello che ho sempre voluto. Essere un Omega così da poter rendere felice il mio Alpha, cosi da potergli dare dei figli, così che possa legarmi a se. So quanto questo lo faccia soffrire. Per questo odio mio fratello e il bambino che porta. Ma Jasper mi ha detto che lo cresceremo insieme. Non so bene cosa ha in mente ma qualunque cose sia a me sta bene purché sia con lui.
«Ssh, ssh... Va bene, va tutto bene. Quando ti sarai abituato andrò avanti.»
Mi stringe a se e scommetto che sta anche emanando dei feromoni con l'intento di calmarmi, ma sono il suo abbraccio e il suo profumo a farmi stare meglio. Prendo un respiro profondo e gli do il via. Inizia con spinte leggere e piano piano diventano sempre più veloci. I miei gemiti sono per forti e continui e anche Jasper non riesce a smettere. Delle lacrime di piacere scendono dal mio viso. Qualcosa mi riempie e quel qualcosa è lo sperma di Jasper, lui è venuto ma io ancora no e lui lo sa.
Prende il mio volto e mi bacia, le sue labbra scendono fino al mio membro fino ad avvolgerlo iniziando uno splendido lavoro bocca prendendolo tutto e dopo poco vengo. Non ho poi energie.
«Sei stato fantastico.»
Sorrido. Mi avvicino a lui,lo bacio con amore. Perché è quello che provo per lui.
«Ti amo. Non hai idea di quanto.»
«E lo stesso per me. Ti amo. - Chiudo gli occhi esausto. - Non puoi addormentarti qui. Ancora legato e nudo.»
«Sono stanco.» Mi lamento.
«Lo so, ma il divano è scomodo.»
Mi siedo sul divano a mentre Jasper parla sceglie la cravatta che tiene legati i miei polsi. D'istinto inizio a massaggiarli e noto che sono arrossati oltre che indolenziti.
«Ho stretto troppo. Ti fanno male?»
«No... Sto bene.»
«La prossima volta faro più attenzione. Riesci ad alzarti?»
Faccio un tentativo, un forte dolore mi colpisce al solo mettere il peso sulle gambe, cedo risedendomi sul divano.
«Metti questi, sono puliti. - Lo guardo stranito. - Li ho presi prima che arrivassi avevo previsto una cosa del genere.»
Arrossisco imbarazzato. Mi vesto con una maglia bianca e nera a maniche corte e un paio di pantaloni bianchi di una tuta. Il suo calore, il suo tocco, la sua presenza mi infonde sicurezza e tra le sue braccia mi addormento.
«Scusami.» queste sono le ultime parole che gli rivolgo prima di addormentarmi del tutto.

Storia di un'OmegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora