6.Fιᥒιsh or stᥲrt?

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⚠️ ATTENZIONE ⚠️

Prima di iniziare con la lettura del capitolo vi chiedo gentilmente di riempire la stellina che trovate in fondo a sinistra.
So che molti di voi sono lettori silenziosi e neanche ci prestano attenzione ma per noi autrici è molto importante così come lo sono i commenti, non solo perché ci aiutano a capire quanti di voi sono coinvolti ma anche per sapere cosa ne pensate di ciò che scriviamo.
Banalmente, anche se non molto, è anche un modo per gratificarci e soprattutto per farci capire che il nostro duro lavoro e il nostro tempo, non sono vani.
Ora vi lascio alla lettura del capitolo.

Sempre ed immensamente vostra, Marty ♥️

Ares

La melodia che proveniva dalla voce femminile intenta a godere sotto di me era decisamente la musica migliore che le mie orecchie potessero udire, peccato che la voce in questione appartenesse a Lorelai e non a lei.

Ivy mi aveva giocato un brutto scherzo lasciandomi solo nella stanza con l'erezione a pulsarmi dolorosamente, ma non mi ero di certo fatto abbattere. Poco dopo la sua sparizione, oltre la porta della Lussuria era apparsa Lorelai, semi nuda e vogliosa come sempre.

E chi ero io per non accettare la sua lasciva richiesta di essere scopata?

Non ci misi molto ad alzarmi, afferrarla per il retro delle cosce, tirarla su e portarla nel mio ufficio per sbattermela a dovere, come avevo bisogno.

E ora, con lei sotto di me intenta a gemere con le guance arrossate e il fiato corto, mi stavo liberando di quel senso di oppressione che mi stava torturando la bocca dello stomaco.

Varcata la soglia del mio ufficio la lanciai sul divano, m'insinuai tra le sue cosce ricoperte di glitter e le strappai di dosso il tanga. Le spalancai le cosce e prima ancora che potesse supplicarmi di scoparla, la penetrai con forza.

Entrai e uscii dal suo corpo caldo più e più volte. Il rumore della collisione dei nostri bacini echeggiarono all'interno della stanza e dovetti trattenere il respiro per evitare di essere avvelenato dal suo profumo stantio di fragola chimica.

«Ares.» Ansimò la rossa, assecondando ogni mia spinta. «Così mi distruggi.» Mugolò di piacere misto a dolore.

Le afferrai il capezzolo con le dita e lo tirai con forza verso di me per poi lasciarlo andare e schiaffeggiarlo.

«Sta zitta!» Ringhiai schiaffeggiandole l'altro seno.

Conficcò le unghie nel mio braccio mentre gli occhi languidi le si rigirano vorticosamente.

«Oddio si!»

Sprofondai dentro di lei con ancor più impeto e in profondità mentre i capelli sbattevano come le ali di una farfalla appena nata mentre sfregavano contro la pelle nera del divano situato nel mio ufficio.

Spinsi più forte, affondando completamente dentro di lei e il seno, rosso a causa degli schiaffi e con il capezzolo turgido, sobbalzava ad ogni mia spinta rude.

Le addentai nuovamente il capezzolo, mordendolo e succhiandolo con veemenza.

«Mio Re.» Ansimò, sbattendo il bacino contro il mio e inarcando la schiena.«Ancora, ti supplico.»

Le tappai la bocca e velocizzai le spinte, abbassandomi sul suo seno e mordendole ancora il capezzolo.

Mordere. Succhiare. Tirare. Schiaffeggiare.

Erano tutte cose che mie eccitavano da morire. Mi facevano sentire potente.

Non volevo sentire la sua voce fastidiosa e stridula. La odiavo.

𝐓𝐄𝐋𝐋 𝐌𝐄 𝐀 𝐒𝐄𝐂𝐑𝐄𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora