15. A Nιghtmᥱrᥱ Gιft

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⚠️ ATTENZIONE ⚠️

Prima di iniziare con la lettura del capitolo vi chiedo gentilmente di riempire la stellina che trovate in fondo a sinistra.
So che molti di voi sono lettori silenziosi e neanche ci prestano attenzione ma per noi autrici è molto importante così come lo sono i commenti, non solo perché ci aiutano a capire quanti di voi sono coinvolti ma anche per sapere cosa ne pensate di ciò che scriviamo.
Banalmente, anche se non molto, è anche un modo per gratificarci e soprattutto per farci capire che il nostro duro lavoro e il nostro tempo, non sono vani.
Ora vi lascio alla lettura del capitolo.

Sempre ed immensamente vostra, Marty ♥️


Ivy

Ero esausta.

La giornata a lavoro era stata più complicata del previsto e il progetto per la quale stavo lavorando da mesi stava per essere distrutto a causa di una stupida distrazione di David, il mio braccio destro, e come sempre mi ero ritrovata a farmi carico del doppio del lavoro e a rimettere mani su mesi e mesi di lavoro che a quest'ora dovevano essere già stati terminati.

«Dove hai lasciato le catene?» Domandò Leo non appena varcai la soglia di casa.

Infilai la giacca nel gancio situato vicino alla porta e poggiai la borsa sul mobile di fianco.

Mi tolsi i tacchi e le lanciai un occhiataccia. «Non è divertente, Eleonor.» Pronunciai il suo nome per intero lanciandole uno sguardo torvo.

Sapevo quanto odiasse quando lo facevo, del resto io odiavo quando mi punzecchiava su Ares e ultimamente sembrava essere il suo passatempo preferito.

«L'incipriata dell'altra sera ti ha resa più acida di quanto mi aspettassi.» Rise legandosi i capelli in uno chignon scomposto.

«Mi ha legata con le catene del mio vestito.» Sbottai infastidita. «Me lo ha rotto e il bastardo se n'è andato lasciandomi lì, mezza nuda nel bagno delle donne.»

Leo osservò il mio viso per qualche secondo e infine scoppiò a ridere di gusto. «Mamma mia quanto la fai lunga, Ivy.»

Era facile per lei parlare, Alex non l'avrebbe mai lasciata in quel modo, io invece mi ero concessa al desiderio ed ero finita con un abito rotto e la giacca di Alex presa in prestito per coprirmi.

Lui era tutto ciò da cui mia madre mi aveva sempre messo in guardia fin da bambina. Lo sconosciuto dalle quale non avrei mai dovuto accettare le mie caramelle preferite.

Dio che stronzo che era stato Ares.

Solo a pensarci mi saliva il nervoso.

«Parli bene tu.» Le puntai contro il dito. «Alex non ti avrebbe mai fatto una cosa del genere.»

Schioccai la lingua sotto al palato mentre varcai la soglia della cucina e aprii il frigorifero prendendo una bottiglietta di acqua che la sera prima avevo messo aromatizzato con dei frutti di bosco freschi. La mia ossessione dopo i macarons* al mango.

Quando avevo bisogno di una coccola, questa era la mia preferita. Niente shopping o massaggio alla spa, no, mi bastava mangiare un macaron della mia pasticceria di fiducia e bere dell'acqua fresca, leggermente frizzante, aromatizzata con frutti di bosco freschi, possibilmente appena colti, seduta sul comodo divano di casa.

𝐓𝐄𝐋𝐋 𝐌𝐄 𝐀 𝐒𝐄𝐂𝐑𝐄𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora