Aún tengo mucho que dar, demasiado

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Ho aperto gli occhi pochi minuti fa in una stanza di ospedale, le luci soffuse mi bruciano sugli occhi, intorno a me c'è quell'odore di sterilità tipico di questi posti e le porte che si aprono e chiudono scandiscono il tempo che passa. Il suono dei macchinari attaccati ai fili che escono dal mio corpo mi sta facendo fastidiosamente rimbombare il cervello, mi sembra quasi che a forza di pulsare possa uscire dal mio cranio. Quando ho visto Teo entrare nella mia camera ho sentito il desiderio di abbracciarlo, di tenerlo stretto a me come quando era bambino, ma non ci sono riuscita. Mi fa male tutto il corpo, ogni minuscolo centimetro di me mi fa sentire come se mi stessero infilzando con mille lame, persino respirare è un dolore atroce. Ho rassicurato Teo, gli ho detto che sto bene, in fondo è così, i medici hanno detto che me la sono vista molto brutta, ma sono fuori pericolo ora. Mi sono fatta promettere che tornerà a casa a riposarsi e ci vedremo domani, era terribilmente pallido e provato. Odio l'idea di mostrarmi così fragile di fronte a mio figlio, ho sempre cercato di mantenere viva in lui l'idea di una mamma sempre al massimo delle sue caratteristiche e potenzialità, ma forse per la prima volta oggi mi rendo conto che non sempre può essere così. Teo ormai è grande, non è più un bambino, ma un piccolo uomo, non serve più che io mi mostri come un supereroe, sono umana e lui lo sa. "Andrà tutto bene mamá, non ti preoccupare. Di Bala e della casa mi prendo cura io, tu pensa a stare bene e a uscire di qui, il peggio è passato" mi ha detto questo poco prima di allontanarsi dal letto, quando era sull'uscio della porta l'ho chiamato, lui si è voltato a guardarmi e io non ho fatto in tempo a parlare perché mio figlio mi ha preceduta dicendomi "ora la faccio entrare". Nessun nome, sapevamo entrambi che mi stessi riferendo a lei. Ho cresciuto un ragazzo spettacolare e mi piace pensare che nonostante lui sia buono e puro di natura, un po' il merito sia anche mio. L'ho salutato con la promessa che sarebbe tornato presto e che nel frattempo avrebbe detto a Maggie di raggiungermi. Quindi eccomi qui, ora, in un letto d'ospedale ad aspettare di vedere una chioma bionda sbucare dalle pareti a vetro che mi separano dal corridoio della terapia intensiva. Mi sembra che stia passando un tempo infinito da quando Teo ha lasciato la mia stanza, sto perdendo la speranza di vedere Maggie quando, finalmente, i suoi occhi fanno capolino incastrandosi nei miei.
"Rubia" le sorrido, anche questo piccolo movimento mi fa provare un dolore che forse non è paragonabile nemmeno a quello del parto. Ma la gioia di vederla e più forte.
"Najwa ti prego perdonami, io voglio stare con te, non mi importa del resto, io ti amo, ti amo immensamente e preferisco una vita di nascosto che un'esistenza senza di te" parla camminando verso di me. Muovo una mano facendole cenno di avvicinarsi al letto, lei non se lo fa ripetere due volte. Con fatica mi sposto leggermente sul lato permettendole di stendersi di fianco a me.
"Sono abbastanza sicura che non si possa fare rubia" le dico trattenendo una risatina perché mi fa troppo male.
"Shh" mi zittisce lei dandomi un bacio sulla punta del naso. Non appena la sua testa si appoggia sul cuscino accanto a me, crolla stravolta. Con fatica prendo il mio telefono ammaccato per i colpi che ha preso e mando un messaggio veloce ad Alba chiedendole di raggiungermi, poi lo appoggio sul fianco del letto. I miei occhi si fanno pesanti per la stanchezza. Li lascio chiudere cullandomi del profumo della bionda con la quale le parole non servono mai, è bastato condividere un letto per sistemare tutto.

"Vedo che avete fatto pace" la voce di Alba mi giunge ovattata, apro gli occhi sentendomi ancora più stanca di prima, quanto ho dormito?
"Che ore sono?" domando perplessa.
"Mi hai mandato quel messaggio non più di cinque minuti fa" ride lei avvicinandosi al letto. Si siede accanto a me e mi prende la mano.
"Alba grazie, grazie veramente" le dico semplicemente. I medici e Teo mi hanno detto che ha dovuto sopportare un carico di pressione sovrumano, ma nonostante questo ha preso sempre la decisione giusta. E il risultato è che io sono qui.
"Fammi una cosa simile ancora e ti giuro che se non muori ti vengo a uccidere io con le mie stesse mani. - dice baciandomi sul dorso della mano ricoperta da un cerotto sotto cui si insinua una flebo - Non so come avrei fatto Naj, ho avuto  davvero paura. È stato come vivere ore e ore sott'acqua cercando di risalire, ma senza riuscirci. Più provavo ad essere positiva e più il tuo cuore si fermava. Ogni volta che ti hanno portata in sala operatoria è stato un incubo dal quale non riuscivo a svegliarmi. E poi vogliamo parlare del dover essere forte per Teo? Cazzo è disumano fingere positività solo per non far preoccupare lui, come fai a farlo da quando è nato?! Sei mia sorella Naj, non posso perderti" confessa abbassando lo sguardo.
"Anche io. - ammetto - Quando ho realizzato che avevo perso il controllo ho avuto paura, ho pensato a Teo, a te. Avevo il terrore di lasciarvi. Poi Maggie, non riuscivo ad accettare di andarmene senza averle detto che lei vale più della mia stupida necessità di essere sempre così riservata. Mi sono sentita come se davvero la mia vita mi stesse scorrendo di fronte e mi sono resa conto di quante cose belle ho buttato via per la paura di quelle che potevano essere le conseguenze. Mi sono sentita così piena di rimpianti Alba..." le dico. Sento le lacrime pungermi gli occhi, sono stata veramente ad un passo dalla morte ed è proprio vero che finché non si prova sulla propria pelle il rischio di perdere tutto non si può comprendere il significato più profondo delle piccole cose.
"Perché hai così tanta paura di esporti?" mi chiede Alba.
"Forse ho semplicemente paura che questo - dico indicando goffamente Maggie addormentata avvinghiata al mio braccio - non sia più solo mio, che me lo rovinino" e questa mia risposta non lascia spazio ad ulteriori argomentazioni.
"Ale voleva salutarti prima di riportare a casa Teo. Anche le ragazze vorrebbero vedere come stai. Purtroppo l'accesso alla terapia intensiva è concesso solo a tre persone e siamo io, Maggie e Teo, loro le potrai rivedere quando ti sposteranno in reparto" mi dice, io annuisco e lei li invita a entrare. Maggie si stringe ancora di più al mio braccio e io vorrei fermare il tempo, riavvolgere il nastro e tornare a quella mattina di due giorni fa per dirle ciò che avrei dovuto ammettere fin dal principio.
"Allora sei viva, brutta stronza!" esclama Ursula. Io le sorrido. Una ad una si avvicinano a me, la più scossa è Itziar che non riesce a proferire parola. Alejandro mi sembra più vecchio di quindici anni, Teo mi ha detto che prima di venire qui si è occupato di Bala e dei documenti vari relativi all'incidente così da portare ad Alba solo le pratiche da firmare, deve essere stato difficile farlo con la paura di non arrivare in tempo per vedermi viva, non posso nemmeno immaginare cosa abbia passato. Sto salutando Esther quando i medici chiedono a tutti di allontanarsi così, dopo un ultimo bacio a ognuno di loro e dopo qualche abbraccio goffo, qui in stanza rimaniamo solo io, Alba e Maggie ancora profondamente addormentata.
"Stavi tornando da lei, vero?" mi domanda Alba non appena rimaniamo sole. Io la guardo sollevando un sopracciglio.
"Che cos..." provo a chiedere, ma Alba estrae il suo telefono mostrandomi una foto che deve aver scattato poco prima di svegliarmi. Ritrae me e Maggie addormentate sul letto, lei con la testa sulla mia spalla e io con il naso fra i suoi capelli. Le nostre mani sono intrecciate l'una all'altra.
"Dimmi tu se questo non è amore! Stavi tornando da lei, avevi già capito che avevi fatto una cazzata, vero?" mi chiede con le lacrime agli occhi. Io porto lo sguardo sul mio addome dolorante e annuisco.
"Sì, tornavo da lei. Come lo sai?" la guardo. Lei tira su con il naso, poi ride fra le lacrime ed inizia a parlare appoggiandomi una mano dietro al collo e portando la sua fronte sulla mia.
"Hanno detto che hai tentato un'inversione ma hai perso il controllo. - dice ridendo - Hai capito testa di cazzo? Per tornare da lei ti sei ribaltata! - continua a ridere - La prossima volta pensaci prima di fare tutta sta scena, penso che ti avrebbe perdonata comunque" e a questa affermazione ridacchio anche io facendo una smorfia di dolore. Maggie si muove mugugnando e apre gli occhi
"Buongiorno rubia" le dico. Lei mi sorride e si solleva.
"Quanto ho dormito?" chiede cercando un orologio sulle pareti della stanza.
"Penso un'ora" le risponde Alba e Maggie si stropiccia gli occhi.
"Scusami Naj, non chiudevo gli occhi da quando abbiamo discusso praticamente, vederti deve avermi fatto scaricare l'adrenalina che ho accumulato" mi dice e io le sorrido.
"Dov'eri ieri sera?" le chiede Alba.
"A cena con mio padre, è venuto a cercarmi perché ha saputo che sono stata a Málaga senza dirgli nulla" diventa rossa.
"E cosa è successo?" le domando io.
"Gli stavo raccontando tutta la verità su di noi e la discussione che abbiamo avuto, quando mi ha chiamata Berta" solleva le spalle, io alzo un sopracciglio con sguardo interrogativo. Vedo Maggie portare gli occhi in quelli di Alba che scuote la testa.
"L'ho chiamata ieri per dirle dell'incidente ma mi ha riattaccato il telefono dopo essersi lamentata di quanto tu sia stata stronza, poi ho scritto un messaggio nel gruppo e sono arrivate tutte tranne lei, così Berta l'ha chiamata incazzatissima, la conosci, sai com'è quando perde le staffe. - e così dicendo ride - Insomma Maggie è arrivata qui con tanto di tacchi e vestitino, ma era tutta trafelata la nostra rubia impulsiva" Alba le stringe la mano e anche Maggie sorride nascondendosi il viso fra le mani. A raccontarla ora fa ridere davvero, ma immagino che non sia stata proprio una situazione semplice in quel momento.
"Rubia, ti ho fatta proprio arrabbiare per non voler nemmeno ascoltare la gitana" dico guardando la donna più bella che io abbia mai visto, persino così sfatta e stanca resta meravigliosa.
"Non conta più, mi basta che tu sia con me, non mi interessa che lo sappia nessuno" e così dicendo mi lascia un dolce bacio sulle labbra.
"Non glielo hai detto?!" esplode Alba rimanendo con la bocca aperta. Maggie la guarda confusa, poi guarda me.
"Cosa non mi hai detto?" mi chiede. Io raccolgo il coraggio e decido di voler ricominciare con lei dalla verità.
"Ho avuto paura. Sicuramente è vero che non ho mai amato che la mia vita finisse sui giornali, ma la mia paura più grande era che rendendo pubblica la nostra storia ci avrebbero logorate. Avevo paura che il nostro amore venisse messo sotto pressione dai paparazzi e forse un po' anche dai fan e dalle loro aspettative, insomma per loro siamo idealizzate e le aspettative sono tante. Temevo che ciò che di speciale stavamo vivendo potesse svanire a causa di qualcuno. Poi però appena mi hai cacciata e mi sono messa in macchina ho sentito la tua mancanza e mi sono resa conto che la paura di una vita sbattuta in copertina non era nemmeno paragonabile al terrore che ho provato quando ho preso consapevolezza del fatto che ti stavo perdendo per una cazzata, alla fine insieme noi saremmo state capaci di tutelare la nostra storia. Così ho provato a fare inversione ma non è andata esattamente come avevo pianificato" faccio una smorfia imbarazzata.
"Stavi tornando da me..." dice Maggie, posso vedere il senso di colpa nei suoi occhi così mi affretto a rassicurarla.
"Non è colpa tua, se c'è qualcuno che ha colpa sono io, se solo non ti avessi detto quelle cose nulla di tutto questo sarebbe successo" le accarezzo la guancia, gesto che mi costa delle fitte lancinanti al braccio e all'addome.
"Naj, dille quello che hai detto a me che avresti voluto dirle se non ti fossi ribaltata come una lattina di tonno accartocciata" Alba prova a stemperare il clima pesante che si è formato tra queste quattro mura. Ci riesce perfettamente perché Maggie scoppia a ridere e mi guarda negli occhi.
"Dai dimmi" mi incita Maggie.
"Maggie, te lo dirò quando meno te lo aspetti" sorrido e lei mi bacia dolcemente. Non avrei mai potuto lasciare le persone che più amo al mondo. Loro sono la mia famiglia. Mi sento così grata alla morte di non avermi portata con sè, non era il mio momento. Ho ancora tanto da dare, troppo.

* spazio autrice *

Eccomi qui! La scorsa settimana l'ho dedicata alla one shot su Alicia e Raquel prendendomi una piccola pausa. Oggi però torno ad aggiornare Lento e, presto, anche Iguales o nada. Come si comporterà Najwa ora? Quando deciderà di dire a Maggie che è pronta a rendere ufficiale la loro storia? Sono emozionatissima!
Come sempre vi chiedo una stellina e, se vi va, fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate fin qui!

Vi ricordo le altre storie online sul mio profilo:

Iguales o nada: storia Zurena a capitoli.
: one shot Zurena.
Nuestro lugar: one shot Ralicia.

Se volete lasciare qualche stellina anche a queste storie ve ne sono grata, apprezzo sempre il riscontro circa ciò che scrivo, ci metto il cuore ❤️.

- Elle 🦂

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