❀ Fuori dall'acqua

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7 Dicembre 2031

Jun Pov

Un pesce fuor d'acqua.

Mi sentivo così mentre camminavo in mezzo a persone sempre troppo eleganti, come se i loro abiti potessero in qualche modo garantire loro la posizione altezzosa che già avevano. Come ci ero finito lì?

I miei occhi si soffermarono sui mocassini laccati e sui pantaloni rigidi e perfettamente stirati dalla donna che avevo vicina, mia moglie.

Mi stava guardando con un sorriso fiero nonostante quel Bernini fosse ancora impegnato a ridere raccontando una delle barzellette meno divertenti che avessi mai sentito.

Qualcosa sui carabinieri, ma non ne ero completamente sicuro. Quelle che preferivo erano quelle sugli asiatici, se non altro erano originali e mi divertiva vedere le facce di chi decideva di raccontarle proprio a me.

Nel mio vecchio ufficio, un tipo di nome Trespi ne raccontava tante da dividerle in sottocategorie: aveva il repertorio dedicato ai cinesi e ai filippini.

Rideva sempre per primo, io lo seguivo perché non volevo ci rimanesse troppo male. Era una bravissima persona con uno spiccato senso dell'umorismo, ma quelle sui carabinieri non mi facevano mai ridere.

Forse mi sforzavo di ascoltare solo per non concentrarmi sulla mano sudata che nascondevo in tasca.

O solo per non pensare al fatto che Samantha si trovasse a meno di dieci metri con un vestito nero che le abbracciava le curve, quasi come se fosse nata per indossare solo quello.

I capelli erano di nuovo corti e sembrava essere un'istantanea della mia mente, ferma a dieci anni prima.

"Stai bene?" Alice mi rivolse un sorriso e io mi limitai ad annuire. "Dovresti andare a presentarti."

"Sì. forse hai ragione." Sorrisi nervoso. "Prima però, devo andare al bagno." Le lasciai il calice e mi allontanai.

Tentai in ogni modo di non guardarla mentre si versava da bere il secondo calice nel giro di un quarto d'ora, o quando si alzava appena il vestito per assicurarsi che le scarpe fossero ancora allacciate.

Smisi di guardarla solo quando entrai nel bagno. Mi assicurai che non ci fosse nessuno ed entrai in uno di quei cubicoli lustri. Mi appoggiai alla porta e chiusi gli occhi , buttando fuori l'aria.

Mi ricomposi, sistemai la cravatta ed entrambe le maniche della giacca prima di fare un ultimo respiro e uscire da quel bagno. Pronto o no, avrei dovuto affrontare il mio nuovo capo e la mia ex nella stessa sala nello stesso momento.

Una volta fuori, aprii il rubinetto e iniziai a lavare le mani. L'immagine di quel vestito tornò a torturarmi quando decisi di fare qualsiasi cosa mi avrebbe impedito di pensare.

Mi soffermai a guardare l'uomo di fianco a me. Si stava lavando le mani, prestando attenzione a non bagnare il costosissimo orologio che aveva al polso.

Si era tolto la fede e mi piaceva pensare che l'avesse fatto per proteggere il suo matrimonio. Sua moglie doveva essere molto fortunata, sicuramente molto più della mia.

Lasciata sola in mezzo aun mucchio di gente mentre io cercavo di darmi un contegno. Prima che i sensi di colpa potessero controllarmi mi sentii parlare.

"Bell'orologio. E' vintage?"
L'uomo si voltò nella mia direzione soltanto un momento, poi si guardò allo specchio ed iniziò a sistemarsi la cravatta scarlatta.

"In effetti sì, è un regalo." Disse fiero sistemandosi la fede al dito senza degnarmi di uno sguardo. Non che mi importasse, a dirla tutta.

Poi parlò di nuovo, ma stavolta mi puntò gli occhi addosso. "In realtà a mia moglie piace farmi regali con la mia carta di credito. Sa cosa intendo?" Fece una breve risata. "E' bello quanto costoso." Concluse con il suo sguardo glaciale.

Fece per voltarsi e andarsene ma, prima di uscire, fermo sulla porta si voltò di nuovo a guardarmi, da capo a piedi. Aveva un sorriso finto stampato sulle labbra. Lo capivo dal modo in cui lo sguardo si spostava velocemente da una parte all'altra.

Mi sembrava di conoscere questa persona, ma in realtà molti uomini erano esattamente come lui quindi non ci feci caso. Mi congedò con una sola frase lasciandomi lì, senza nemmeno attendere una risposta.

"Belle scarpe."

Mi guardai le scarpe e vi notai alcune gocce d'acqua. Serrai la mascella realizzando che quell'uomo si fosse scosso le mani proprio lì.

Continuai a fissare l'uscita sperando di non incontrarlo per il resto della serata.

Avevo fin troppe cose a cui pensare.
Cose che meritavano la mia totale attenzione.

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