❀ Buon compleanno

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29 Maggio 2022

Tante cose possono cambiare in un anno. Talmente tante da mutare in una persona diversa. E senza rendertene conto, la canzone che faceva battere il tuo cuore inizia a farti innervosire,  il tè al limone lo preferisci al caffè e i mocassini li preferisci alle converse.

Forse non ci fai caso, ma la frangia inizia a stare perfettamente dietro l'orecchio senza caderti sul volto e così anche i capelli cresciuti ti ricordano quanto tu sia cambiato. D'altronde il tempo passa nonostante tu non te ne accorga. Nonostante tu non voglia accorgertene.

I compleanni non li avevo sempre odiati.

Ricordo quanto amassi il momento della torta con tutti i bambini che cantavano quella stupida canzone stonata, sforzandosi di sorridere per apparire in una foto che si sarebbe ingiallita con il tempo.

Gli stessi bambini che mi prendevano in giro in classe mi rivolgevano sorrisi sinceri ed ogni anno mi illudevo di esser meno sola.

Questo compleanno sarà diverso, continuavo a ripetermi.

Ma diverso non lo era mai.

Il giorno dopo, in classe, le risate continuavano ma sempre senza di me ed io ero ancora io, un anno più grande e con qualche stupida cianfrusaglia in più. Fu quando mi resi conto di questo che iniziai a tener nascosto a chiunque il giorno del mio compleanno, senza dovermi più preoccupare dell'ipocrita occhio di bue puntato fisso su di me una volta all'anno.

Iniziai a pensare che se non mi fossi presentata a quello degli altri e se non avessi più festeggiato, tutti quelli che lo sapevano se ne sarebbero presto dimenticati.

Ma la mente è la più potente arma di illusione che abbiamo a disposizione e quando ti convinci di una cosa, vivere in quell'utopia è tutto ciò che ti rimane. E ti ci aggrappi come se fosse reale.

Credevo funzionasse e così fu, almeno per un po'.

Bastarono degli stupidi biscotti e un crisantemo a rovinare il mio piano perfetto.

Non avevo più pensato al giorno del mio compleanno, non più. Ma dopo aver conosciuto Jun lo aspettavo come si attende di tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Contavo i mesi, poi i giorni che mancavano per sentirmi sussurrare un debole «ce l'hai fatta» e farmi baciare via l'agonia accumulata in quegli anni. Attendevo di soffiare quelle candeline, di sporcarci con la panna o di accendere le stelle filanti per fare delle stupide foto che avrebbe conservato nel portafogli. Perché lui era così e sapevo che l'avrebbe fatto.

Si dice che quando ti convinci tanto di qualcosa quella diventi una verità assoluta. E nella mia mente la verità aveva l'odore di panna,candeline appena spente e il sapore di Jun.

La verità però era diversa e per ironia della sorte, non sarebbe stato al mio compleanno. Nemmeno al mio onomastico o a Natale; non mi avrebbe portata al mare e non sarebbe venuto con me in Puglia dai miei parenti, nonostante me l'avesse promesso.

Spinsi via quei pensieri ingombranti realizzando di esser seduta di fronte allo specchio con i trucchi sparsi sulla scrivania ed un vestito più corto di quanto volessi ammettere.

Finii di truccami velocemente passando un velo di trucco sopra le lentiggini che avevo sopra al naso e il mascara sopra le ciglia scure. Feci un mezzo sorriso allo specchio sistemando i capelli in una codina tenuta da un semplice elastico rosa perla, lasciando il resto dei capelli scivolarmi sulle spalle morbidi.

Mi allungai verso la boccetta di profumo alla mia sinistra e ne spruzzai un po' sotto al collo e sui polsi. Un'ondata floreale mi colpì immediatamente facendomi ricordare quanto Jun preferisse l'altro, quello allo zucchero filato, ma quella sera il profumo non era per lui e non lo ero più nemmeno io.

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