❀ Frammenti dal diario di Jun

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29 Maggio 2021

La ragazza con le calze spaiate mi ha permesso di leggere con lei oggi. Non ha fatto caso ai miei occhi, sembrava essere troppo impegnata con gli appunti. La tentazione di parlarle è stata talmente forte da farlo, poi ho visto una strana espressione sul suo viso. Sono sicuro fosse ansia perchè le sue mani tremavano. Ho avuto paura che potesse aver notato qualcosa di diverso in me e che volesse ritirare la sua offerta di farmi leggere insieme a lei, ma osservandola sottecchi ho notato come avesse smesso di scrivere. La realizzazione mi ha fatto quasi scivolare dalla sedia. Le ho allungato i miei appunti e vedere il suo sorriso timido mi ha quasi fatto esplodere il cuore di gioia. Non ho potuto darglielo a vedere, però. Quindi ho portato gli occhi altrove per cercare di nascondere quel rossore che mi stava per spuntare sulle guance. Non riuscii a fermare il mio mezzo sorriso, ma di quello non mi sono preoccupato.

Ho azzardato a dirle il mio nome pentendomi subito dopo. Ho sentito la vergogna salirmi in gola, ma poi lei mi ha detto il suo. Mi ha anche sorriso. Due sorrisi in meno di un'ora. Nessuno mi aveva mai concesso una cosa simile.

Sento il bisogno di invitarla a bere qualcosa, di portarla a mangiare qualcosa.
Sushi, magari. Chissà se l'ha mai mangiato, o se conosce la salsa Teriyaki. Magari la confonde con la salsa di soia, ma non mi importa. Una come lei merita di conoscere la differenza.

Sam-Chan. Sam-Chan.





4 Maggio 2022

E' passato un po' dall'ultima volta in cui ho scritto qualcosa su queste pagine. Il motivo è che avevo qualcuno di reale a cui poter dire qualsiasi cosa mi passasse per la testa. O meglio, quasi tutto. Ecco perchè sono tornato a fingere che tu possa darmi una mano. Non c'è niente di male in fondo, l'uomo vive di illusioni. Sono quelle che ci permettono di alzarci dal letto ogni mattina, no?

Rimpiango tante cose, sai? Rimpiango non esser stato forte abbastanza da tenermela stretta, di non averle dato quello che si meritava. O forse, sì. Allontanarla da me è stato un atto di coraggio che poteva farmi sperare che riuscisse trovare di meglio.

Questo peso me lo porterò dietro ancora un po'. Nonostante la musica e le passeggiate nel bosco sembrano aiutarmi, credo che si tratti solo delle illusioni di cui ti parlavo poco fa.

Come l'illusione di pensarmi felice nel vederla insieme ad un altro. Chi voglio prendere in giro?
Posso mentire a tutti, ma non a me stesso. Takumi ha ragione su questo.
E mentirei se dicessi che oggi non ho provato la sensazione di prendere a pugni quello stupido che aveva vicino e prenderle quel viso tra le mani per baciarla. Non sarei solo un bugiardo, ma anche un'idiota. Baka. Il suo sorriso inebetito mi ha dato la nausea, ma ancora una volta non sono stato in grado di dire niente. Non ho potuto farlo o tutti gli sforzi fatti fino a quel momento sarebbero stati inutili.

Mi sono calmato solo perchè mi sono focalizzato su di lei. Samantha merita di essere felice ad ogni costo e in ogni modo, anche se la sua serenità non mi comprendeva lì vicino.

Ecco perchè l'ho lasciata andare. Di nuovo.

Inizio a non vederci più troppo bene, gli occhi mi pesano e tu caro diario non puoi fare più niente per me.
Lascerò che sia la musica a prendersi cura di me, adesso.

Ancora un po' Jun, ancora un po'.








7 Dicembre 2031

L'ho vista.
Non mi ero mai accorto di quanto i capelli corti le donassero.
Anche quel vestito e le perle che portava ai lobi.
Non le sono mai piaciute le perle, lei amava le ametiste.
Che abbia cambiato gusti?
Probabile.
I suoi occhi erano ombrati. Quando ho visto arrivare qualcuno vicino a lei
sono rimasto senza parole e le mani hanno iniziato a prudere, per questo
ho dovuto nasconderle dentro le tasche.
Ha sposato davvero il deficiente dell'ombrello.
Credo mi abbia riconosciuto. Si è soffermato sugli occhi prima di darmi
del cameriere. Che clichè, non trovi?
Baka. BAKA BAKA BAKA.
Non è nemmeno riuscito a renderla felice. Ha gli occhi stanchi.
Spero di esser riuscito a prenderlo a pugni in un altro universo.

Non sarei mai dovuto andare via.








8 Dicembre 2031

Mi ha scritto l'altra notte.
Ho tutte le ragione di credere che
quell'uomo non la renda felice come merita.

Entrambi abbiamo preso strade diverse,
ma non me la sentivo più di prendere in giro Alice.

Preferisco vivere la mia vita da solo, piuttosto che illudermi
di amare qualcuno che non sia lei.

Non è stato un caso che io sia tornato a scrivere sulle tue pagine,
e nemmeno che io sia tornato qui.

Sei caduto dal comodino circa un mese fa e ho iniziato
a sfogliare le tue pagine. Mi ero dimenticato di quanto fossi cresciuto
grazie a te. Grazie a me.

Ho chiesto il trasferimento per tornare qui, insieme ad Alice.
Non sapevo perchè, o cosa mi aspettassi.
Era soltanto una sensazione.

La verità è che questa sensazione, dopo aver letto le tue pagine,
è diventata sempre più persistente.
D'altro canto, Sam è sempre stata sepolta in un piccolo angolo di cuore,
ma non ho mai avuto il coraggio di
interferire con la sua felicità.

Se solo lo avessi fatto, avrei evitato che soffrisse.
L'avrei potuta rendere felice, forse.
Se solo fossi stato più coraggioso.

Se solo. Se solo.

Alla fine mi sono solo convinto che
certe persone non sono fatte per stare insieme,
nonostante continueranno ad influenzarsi per sempre.

Sono sicuro che pensi a me quando guardi gli anime.
E tu stai sicura che penso a te ogni volta che sento l'inizio
della canzone di Mystery of love.

E' inevitabile.

Purtroppo però, non avrei potuto sopportare di vederla
triste, o spezzata a causa mia.
Non mi sarei mai più perdonato.

L'altra sera, l'ho rivista per caso. Non sapevo niente
di lei, ne se si fosse trasferita altrove.

Il caso ha voluto che mi trovassi lì con Alice
invitati da un certo Bernini, proprietario dell'azienda
presso cui avevo fatto domanda di lavoro prima di
trasferirmi.

Non ero solito frequentare
certi ricevimenti, ma stavolta avevo le
mani legate.

Sai quanto credo nel destino. Non penso che sia un caso.
Credo che quel filo rosso che ci tiene legati abbia
scelto prima di noi. Ancora prima che entrasse in quella classe.
Ecco perchè l'ho invitata al caffè letterario.
Ho bisogno che ricordi quanto
è bello sorridere.

Ho bisogno di ricordarmi quanto è bella quando sorride.
Soltanto un'ultima volta.








28 Marzo 2032



Ci ho riflettuto a lungo.

Ho sempre creduto che quella del filo rosso fosse una leggenda che mia nonna si divertiva
a raccontarmi prima di farmi addormentare.

Akai-ito.

Così chiamava il filo legato al mignolo di ognuno di noi in grado di condurci inequivocabilmente verso la nostra anima gemella. 

Tante volte provavo a guardarmi il mignolo contro luce per cercare di vederlo rimanendone deluso.
Solo dopo tanti anni ho capito che non puoi vederlo, ma puoi sentirlo mentre ti spinge verso la tua persona. Ed è esattamente quello che è successo quando è entrata in aula quel 29 Maggio.

Adesso ne sono certo. Questo quaderno è tuo.
Queste parole devono diventare anche tue.
E' il mio ultimo tentativo di fare ammenda.
Con te, con me.

La cosa più importante che voglio che tu sappia
alla fine di tutto questo è che non importa
quanto tempo passerà, o quali distanze dovremo
percorrere, il mio filo tirerà sempre verso il tuo e
il tuo verso il mio.

A distanza di undici anni, posso dirti di non essermi sbagliato.

Tu meritavi di conoscere la differenza tra soia e teriyaki.
Aishiteru.

Jun

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