XI - Luke

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Esce dalla stanza lasciandomi da solo. È una cosa che capita fin troppo spesso ormai ma non gliene faccio una colpa, chi vorrebbe stare con uno come me. Ha anche detto che starebbe con me nonostante tutto. Dubito che sceglierà di stare al mio fianco, anche perché dovrà accettare questo cucciolo e so quanto è difficile per un Alpha accettare che il proprio compagno aspetti il figlio di qualcun altro. Prendo i vestiti da sopra il letto e vado in bagno. Apro l'acqua della doccia e mentre aspetto che si riscaldi controllo che ci sia tutto il necessario ovvero un accappatoio, shampoo, balsamo, bagnoschiuma ecc... Appurato che non manchi niente, mi infilo sotto il getto dell'acqua calda. Mi ritornano in mente tutti i momenti passati con Roukan. In effetti sono stai pochi e molte volte io non ho spiccicato parole oppure ho parlato per monosillabi per paura che potesse cacciarmi o che mi punisse come... No...  Mi metto le mani sulla testa scuotendola cercando così di buttare fuori i pensieri negativi. 
Non devo pensarci. Loro non sono qui. Lui non è qui e non accadrà di nuovo.
Ma per quanto ci provi non riesco proprio a convincermi di queste mie parole. L'unico con cui sono entrato in confidenza è Mark, non so per quale motivo, lui assomiglia molto a mio padre caratterialmente, e questo ha influito parecchio, ma di aspetto non c'entra niente. Mio padre aveva i capelli dello stesso colore del miele, i suoi occhi erano uguali ai miei e riusciva a trasmettermi sicurezza anche nei momenti peggiori. Era un Beta mentre mia madre era un Omega. Volevano con tutto il cuore un figlio e hanno faticato parecchio prima di avere mio fratello e me e dicevano sempre che con noi la loro vita era completa. 
Qualcuno bussa chiamando il mio nome e ritorno alla realtà.
«Luke, tutto bene?»
«Si» Rispondo   
«Dobbiamo andare è tardi.»
«Si, solo due minuti.»
«Ok.»
Il rumore dei passi si allontana ed esco dalla doccia. Mi asciugo in fretta e per evitare di perdere tempo lascio i capelli umidicci, asciugandoli solo con un asciugamano. Indosso i vestiti che mi avevano dato: un paio di jeans chiari, una T-Shirt bianca a maniche corte e un paio di scarpe da ginnastica. Devo dire che mi sta tutto abbastanza bene a parte le scarpe. Quelle mi stanno enormi. Esco dal bagno e poi dall'infermeria. Fuori dalla porta c'è il mio Alpha ad attendermi. So che non dovrei definirlo così ma è più forte di me.
«Ci hai messo un po'.» 
«Scusami.» Dico nervoso. 
«Vieni, ci aspettano tutti.»
Quella frase mi ha fatto andare nel panico. Si mette davanti a me, mi guarda fisso negli occhi con sicurezza. I suoi rubini brillano, sono stupendi, mi ha inchiodato a lui e il mio cuore inizia battere sempre di più, sono confuso, non so cosa fare. Prende le mie mani cercando di far calmare il mio tremolio. Non distoglie lo sguardo da me mentre io incomincio a tremare e a respirare con un po' di fatica. Le sue mani si spostano sulle mie guance ormai rosse. Avvicina il suo viso a l mio. 
«c...c....c....che vu....v...vuoi» Non finisco la frase. Chiudo gli occhi di scatto per paura di ciò che vuole fare. Appoggia la sua fronte sulla mia.
«Adoro il tuoi occhi, potresti aprirli. - La sua voce è calma, tranquilla. - Quando sei con me non devi avere paura. »
Facile da dire. È da quando ho dieci anni che vivo nella paura. Non è una cosa che posso superare da un giorno all'altro, anche se con Mark ho già fatto un passo avanti non vuol dire che io abbia dimenticato il passato.
«Sei ancora agitato. Fai dei respiri profondi, ti  aiuterà un po'. - Ispiro con il naso più aria che posso per poi buttarla fuori dalla bocca lentamente. - Bravo così.»
Continuo finché non mi calmo un pochino. 
«Va meglio? - Annuisco con la testa. Non volevo che mi vedesse in questo stato, però è stato molto dolce. - Adesso andiamo, è davvero tardi.»
Prende la mia mano e insieme percorriamo il corridoio dritto verso il giardino. Superato, giriamo a sinistra dove ci sono delle scale. Le scendiamo tutte, poi giriamo a destra e Roukan si ferma davanti una porta.
«Siamo arrivati. - Il cuore torna a battermi all'impazzata sento che potrebbe uscirmi dal petto per l'agitazione. - Non devi preoccuparti, se anche uno solo di loro osa dire o fare qualcosa di offensivo stai tranquillo, io sarò pronto a difenderti.»
Le sue parole mi riempiono il cuore di gioia. Faccio un respiro profondo e apro la porta. Nella stanza sono presenti un bel po' di tavoli di legno come quelli da pic-nic con sedie di legno abbinate. Sento gli occhi di tutti puntati addosso, stringo la mano di Roukan senza rendermene conto, lui mi supera mentre io continuo a guardarmi intorno terrorizzato. Ci avviciniamo al tavolo centrale, lui si siede a capotavola e fa sedere me al suo fianco. Una mano sulla spalla mi saltare in aria, mi giro per capire chi sia. 
«Ciao Luke, come va?»
«...» Non riesco a parlare il nervosismo mi sta mangiando vivo. 
«Calmati. Non andare in panico.» So bene che sta cercando di aiutarmi ma non riesco a mantenere la calma. Roukan si alza in piedi. 
«Buongiorno a tutti, scusate per l'attesa. Oggi finalmente conoscerete il nuovo membro del branco.»
Ho le mani strette fra di loro fino a farmi male, e ho gli occhi puntati a terra.
«Luke, ti devi presentare. - La voce di Mark mi arriva ovattata. Non sto capendo più niente, l'unica cosa che riesco a fare è tremare. Cerco in qualche modo di farmi coraggio ma riesco a fare ben poco. Mark si alza e con dolcezza mi prende per un braccio facendomi alzare, e per qualche grazia divina riesco a rimanerci. - Lui è Luke. È un Omega, scusatelo se non si presenta personalmente ma è molto timido.» Detto questo mi fa sedere e lui di conseguenza. 
«Adesso che le presentazioni sono state fatte possiamo mangiare.»
Un piatto con del cibo mi viene messo di fronte ma in questo momento la mia fame è inesistente e ho la vista, del tutto offuscata.
«Cucciolo va tutto bene?» Questa è l'unica cosa che sento prima alzarmi e correre fuori dalla stanza.

Storia di un'OmegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora