22. Coᥒᥴᥱssιoᥒ dᥱᥒιᥱd

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⚠️ ATTENZIONE ⚠️

Prima di iniziare con la lettura del capitolo vi chiedo gentilmente di riempire la stellina che trovate in fondo a sinistra.
So che molti di voi sono lettori silenziosi e neanche ci prestano attenzione ma per noi autrici è molto importante così come lo sono i commenti, non solo perché ci aiutano a capire quanti di voi sono coinvolti ma anche per sapere cosa ne pensate di ciò che scriviamo.
Banalmente, anche se non molto, è anche un modo per gratificarci e soprattutto per farci capire che il nostro duro lavoro e il nostro tempo, non sono vani.
Ora vi lascio alla lettura del capitolo.

Sempre ed immensamente vostra, Marty ♥️

Ivy
🫐

«Sto ancora cercando di capire per quale motivo non hai controllato i documenti in cui c'è scritto chiaramente che quel terreno non è edificabile, David.» Lo rimproverai puntando l'indice sul paragrafo sottolineato. «Lo avevo anche evidenziato.»

«È stata una svista.» Si giustificò lui, guardandomi con gli occhi mortificati.

«David, queste distrazioni non sono ammissibili. Se non avessi ricontrollato ogni singolo fascicolo saremmo nei guai, in guai molto seri.»

«Farò più attenzione, Ivy. Te lo prometto.»

Recuperai un paio di faldoni e glieli porsi. «Controllai e studiali accuratamente, David e vedrai che non ci saranno altri errori simili in futuro.»

Mi accomodai sulla sedia, inserii la password nel pc per concludere gli ultimi controlli sui nuovi progetti, finalmente.

La giornata si era rivelata un vero disastro e io ero stanca, anzi no, ero completamente esausta.

Sospirai e mi passai una mano tra i capelli.

«Quel grandissimo figlio di puttana giuro su Dio che lo sgozzo con le mie stesse mani.»

Urlò Leo entrando nel mio ufficio come una furia, facendo vibrare le pareti di cristallo intorno a noi.

Alcune ciocche bionde le svolazzarono intorno al viso coprendo a malapena le guance arrossate dalla rabbia.

Arrivò davanti la scrivania come un uragano sbattendo i palmi delle mani sulla superficie di legno con una forza tale che per un istante pensai si fosse rotta il polso.

David, concentrato sullo schermo del computer, seduto al mio fianco, sobbalzò dallo spavento così come me.

«Eleanor Parsson, razza di pazza squilibrata esaurita, ti rendi conto che sto lavorando?» Domandai guardandola seria.

Leo tolse le mani dalla scrivania e le posizionò sui suoi fianchi sottili fasciati dal tubino nero.

Il rumore del piede che batteva sul pavimento in marmo e lo sguardo truce mi fecero capire che la mia migliore amica non solo era incazzata come mai l'avevo vista - no okay forse non è vero, l'avevo già vista così incazzata altre volte - ma aveva anche delle bruttissime intenzioni al riguardo e questo andava solo a mio discapito, già ne ero consapevole.

«Non me ne frega un cazzo.» Tuonò dura. «Stasera andremo al Poison e ridurremmo quel piccolo bastardo in poltiglia.»

Lanciai un occhiata veloce a David e con la testa gli feci cenno di andare.

«Ma Ivy abbiamo moltissimo lavoro da fare, siamo vergognosamente indietro.» Piagnucolò sventolandomi davanti al viso una serie di fogli.

«È vergognoso il modo in cui hai lavorato fino ad oggi, David.» Indurii lo sguardo, guardandolo dritto negli occhi. «Se non avessi ricontrollato tutto il tuo lavoro a quest'ora saremmo in un mare di guai.»

𝐓𝐄𝐋𝐋 𝐌𝐄 𝐀 𝐒𝐄𝐂𝐑𝐄𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora