❀ Forse

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20 Settembre 2021

Potevo sentire la tensione sfiorarmi le dita, le tempie, il collo; mentre la vena su esso pompava sangue ad una velocità maggiore.

Nonostante la musica stesse riempiendo l'abitacolo dell'auto potevo sentirlo mentre sospirava e, con la coda dell'occhio, lo vedevo mentre controllava l'orologio al polso e contraeva la mascella.

Jun non amava le feste. Non sopportava i perbenismi e le condivisioni degli spazi con persone di cui non sapeva niente. Si sentiva a disagio quando qualcuno lo forzava ad iniziare una conversazione sul tempo o su quale squadra di calcio avrebbe vinto il campionato.

Distolsi lo sguardo, poggiando la testa al finestrino per guardare gli alberi rincorrersi senza mai raggiungersi mentre provavo ad immaginare quanta ansia provasse in quel momento, ma nonostante tutto, decisi di non dire niente.

Takumi ci aveva invitato a passare una serata in un locale poco distante dal centro promettendoci che sarebbe stata una serata tranquilla e divertente. Jun storse il naso quando sentì la parola 'locale' ed io, dopo averlo guardato, scossi la testa poco convinta rifiutando l'invito.

"Non accetto un no." Aveva detto.
"Ci pensiamo." Jun stava annuendo, ma le sopracciglia erano aggrottate.
"Sam convincilo tu. Sembra dare ascolto solo a te."
E poi accadde così. Senza che potessi fermarmi.
"Ci saremo."
Jun mi guardò di sbieco con una strana luce negli occhi, prima di voltarsi verso il suo amico ed alzare un pollice con un sorriso di cortesia sul volto.
"Ci saremo." Aveva ripetuto.

Cosa diavolo avevo per la testa?

Non so cosa mi spinse ad accettare. Forse volevo solo festeggiare l'esito dell'esame, o forse mi ero stancata di vederlo giocare alla play station ogni Venerdì sera.

Forse ero stata un'egoista, ma forse lo era stato anche lui. Forse sentivo il bisogno di uscire e passare una bella serata fuori, stringendo la mano del mio ragazzo o rabbrividendo per la sua mano sopra la mia coscia. Forse avevo bisogno di provare tutte quelle sensazioni che ci avrebbero riempiti di tensione da scaricare l'uno sull'altro una volta tornati a casa lontani da sguardi indiscreti. Solo io, lui e un letto.
Forse ne valeva la pena.

O forse no.

"Hai intenzione di non rivolgermi la parola per tutta la sera?"
Mi voltai nella sua direzione e lo trovai con una mano sul volante e l'altra all'altezza del viso mentre con il pollice si sfiorava le labbra. Un'abitudine che aveva e che diventava sempre più persistente quando era nervoso.

Sbuffai prima di tornare a guardare la strada.
"Davvero molto maturo." Sentenziai.
"Quindi adesso sarei io l'immaturo?" Sbottò dandomi una breve occhiata prima di riportare l'attenzione sulla strada. Moth to a flame in sottofondo rendeva l'atmosfera ancora più cupa. "Hai accettato senza nemmeno consultarmi."
"Consultarti? Di che cosa-"
"Ti sei chiesta se avessi voglia di venire qui, Sam?" Urlò. "Te lo sei chiesta?"
Trasalii e la bocca mi si schiuse. Non riuscii a dire niente mentre lo guardavo stringere il volante e allentarsi il nodo della cravatta.

"Torniamo indietro." Riuscii a dire.
"Non funziona così." Stava scuotendo la testa quando sbuffò una risata ironica.
"Non mi va più di andare."
"Una volta ti ho detto di imparare a fare i conti con i tuoi errori." Si voltò un'istante per guardarmi. "Hai finalmente un'occasione."

Il veleno nelle sue parole mi colpì come uno schiaffo in pieno volto, facendomi pizzicare gli occhi, ma non avrei pianto. Non gli avrei dato quella soddisfazione. Inghiottii quel groppo che avevo alla gola e con il medio mi tamponai gli occhi cercando di non rovinarmi il trucco.

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