XVI - Roukan

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«No, no... - Continua a dire disperato. - Non voglio, io... »
Piange a dirotto, non riusciva più neanche a parlare.
«Luke, calmati... Andrà tutto bene. - Dissi cercando di rassicurarlo e ci stavo in qualche modo riuscendo. Le lacrime smisero di scendere. - So che non ti senti a tuo agio con gli estranei ma devi capire la situazione di Mark.»
Cerco di spiegargli, deve capire che in questo momento Mark non può esagerare e in realtà neanche lui, tutti questi sbalzi d'umore non gli fanno bene.
«Luke andrà bene. Io sarò al tuo fianco durante tutto il tempo e ci sarà anche Roukan.»
Lui cercò di rassicurarlo facendogli capire che non sarebbe stato da solo.
Continuò ad agitare la testa in segno di negazione. Avevo già compreso che non l'avrebbe accettato facilmente, anche perché a lui i medici non piacevano e solo Mark gli stava bene e ancora mi chiedo perché.
«Mi dispiace ma... non...»
«Ci vorrà tempo lo so ma riuscirai.»
Scioglie l'abbraccio con Mark per rifugiarsi nel mio, io ricambiai cercando nuovamente di calmarlo.
«Piccolo che ne pensi se facciamo un giretto e magari ti faccio conoscere come si deve mia sorella e il mio Beta. Sai quando sono con loro non faccio altro che parlare di te e sono ansiosi di conoscerti. - Gli dissi con il mento poggiato sulla sua testa. Lui annuì. - Allora andiamo.»
Mi avvicinai alla porta mano nella mano con il mio piccolo. Mi girai un secondo per salutare.
«Passerò più tardi per parlare con voi. Adesso riposa come si deve amico mio, te lo sei meritato.»
«Ti ringrazio e buona giornata a entrambi.» Salutò sorridendo con la mano me e Luke, lui non si voltò al contrario si accucciò contro di me per nascondersi. Voleva uscire da quella stanza e così facemmo.
Ci allontanammo un po' andando verso il giardino. Più di una volta è andato lì per calmarsi e scommetto che avrebbe funzionato ancora.
«So che non vuoi incontrare Evelyn e Jack.»
«Mi dispiace.»
«Non ce n'è bisogno. Ognuno ha i propri tempi per fare le cose e io aspetterò con pazienza.»
Ogni volta che i nostri sguardi si incontrano il tempo sembra fermarsi e l'unica cosa che riesco a pensare è che vorrei baciarlo. Ma forse non è il momento giusto perciò rinuncio all'idea.
Arriviamo in giardino e lui corre verso la quercia per sdraiarsi alla sua ombra.
Ridacchio contento.
Si alza all'improvviso correndo verso di me, mi prende per mano e mi fa sdraiare sotto l'ombra della quercia accanto a lui.
«Sai, da piccolo sognavo il momento in cui avrei incontrato il mio compagno. All'epoca non avrei mai immaginato che il mio branco avrebbe approfittato di me. Ero consapevole del fatto che non piacevo a nessuno, ma non credevo che fossero così cattivi con me. Un giorno arrivai al limite e presi una decisione... - Parlare per lui era difficile ma si stava facendo forza. Spesso fa delle pausa per prendere fiato e coraggio. Mi avvicinai a lui così da poterlo abbracciare e far finire il suo volto sul mio petto. - Io... avevo deciso di farla finita. Ma... il capo branco mi trovo in tempo se fosse arrivato solo un secondo più tardi sarei... - Non ci volevo neanche pensare. Una vita senza di lui per me non sarebbe stata vita. - I dottori mi salvarono la vita sotto ordine di Jasper è così che si chiama. A poco tempo da quest'evento Jasper iniziò a usarmi ogni volta che voleva e da quel momento tutto iniziò a peggiorare sempre di più. Quando ero poco collaborativo i medici sotto suo ordine mi iniettavano qualcosa che mi induceva il calore e altre volte dello strozza lupo. Godeva nel vedermi soffrire, quando mi usava spesso e volentieri mi legava e frustava...»
Lo abbracciai ancora più forte ed emanai i miei feromoni così da poterlo tranquillizzare. Il suo pianto è ormai isterico non si calma e io non so cosa fare.
«Ti prego cucciolo calmati. Così starai solo peggio.»
È da quando è arrivato che non ha un minuto di tregua tra ricordi e altro. Adesso mi sono stancato di vederlo ridotto così, questa sarà l'ultima volta. Le sue urla a quanto pare arrivano fino in infermeria poiché davanti a me c'è Asher che cerca di capire la situazione.
«Cosa diamine è successo?»
«Si è agitato e adesso non accenna a calmarsi. Luke per favore. - Da quando aveva iniziato a piangere non avevo smesso un attimo di accarezzargli la schiena. Avevo da poco scoperto che è una cosa che lo rilassa parecchio. - Va bene, torno subito.»
Al suo ritorno aveva una siringa in mano e quella non era una buona cosa se Luke l'avesse vista avrebbe dato di matto più di ora ,soprattutto se in mano a una persona che nemmeno conosce.
«Asher fermo.» Mi giro e vedo Mark che ci sta raggiungendo.
«Tu dovresti essere a letto a riposare!» Disse leggermente arrabbiato del fatto che fosse fuori dal suo letto.
«Se ti vede con... - Non disse la parola per evitare di scatenare il panico. - Darà di matto.
Dal suo sguardo si capiva che non comprendeva il motivo
«Mark ha ragione, non c'è un altro modo?»
«No.»
«Posso fare un tentativo?»
Il rossiccio sospirò e cedette il posto a Mark.
«Un solo tentativo, se continua così non finirà bene.»
«So cosa vuoi dire.»
«Cosa intendete per non finirà bene?»
«Spero che tu non lo debba scoprire.»
Le urla di Luke si fecero più forti e questo mi preoccupò a dismisura . Non avevo smesso un minuto di accarezzarlo e di emanare feromoni per far si che si calmasse, però non avevano effetto
«Basta andate via... via... Io... non voglio... Lasciatemi in pace...»
Aveva iniziato a farfugliare varie frasi, e sia io che Mark capimmo tutto.
«Se la situazione è questa, la soluzione di Asher è la migliore.»
Prese la siringa dalle mani del collega, sotto i suoi occhi increduli e senza farsi vedere da Luke che nascondeva il suo viso nel mio petto gli fece la puntura.
«Così starà calmo per un po'»
«Ma così non va bene. Rischia di perdere il piccolo e se dovesse succedere non voglio immaginare cosa potrebbe fare. Non credo che il suo lato Omega potrebbe sopportarlo.»
«Sopportare cosa?» Chiese il rossiccio curioso.
«Un' altro aborto. Luke è stato abusato per anni e ha causa di questi ha avuto delle gravidanze indesiderate, però per quello che abbiamo capito nessuno dei cuccioli è sopravvissuto. Non parla mai di questa cosa quindi non siamo sicuri, ma dalla sua reazione abbiamo dedotto che sia così.»
Si capisce subito che la notizia lo ha sconvolto parecchio, però adesso dobbiamo pensare a lui e a non fargli perdere questo piccoletto altrimenti chissà cosa succederebbe.

Storia di un'OmegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora