Sus sonrisas lo dicen todo

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Maggie sorride e quando lo fa è bellissima, le sorrido anche io.
"Quindi siamo una coppia?" mi chiede facendo una smorfia furba.
"Lo siamo" continuo a sorridere io perdendomi nel suo sguardo.
"Sei la mia ragazza" dice avanzando verso di me.
"Sono una ragazza un po' vecchia, ma sì, sono la tua. E tu sei la mia" la nostra differenza di età mi tortura, abbiamo quasi tredici anni di differenza, siamo in fasi diverse della nostra vita e mi chiedo se questo tra noi non possa diventare un ostacolo troppo grande. Provo però a controllare la paura ripromettendomi di affrontare il discorso con Maggie quando saremo a casa.
"Sei la ragazza più sexy che io potessi desiderare" mi risponde ed è incredibile come sappia sempre trovare la cosa giusta da dire in ogni situazione. Subito mi lega le braccia dietro il collo e baciandomi. È buio, siamo su una spiaggia deserta e io desidero farlo da tutta la sera, quindi ricambio baciandola con tutta la passione che mi sento esplodere nel cuore. Le sue mani scivolano sulla mia schiena nuda per poi appoggiarsi sui miei glutei, le mie invece si perdono fra i suoi capelli.
"Ti amo" le sussurro sulle labbra.
"Ti amo anche io" sorride lei, poi la sua lingua torna ad intrecciarsi alla mia. In questi due giorni mi è parso di essere più felice di quanto io non sia stata in tutta la mia vita.
"Naj... - mi chiama lei, io mi stacco a malincuore dalle sue labbra e i miei occhi incontrano i suoi - anche il nostro primo bacio è stato una sera sul mare" sorride. Dio è così dolce, la sollevo e lei stringe le sue gambe intorno al mio bacino, giro su me stessa e scoppiamo a ridere. È di una leggerezza disarmante e quando i suoi piedi toccano di nuovo la sabbia fresca mi perdo ad ammirarla. In un solo giorno il suo corpo ha ripreso vita, per il peso ci vorrà ancora un pochino, ma già così sta molto meglio rispetto a com'è arrivata ieri. La prendo per mano e in silenzio camminiamo fino alla passerella che ci porta al parcheggio della macchina. Rimaniamo scalze per non rovinare le scarpe e controvoglia le lascio la mano sentendo di aver abbandonato il territorio neutro.
"Odio essere famosa" sbuffa lei.
"Non hai idea di quanto in questo momento lo odi anche io" confermo. Voglio poter essere libera di tenerle la mano o di baciarla se ne ho voglia. E so perfettamente che se non fossi famosa lo farei perché a me interessa poco del pensiero della gente. Ma io non faccio in tempo a muovere un passo che la mia vita viene sbattuta sui giornali e per una che vuole mantenere privata la propria vita non è un'idea geniale. Non mi vergogno di Maggie, lo urlerei al mondo intero. Il mio problema è solo la privacy mia e della mia famiglia.
"Non mi abituerò mai" ride lei, ma sento una punta di amarezza nella sua voce e so che se fosse per lei, non le interesserebbe. Ma è tutto troppo fresco.
"Posso guidare io?" le chiedo cambiando argomento, voglio vedere cosa mi risponde.
"Perché?" arriccia il naso lei.
"Nulla, ho voglia di guidare" faccio spallucce.
"La mia macchina?" mi chiede.
"Sì, è molto bella" la prendo in giro.
"È uguale alla tua" dice lei lanciandomi le chiavi, è vero, la sua è un'Audi Q3 come la mia, solo bianca. Ecco, le nostre auto sono proprio l'emblema di ciò che siamo noi, uguali, ma completamente opposte. Una bianca e una nera, lo Yin e lo Yang.
"Davvero mi lasci guidare?" le chiedo sorpresa.
"Sì, davvero. Ti amo, mi fido" sorride e io salto in auto. Guido mantenendo una velocità spedita, ma senza esagerare. Maggie è stranamente tranquilla e questo mi fa sorridere. Parcheggio nel cortile e in casa le luci sono accese, Teo deve essere già tornato. Apro la porta e lo chiamo.
"Teo?" sento un grande fracasso e poi vedo mio figlio correre come un disperato per gettare le braccia al collo di Maggie e stringerla forte.
"Mi sei mancata da morire" dice lui.
"Anche tu Teo un sacco" dice lei nascondendo il viso nella sua spalla. Resto imbambolata a guardare questa scena che mi scioglie il cuore. Mio figlio e quella che finalmente è la mia compagna che si abbracciano e sentono la mancanza l'uno dell'altro. Teo non è particolarmente espansivo ma a Maggie si era affezionato tantissimo, non immaginavo che gli fosse mancata così. Mi schiarisco la voce fingendo di tossire.
"Scusate ci sono anche io, se non mi aveste notata" sbuffo.
"Maggie vieni, sediamoci!" esclama Teo in tutta risposta trascinando Maggie sotto al gazebo del giardino e ignorando completamente me. Li vedo accendersi una sigaretta e parlare del più e del meno. Ormai ho ceduto, Teo sta fumando anche insieme a me, preferisco che lui sappia di potermi dire tutto piuttosto che scoprire che lo fa di nascosto.
"A che ora parti domani?" chiedo raggiungendoli e sedendomi accanto a loro a mia volta con la sigaretta fra le labbra.
"Alle nove e mezza, potete accompagnarmi?" chiede. Potete. Io resto bloccata davanti a questa domanda. Per lui io e Maggie siamo "noi". Sorrido rimbambita da tutto questo senso di famiglia che mi fa sentire leggera.
"Naj?" mi chiama Maggie con un sopracciglio alzato, è un vizio che ha preso da me sul set e questa cosa mi farà sempre ridere.
"Io...ecco...sì ti accompagno" gli rispondo, forse ha sbagliato, forse voleva chiedere solo a me. La risposta non tarda ad arrivare: Teo si volta verso Maggie e solleva entrambe le sopracciglia interrogativo.
"Certo, ci sarò" gli sorride lei e lui si alza salutandoci. Mi lascia il mio solito bacio sulla fronte, poi come se nulla fosse prende il viso di Maggie tra due mani e fa lo stesso con lei. Questa volta anche lei rimane interdetta. Non appena Teo scompare in casa, lei si volta a guardarmi con gli occhi interrogativi.
"Lo ha sempre fatto fin da quando era piccolo, aveva otto mesi quando ha iniziato a darmi la buonanotte così. Ma è un gesto che ha sempre fatto solo ed esclusivamente con me. Io...non so cosa dire" le spiego sincera, è la verità. Lei sorride. A me invece sorride il cuore.

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