Yo también quiero ser tuya

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"Ti passo a prendere per le otto, vale?" mi chiede Maggie prima di separarci alla fine del molo perché io ho la macchina parcheggiata a destra e lei a sinistra.
"Vale, porta le tue cose" le dico, lei di rimando sbuffa portando gli occhi al cielo, poi mi sorride. Le ho ripetuto forse dieci volte di prendere la sua roba dalla stanza in hotel e portarla da me già stasera, ma se è necessario posso ripeterlo altre mille volte. Non so perché io mi senta così protettiva nei suoi confronti, è una donna adulta ed è capace di prendersi cura di se stessa, ma io ho questo istinto da sempre con lei e ha sempre preso il sopravvento sulla razionalità. Tranne quando l'ho cacciata di casa e sono venuta qui, ma in quel caso stavo provando a proteggere me.
"A dopo Naj" si avvicina a me per darmi un bacio sulle labbra, ma io mi sposto leggermente per porgerle la guancia: qui siamo troppo esposte e potrebbero vederci. Fortunatamente lei capisce e non fa una piega, è presto, io ho sempre tenuto la mia vita privata estremamente privata. Non ho nemmeno mai dichiarato ai media chi sia il padre di Teo nonostante le mille indelicatissime domande. E per quanto so che i fan vogliono Maggie e me insieme più o meno dalla prima stagione, per quanto so che se la cosa si dovesse fare seria saremmo costrette a dirlo dal momento che siamo entrambe sempre sotto i riflettori, ora non voglio farlo. Non sono sicura di come andrà, non sono sicura di cosa vogliamo, non sono sicura nemmeno di dove sarò domani.
"A dopo rubia" le sorrido e lei fa lo stesso, poi si volta dandomi le spalle e la sensazione che provo è per me totalmente nuova. Sento immediatamente la sua mancanza, è proprio istantaneo, i suoi occhi non sono più incastrati nei miei da pochi secondi e a me già manca. Sorrido come una bambina rimanendo ferma a guardarla e quando lei si volta, scoppia a ridere notandomi ancora lì.
"Ci vediamo tra un'ora!" mi dice.
"Lo so e mi mancherai in ogni minuto!" le urlo prendendo coraggio, non voglio più tenermi nulla dentro, voglio correre il rischio. Voglio poter dire che, comunque vada, ho dato tutto.
"Anche tu!" mi risponde lei, poi si volta e scompare dietro l'angolo.
Quella di oggi è stata una giornata spettacolare, tra una cosa e l'altra siamo rimaste in mare dieci ore e comunque non sono bastate. Abbiamo riso, parlato, fatto l'amore; ci siamo baciate, coccolate, prese in giro come sempre; abbiamo dormito, cantato e ballato. È stato speciale, in un attimo mi è sembrato di essere tornata sul set quando nei camerini con le divise gialle facevamo tutto fuorché provare le nostre parti: balli tipici delle gitane con Alba in piedi sui tavoli, balli di gruppo con me che facevo da animazione stile villaggio turistico, brindisi totalmente a caso perché ogni scusa era buona per stappare una bottiglia, lotte di solletico all'ultimo sangue, battaglie di cuscini prese con grande serietà da riempire di piume tutta la stanza, un pomeriggio ci siamo addirittura messe a scrivere sui muri perché volevamo "lasciare il segno". Quando Maggie ha chiesto di lasciare la serie uccidendo Maca siamo rimaste tutte sgomente, si era affezionata profondamente a quel personaggio e non capivamo perché stesse scegliendo di abbandonarlo per Las chicas del cable. Per carità anche quel ruolo le piaceva molto, però lei era Macarena e non ci siamo mai spiegate perché tra le due ha scelto di abbandonare noi. Poi però quando Ivan ha insistito per lasciare aperta la storia di Maca mettendola in coma dopo l'incidente con la lavatrice abbiamo respirato sperando che lei scegliesse di tornare e così è stato. Noi non ci siamo mai perse, siamo sempre uscite tutte insieme con Alba e Berta, con cui avevamo pattuito di convincere Maggie a tornare per sfinimento. Io e Maggie uscivamo spessissimo anche da sole, anzi soprattutto. Non abbiamo avuto tempo di sentire la sua mancanza perché ci frequentavamo, ma sul set mancava da morire, era vuoto senza di lei. Sorrido se ripenso a quanto ho amato quella serie e quel personaggio, porterò Zulema sempre nel mio cuore perché Zulema mi ha dato Macarena e, anche se non so come andrà, sarò sempre grata a Macarena per avermi dato Maggie. Sono talmente immersa nei miei pensieri che nemmeno mi accorgo di aver guidato fino a casa, non appena scendo dall'auto Bala mi corre incontro, insieme entriamo in casa e cerchiamo Teo.
"Dove stai andando così ben vestito?" gli chiedo vedendolo con indosso una camicia, cosa che lui non metterebbe mai. Mi ricordo le battaglie quando era più piccolo per convincerlo ogni tanto.
"A cena a casa di un'amica di Bruno" mi risponde e lo vedo arrossire.
"Va bene, io esco con Maggie, torniamo insieme a casa stasera" gli dico.
"Dorme con noi?" mi chiede sorridendo. Io annuisco e lo vedo sinceramente felice.
"Cosa le porti?" fingo indifferenza, ma conosco mio figlio e so che questa amica deve piacergli per come si sta agghindando.
"A chi?" alza un sopracciglio.
"All'amica di Bruno" rispondo sempre mantenendomi indifferente.
"Noi portiamo del vino" sorride.
"E tu? Non le porti nulla tu?" lo guardo fisso negli occhi.
"Cosa potrei portarle?" mi chiede, lo conosco perfettamente.
"Prendi una rosa dal fiorista lungo la strada, una sola rosa rossa senza nient'altro, d'accordo? Niente di troppo impegnativo, ma abbastanza da farla sentire corteggiata." gli sorrido accarezzandogli la guancia: sono orgogliosa del ragazzo che è diventato, ma su tante cose è ancora il mio bambinone e io sono felice di dargli qualche dritta da mamma.
"Grazie" ride imbarazzato, poi mi lascia un bacio sulla punta del naso e se ne va. Mi accorgo che è tardi così mi fiondo in doccia uscendone solo cinque minuti dopo. Non ho lavato i capelli perché avendo fatto le trecce voglio lasciarli mossi e sciolti. Mi spalmo la crema su tutto il corpo e indosso solo la mutandina di un completo intimo di pizzo bianco nuovo di zecca, la stoffa risalta sulla mia pelle abbronzata e sorrido pensando al fatto che davvero nemmeno a quindici anni stavo attenta all'intimo prima di un appuntamento. Copro poi il mio corpo con lo stesso abito bianco che avevo ad Agrigento la sera in cui ho incontrato Maggie, è uno dei suoi preferiti e me l'ha sempre detto. Dopo aver calzato un paio di décolleté rosse, mi trucco leggermente e alla fine non resisto con i capelli sciolti, così li chiudo in uno chignon lasciando libera solo la frangia e un paio di ciuffetti laterali. Proprio mentre sto prendendo le chiavi della macchina e la borsa rossa in tinta con le scarpe, Maggie suona al campanello. Quando apro resto a bocca aperta. Porta un tubino blu con uno scollo provocante che arriva fin sotto il seno, indossa dei sandali bianchi con il tacco che sono la fine del mondo e l'abito le fascia le gambe in maniera spettacolare tanto che non riesco nemmeno a parlare.
"Hai visto la madonna?" mi chiede prendendomi in giro.
"Poco ci manca" le rispondo prendendola per un polso e trascinandola dentro casa per poi fiondarmi sulle sue labbra non appena mi richiudo la porta alle spalle.
"Mi vestirò più spesso così se il risultato è questo" ironizza lei dopo essersi separata da me interrompendo un bacio pieno di desiderio.
"Sei bellissima, ma non ti serve quel vestito per esserlo, saresti spettacolare anche con un sacco della spazzatura addosso. E poi ti ho detto che mi saresti mancata" la mia lingua non ha freni.
"Anche tu sei meravigliosa, questo abito lo adoro e ti sta benissimo, te lo avrei detto anche ad Agrigento ma ero troppo impegnata ad arrabbiarmi con te per essere sparita. E mi sei mancata anche tu" mi risponde alzando le spalle. Lasciamo la sua valigia all'entrata e lei insiste per andare con la sua auto.
"Ti ho invitata io e voglio portarti io al ristorante" mi dice e stavolta so che è vero, non lo fa per la paura che io vada troppo veloce.

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