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⚠️ ATTENZIONE ⚠️

Prima di iniziare con la lettura del capitolo vi chiedo gentilmente di riempire la stellina che trovate in fondo a sinistra.
So che molti di voi sono lettori silenziosi e neanche ci prestano attenzione ma per noi autrici è molto importante così come lo sono i commenti, non solo perché ci aiutano a capire quanti di voi sono coinvolti ma anche per sapere cosa ne pensate di ciò che scriviamo.
Banalmente, anche se non molto, è anche un modo per gratificarci e soprattutto per farci capire che il nostro duro lavoro e il nostro tempo, non sono vani.
Ora vi lascio alla lettura del capitolo.

Sempre ed immensamente vostra, Marty ♥️


Ivy

Villa Stone, imponente e maestosa, si ergeva sull'isola di Indian Creek, dove l'élite di Miami, i componenti della più alta società borghese, avevano costruito le loro costosissime abitazioni.

Vivevano tutti qui, come una grande famiglia o peggio, come degli Amish moderni, strafatti di cocaina.

I raggi solari rifletterono attraverso il marmo bianco degli scalini che mi dividevano dall'entrata e quasi mi accecarono.

Tutto perfettamente pulito, lustrato e in ordine perché mia madre, Cordelia Stone, era ossessionata dall'ordine e della perfezione, ma soprattutto da ciò che la gente poteva pensare di lei se non fosse stato tutto perfettamente in linea con i canoni della società nella quale era nata e cresciuta.

Peccato che questo suo continuo ricercare l'approvazione degli altri l'aveva resa cieca e insensibile nei confronti dell'unica persona che aveva realmente bisogno di lei.

Mi schiarii la voce, sistemai la giacca e presi un respiro profondo. Oltrepassai l'entrata mastodontica dalle rifiniture dorate e varcai l'enorme arco in marmo di Carrara che divideva la rappresentazione room dall'entrata principale.

Quante sere avevamo trascorso in questa stanza? Tra sorrisi finti di cortesia e tentativi di fuga.

Tutto così regale e troppo soffocante per dei bambini che volevano solo godersi i loro anni con spensieratezza e divertimento invece che tra noiosissime feste e strette di mano tra uomini d'affari.

«Signorina Stone, sua madre è completamente impazzita.»

Theodore, il maggiordomo della nostra famiglia, mi accolse con un sorriso tirato e gli occhi velati di preoccupazione. «Sta facendo ammattire la servitù e non vuole darmi ascolto, la prego mi aiuti.» Supplicò unendo le mani guardandomi con speranza.

Theodore era con noi sin da quando ne avevo memoria ed era anche l'unico che in tutti questi anni aveva sopportato e supportato la mia famiglia dedicandosi ai nostri bisogni giorno e notte.

Ricordo che da bambina, quando sgattaiolavo fuori dalla mia camera insieme ad Ismael per mangiare dolci di nascosto, lui ci raggiungeva in cucina e ci preparava sempre dei sofficissimi pancake al cioccolato e cannella - i nostri preferiti - per poi farci giurare di non dire niente alla mamma e al papà e puntualmente Ismael si sentiva male e nonostante tutto loro si limitavano a delegare Theodore di chiamare il pediatra e farlo venire. Lui è sempre stato l'unico a prendersi veramente cura di noi, per me era come un nonno e se non fosse per lui non tornerei in questa casa nemmeno durante le feste comandate.

Da quando Ismael se n'era andato, questa casa aveva perso ogni significato e gli unici bei ricordi che avevo erano svaniti con lui.

«Ci penso io.» Risposi tranquillizzandolo con uno dei miei sorrisi più dolci e rassicuranti.

𝐓𝐄𝐋𝐋 𝐌𝐄 𝐀 𝐒𝐄𝐂𝐑𝐄𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora