❀ Ikigai

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7 Dicembre 2031

"Cosa ci fai qui?"

Mi sforzai di chiedere guardando il giovane uomo che avevo di fronte. Il tempo non sembrava esser passato affatto per Jun: gli occhi scuri erano ancora i soliti, più seri forse. Il naso e la bocca erano esattamente come li ricordavo. I capelli erano più corti e gli scoprivano il volto. Deglutii quando i miei occhi indugiarono sulle sue labbra che si incresparono in un mezzo sorriso. Sapevo bene che se ne fosse accorto.

"Potrei farti la stessa domanda." Si strinse nelle spalle prima di passare impercettibilmente la lingua sul labbro inferiore. Alzai gli occhi al ed annuii, realizzando quanto non fosse cambiato in realtà. Scossi la testa quando mi ricordai il motivo per cui mi trovassi lì, portandomi una mano vicino alla testa per massaggiarmi le tempie con medio e indice.

"Sono qui con uno dei soci." Risposi troppo velocemente quasi a volerlo congedare, mentre cercavo di tenere nascosta la fede al dito incrociando le braccia sul petto. Lui mi guardò di sbieco mentre mi portavo una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio. Dannata agitazione.

Poi increspò le labbra iniziando ad annuire. Non riuscii a non accorgermi di come i suoi occhi cercarono di scrutare le mie mani alla ricerca di quello che tenevo così gelosamente nascosto. Si mise le mani nelle tasche dei pantaloni del completo scuro e tirò leggermente la testa all'indietro.

"Li porti ancora corti." Mi indicò con un cenno del capo e capii immediatamente si stesse riferendo ai capelli. Avevamo avuto tante conversazioni sulla lunghezza dei miei capelli quando stavamo insieme.

Ricordo come amava sedersi con me sul divano a fine giornata passandomi le mani tra le ciocche scure e come mi pregava di farli crescere, giusto il necessario affinché potesse intrecciarli. Diceva che serviva a rilassarlo quindi ci provai davvero. Nonostante li avessi tenuti corti fin da piccola non li tagliai per un po' , ritrovandomi incredibilmente affascinata dal modo in cui mi contornavano il viso. Da lì in poi, lui intrecciava i capelli con la sua mano mentre accarezzava il dorso della mia con l'altra.
Era una consuetudine. Una di quelle belle.

Li tagliai di nuovo quando partì per Tokyo. Non riuscivo a sopportare di sentirli addosso, di avere qualcosa che aveva toccato così tante volte sopra le spalle. Fu un modo per liberarmi del peso che mi aveva fatto provare. O almeno, quello fu il significato che provai a dare affinché il senso di colpa mi lasciasse vivere.

"Da dieci anni." Strinsi i pugni ricordando quei frammenti. I suoi occhi scuri si fermarono sulle mani che tenevo serrate lungo i fianchi, deglutí prima di posare lo sguardo su di me. Non disse niente. "Non mi hai ancora detto cosa ci fai qui." Il mio tono era dispotico.
"Beh, io-" Riuscì a dire solo questo, prima di esser brutalmente interrotta da qualcuno che arrivò vicino a me. Edoardo aveva un sorriso spaventosamente tranquillo sul volto quando iniziò a parlarmi.

"Ti ho cercata ovunque." Poi passò lo sguardo sul ragazzo di fronte a sé, schioccando la lingua contro i denti. Spesso Edoardo sapeva essere crudele.

"Ci potrebbe portare altri due calici di Champagne, per favore? Io e mia moglie vogliamo festeggiare la mia promozione." Chiese mantenendo il sorriso e lo sguardo puntato su Jun squadrandolo dall'alto verso il basso. Mi aveva cinta la vita con il braccio spingendomi verso di sé. Stava marcando il territorio dimenticandosi della lite avuta poco prima. Provai un forte senso di nausea in quel momento: non riuscii a credere che Edoardo si fosse rivolto in questo modo a qualcuno e, tantomeno, che mi avesse utilizzata come un oggetto su cui vigeva la proprietà.

Strinsi di nuovo i pugni e ancora una volta, Jun non allontanò lo sguardo dai pugni serrati. Posai lo sguardo su di lui cercando un qualsiasi cenno di emozione, ma a contrario di anni prima, non riuscii a leggervi niente. Lo vidi contrarre la mascella ed incrociare le braccia al petto.

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