Su silencio hace ruido

281 18 4
                                    


"Ti ho portato un caffè" mi dice Alba raggiungendomi sotto l'ombrellone. Ieri ci siamo perse a parlare e in un attimo si è fatta sera, così siamo rincasate e ci siamo addormentate senza nemmeno cenare, troppo stravolte dal viaggio, dall'alcol e dai pensieri.
Oggi poi ci siamo svegliate presto per venire in spiaggia, abbiamo trascorso la mattinata a prendere il sole, a passeggiare sul bagnasciuga e immerse nel mare. Il clima è meraviglioso, l'acqua è cristallina e Agrigento è stupenda. Domani vogliamo fare un giro nel paesino, ma già dalla costa sembra spettacolare.
"Grazie hermanita" dico prendendo il bicchierino di carta dalle sue mani, me lo accosto alla bocca e ne bevo un sorso, poi però apro la mano e lo lascio cadere a terra di scatto. Di nuovo sento l'aria che fa fatica ad entrare nel mio corpo, mi sento soffocare e Alba subito mi scuote dalle spalle.
"Naj! - mi chiama, io porto gli occhi su di lei - Respira, ora non tutte le bionde che vedi sono Maggie" mi dice, io sposto nuovamente lo sguardo nel punto in cui, poco prima, mi è sembrato di vedere la bionda, ma non c'è nulla.
"Sto impazzendo" dico.
"Siamo in Italia, lei è a Ibiza, cerca di rilassarti" mi dice, poi mi prende di peso come un sacco di patate e mi carica sulla sua spalla. La sua forza mi sconvolge ogni volta.
"ALBA FERMA! ALBA METTIMI GIÙ!" urlo tentando di divincolarmi, la gitana però non molla la presa fino a che improvvisamente mi sento cadere nell'acqua. Riemergo fradicia e quando la vedo raggiungermi, le punto un dito contro.
"Estás muerta gitana" ed ecco la mia Zulema che torna a galla insieme a me. Alba ride e io rido con lei abbracciandola forte.
"Najwa, te quiero mucho" mi dice nascondendo il viso fra i miei capelli rossi completamente bagnati.
"Yo a ti también" le rispondo sincera stringendola ancora più forte a me.
Usciamo dal mare e ci asciughiamo sui lettini per poi prepararci e tornare a casa. Stasera abbiamo deciso di cenare in un ristorante di pesce e poi andare a ballare nel locale dove ieri sera abbiamo fatto aperitivo. Organizzano una serata carina con una dj che ho già sentito, sono molto curiosa.
Non appena rientriamo mi faccio una doccia lenta, amo lavarmi nella vasca anche senza riempirla, da bambina lo facevo sempre. Avvolta nell'asciugamano bianco mi accorgo di essermi già abbronzata moltissimo, ma è sempre stato così, mi basta un raggio di sole e subito mi scurisco. Decido quindi di indossare un abito corto bianco come il latte con la schiena completamente nuda se non per un piccolo filo di brillantini delicati che scivola lungo la colonna vertebrale. Solitamente sono più sportiva, mi vesto elegante solo per occasioni importanti, ma oggi mi sento così. Ai piedi calzo un paio di sandali con il tacco argentati e porto una pochette dello stesso colore. Alba invece ha indossato una tutina rossa con un profondo scollo sul seno e uno altrettanto importante sulla schiena, indossa décolleté nere e una piccola borsa a tracolla in tinta con le scarpe. Opto per il mio solito trucco con eye liner, mascara e rossetto rosso, poi raccolgo i miei capelli in una coda alta, ho deciso di lasciarli crescere e ormai sono lunghi quanto quelli di Alicia, almeno per la prossima stagione non dovrò indossare la parrucca che odio con tutta me stessa, tanto quanto quella di Zulema. Alba invece porta due trecce lunghissime e un trucco smokey nero che le sta divinamente.
"Andiamo?" mi domanda e io annuisco. Prendo le chiavi della macchina e mi slaccio i sandali per guidare scalza, non si può ma è pur sempre meglio dei tacchi. In dieci minuti siamo al ristorante.
Ordiniamo un antipasto da dividere e due primi, il tutto accompagnato da un buonissimo vino bianco.
"Stasera voglio divertirmi come quando avevo vent'anni" mi dice Alba sorseggiando il vino e fumando una sigaretta.
"Io vent'anni li avevo quasi trent'anni fa" rido accendendo a mia volta una sigaretta ed inspirando il fumo a pieni polmoni.
"Sei una bomba sexy, hermana" e io ammicco. Mi piaccio, devo ammettere che amo il mio aspetto fisico, ho imparato ad amare anche i miei difetti come per esempio la piccola fossetta del mio naso. È stata Maggie a farmela apprezzare per prima, diceva che la adorava. Io invece adoro le fossette che si formano sulle sue guance quando sorride. Scaccio immediatamente il pensiero, ma non abbastanza velocemente da nasconderlo ad Alba.
"Pensi a lei - mi dice, io le sorrido malinconica - Najwa perché non le parli? Lei pensa di averti fatto qualcosa per meritare questo comportamento" continua.
"Non posso, non so nemmeno come reagirei ad averla di fronte" e così dicendo faccio cenno al cameriere di portarci il conto. Mentre estraggo la carta dal portafogli mi sento tirare il vestito. Appena mi volto vedo una bimba dagli occhi verdi come il bosco ed i capelli neri come l'ebano, avrà non più di dieci anni.
"Tu sei Zulema?" mi chiede in italiano, ormai lo capisco piuttosto bene così le sorrido annuendo. La bimba si volta verso Alba.
"E tu sei Saray" sorride e Alba ricambia.
"Aurora vieni qui - la chiama quella che credo sia la sua mamma - lo siento - ci dice, poi torna a rivolgersi alla piccola - non puoi andare a tavola delle persone per disturbarle" la redarguisce.
"Mamma ma io volevo una foto con Zulema e Saray" sorride e io non posso fare a meno di riconoscere sui suoi capelli lo stesso taglio della mia parrucca da Zulema.
"Vámonos" le dico alzandomi per poi piegare le ginocchia portandomi alla sua altezza, Alba fa lo stesso e la mamma ci scatta qualche foto con la bimba che ha un sorriso a trentadue denti.
"Gracias" ci dice la mamma.
"Gracias" ripete la bambina saltellando emozionata. Noi le salutiamo con la mano e loro se ne vanno. Paghiamo il conto e ritorniamo verso casa per lasciare l'auto e incamminarci al locale.

LentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora