13. Chᥲιᥒ-ᥣιt dιᥒᥒᥱr

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⚠️ ATTENZIONE ⚠️

Prima di iniziare con la lettura del capitolo vi chiedo gentilmente di riempire la stellina che trovate in fondo a sinistra.
So che molti di voi sono lettori silenziosi e neanche ci prestano attenzione ma per noi autrici è molto importante così come lo sono i commenti, non solo perché ci aiutano a capire quanti di voi sono coinvolti ma anche per sapere cosa ne pensate di ciò che scriviamo.
Banalmente, anche se non molto, è anche un modo per gratificarci e soprattutto per farci capire che il nostro duro lavoro e il nostro tempo, non sono vani.
Ora vi lascio alla lettura del capitolo.

Sempre ed immensamente vostra, Marty ♥️

Ares

Arrivai davanti al ristorante che Alex mi aveva indicato e controvoglia lasciai la chiave della Bugatti Divo al ragazzino davanti all'entrata.

Lo guardai serio, infilai una mano nella tasca dei pantaloni eleganti e mi poggiai con il gomito al finestrino.

«Se trovo solo un graffio sulla mia auto, considerati morto ragazzino.» Lo minacciai puntandogli il dito contro.

Il ragazzo sgranò gli occhi e tremolante si limitò ad annuire con la testa. Faticò persino a deglutire tanta era la paura.

Estrassi il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e controllai il nome del ristorante ancora una volta.

«Che cazzo mi vorrà dire di così importante.» Borbottai tra me e me mentre mi avvicinavo all'entrata.

Alex mi aveva chiamato poche ore prima dicendomi che doveva assolutamente parlarmi di un'affare importantissimo che aveva tra le mani, e già questo mi parve strano considerato che ogni genere di affare passava prima sotto la mia osservazione, ma a destare ancora più sospetto fú il vociferare di Leo al suo fianco, come se per me fosse impossibile riconoscere la sua voce squillante.

Non avevo problemi con la relazione che mio fratello aveva deciso di intraprendere con la bionda, ma c'erano delle regole da rispettare e per il suo bene e quello della sua fidanzata, doveva rispettarle.

Tutti noi dicevamo rispettarle. Io in particolare modo.

Ma Alex era troppo furbo e intelligente per lasciare che la sua ragazza s'immischiasse in certi affari e più ci pensavo, più l'idea che fosse tutto un piano architettato da lei per farmi rivedere la piccola frutti di bosco mi risultava plausibile.

Ci avevano visti, quella sera al Poison, ne ero certo, l'avevo baciata davanti a tutti e conoscendo il genere femminile, chissà quali assurdi film mentali si era fatta la bionda su di noi.

Volevo solo assaporare ancora una volta le sue labbra, perché mi andava, perché quella bocca carnosa era troppo invitante per essere utilizzata al solo vano tentativo di offendermi.

Sarebbe un vero spreco e non sono il tipo di uomo che ama lasciare il cibo nel piatto.

Ma la faccia di Leo me ne fece pentire subito dopo.

Gli occhi verdi si sgranarono increduli, la bocca le si spalancò e si portò una mano davanti per trattenere chissà quale assurdo verso.

Le donne e questo loro maledetto sogno sul principe azzurro e l'amore. Tutte cazzate, a me piaceva scopare, e anche molto e con donne diverse e l'unica cosa che volevo dalla mora era sbatterla a dovere un'unica volta, una sola, togliermi lo sfizio e passare alla vogliosa di turno successiva.

Aprii la porta del ristorante, una ragazza sulla ventina dal sorriso dolce e gli occhi azzurri, se ne stava in piedi su tacchi vertiginosi e il tubino nero a fasciarle il corpo magro. In mano teneva una cartella nera e non appena le arrivai davanti, si passò una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.

𝐓𝐄𝐋𝐋 𝐌𝐄 𝐀 𝐒𝐄𝐂𝐑𝐄𝐓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora