Qué nos espera en el futuro

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"Najwa corri! È tardissimo! Come cazzo è possibile che sono perennemente in ritardo quando prendo un aereo con te?!" esclama Maggie trafelata mentre trascina la sua piccola valigia verso il gate da cui parte il nostro volo per Málaga. Abbiamo già consegnato il bagaglio da imbarcare in stiva e abbiamo già passato tutti i controlli, non capisco perché si preoccupi sempre così tanto di arrivare ore e ore prima.
"Maggie, il gate è lì, abbiamo ancora 20 minuti, lo vedi che non sei in ritardo?" le chiedo passeggiando in tranquillità. C'è ancora coda davanti all'ingresso del gate, noi abbiamo l'imbarco prioritario quindi non vedo quale sia il problema della bionda.
"Io sarei già qui da due ore" sbuffa lei.
"Lo so, ma è un tuo problema" ammicco provocante. Lei mi getta le braccia al collo e mi bacia. Sentiamo le persone mormorare, sicuramente nonostante i cappellini che abbiamo indossato si saranno accorti che siamo noi, così ci separiamo e ci voltiamo verso il serpente di persone che attende di salire sul nostro stesso aereo, salutandole poi tutte con la mano.
"Non sono ancora abituata a tutto questo" mi sussurra Maggie all'orecchio lasciandomi un bacio sulla guancia.
"Amore, l'anello" le dico io e lei si affretta a nascondere la mano in tasca. È un attimo che qualcuno con un buon occhio lo noti e scatti una foto che in poco tempo farà il giro della Spagna prima che noi possiamo dare la bella notizia alle famiglie. Ecco, tasto dolente. Ai miei lo dirà Teo che ha deciso di andare a passare il Natale con loro a Pamplona. Dice che ne aveva desiderio, in realtà credo voglia risparmiarmi lo sguardo giudicante di mio padre e la consapevolezza che mia madre si farà influenzare da lui. Quando ero in ospedale era diversa, ma era qui da sola. Quando è presente lui cambia tutto. Non ho un buon rapporto con mio padre, ho sempre pensato che i miei rimanessero insieme solo come facciata, non credo di averli mai visti scambiarsi un bacio o un gesto d'amore. Tra di loro sono gelidi e lo sono sempre stati anche con me e i miei fratelli, soprattutto però con me. Sono diversi solo con Teo, con lui guai. È una gara a chi lo coccola e lo vizia di più e devo ammettere che questo l'ho sempre apprezzato, non volevo che si sentisse come mi sentivo io, o meglio come mi sento tutt'ora.
"Ci sei?" mi chiede Maggie riscuotendomi dalla trama fitta di pensieri in cui ero andata ad impelagarmi.
"Sì, certo" le sorrido io prendendole la mano e camminando insieme a lei fino alla prima classe del volo che ci porterà a Málaga.
"Stai bene?" mi domanda non appena ci sediamo, io mi volto verso di lei e le sorrido annuendo, non voglio farla entrare nei miei pensieri su questo argomento, non voglio che possa sentirsi in colpa per il fatto che lei ha un rapporto meraviglioso con la sua famiglia mentre io non sento mia madre da quando è tornata a Pamplona tre mesi fa. In fondo sono sua figlia e so che dovrei essere io a chiamarla, ma non è così semplice soprattutto quando hai la consapevolezza che i tuoi genitori non appoggiano la carriera che hai scelto. I miei odiano che io sia un'artista. Volevano un medico o un avvocato o un ingegnere o che so io. Io invece ho scelto questa vita, o forse è stata questa vita a scegliere me e io l'ho semplicemente seguita. Fatto sta che la amo e soprattutto le sono grata perché è sul set che ho avuto la fortuna di incontrare la donna che, tra poco, sposerò. Ma i miei non la vedono allo stesso modo, o meglio mio padre. Mia madre mi è sembrata genuinamente felice dei miei successi così come lo è stata all'annuncio della mia relazione con Maggie, ma ha sempre dovuto limitare le sue emozioni per non infastidire mio padre.

"I miei genitori ci stanno aspettando agli arrivi" mi dice Maggie correndo verso l'uscita subito dopo aver ritirato i nostri bagagli, ha il naso sul telefono mentre legge le indicazioni che le hanno mandato i suoi genitori. È emozionatissima, non li vede da un po' e non vede l'ora di poter dire loro del matrimonio. Ha detto che lo vuole fare già stasera, non vuole aspettare.
"Mag non correre, non ce la faccio" rido redarguendola, quando è presa dal momento si dimentica che ho delle viti nella gamba che devo ancora rimuovere e che non mi permettono troppo di correre, sono molto più agile di prima, ma ancora non abbastanza.
"Scusa amore scusa, scusami" mi prende le guance fra le dita della mano, le stringe e mi da un bacio sulle labbra. Rallenta, poi però presa dall'emozione riprende a correre così la lascio andare e mi godo la scena da lontano. Salta in braccio a suo papà che la stringe forte, poi scende e abbraccia la mamma che le accarezza il viso e i capelli con due mani riempiendola di baci. Li raggiungo silenziosamente, sono così belli.
"Mamma, papà, lei è Najwa" dice non appena si volta a cercarmi e mi nota al suo fianco, probabilmente non si è nemmeno accorta che sono rimasta indietro per un po'.
"Hola Najwa, Maggie ci ha parlato così tanto di te. E poi ti seguiamo eh, da prima che steste insieme! Seguiamo anche La casa de papel, sei un'attrice bravissima. Maggie poi ci ha fatto ascoltare la tua musica, hai una voce meravigliosa" dice sua mamma. È impressionante quando si assomiglino anche negli atteggiamenti. Sono davvero molto simili, hanno lo stesso modo di arricciare le labbra e le stesse fossette.
"La ringrazio signora, so che anche lei canta" le dico.
"Oh sì, ma ormai sono vecchia e non lo faccio più. Andiamo, forza! La cena ci aspetta già a tavola" dice la signora Mercedes. Li seguiamo all'auto, durante il viaggio parlano del più e del meno ed effettivamente, come ci era stato preannunciato, non appena entriamo in casa ci invitano ad accomodarci a una tavola apparecchiata e piena di pietanze.
"Questi sono solo gli antipasti" sottolinea il signor Alonso, il papà di Maggie.
"Non dovevate disturbarvi così tanto" dico io sedendomi.
"Finalmente conosciamo la nostra nuora, è un motivo per fare festa! Dopo ti mostriamo la casa Najwa, ora però mangiamo" e così dicendo Mercedes apre le danze per la cena.
"Allora, come va la vita a Madrid? So che siete state un po' qui quest'estate" dice Alonso, Maggie sbianca e si immobilizza così intervengo in suo aiuto.
"È stata colpa mia, sono scappata da Madrid e ho staccato il telefono per 10 giorni, quando mio figlio ha fatto sapere a Maggie e alle altre ragazze dove io fossi, si sono catapultate tutte quante qui e si sono dedicate qualche giorno a me, non stavo molto bene, problemi sul lavoro" mento spudoratamente. Maggie mi guarda e mi sorride ringraziandomi con gli occhi.
"Allora hanno fatto bene, l'importante è che ora sia tutto a posto! Sai, avevamo paura di essere diventati troppo vecchi per la nostra Maggie" sorride Mercedes.
"Mamma!" ride Maggie.
"Siete così belle, Najwa sono così felice di conoscerti finalmente, Maggie è tanto felice da quando state insieme. So che anche prima eravate molto amiche, ma la sua felicità ora si percepisce persino nella voce quando ci chiama o ci manda quelle cose vocali sul whatsapp" sorride quella donna che mi sembra la versione più anziana della mia bionda, come se io avessi una finestra con vista sul futuro che ci aspetta.
"Signora, la sua Maggie mi ha cambiato la vita, le devo così tanto. E vi ringrazio per avermi accolta qui in casa vostra senza conoscermi. La ringrazio anche per questa cena, a giudicare dalla capacità di Maggie di bruciare persino la pasta in bianco, devo dire che non ha assolutamente preso da lei, è una cuoca spettacolare, poche volte ho mangiato così bene in tutta la mia vita" affermo.
"Così tu mi lusinghi - arrossisce guardando verso il basso proprio come fa Maggie, porto infatti istintivamente lo sguardo sulla mia fidanzata che, non appena incrocia i miei occhi, fa lo stesso identico movimento - devo ammettere che Maggie in cucina è pessima, ho provato in tutti i modi ad insegnarle qualcosa ma ogni mio tentativo è miseramente fallito, non le piace cucinare e non ci vuole mettere impegno" ride e io rido con lei.
"Tu però devi darci del tu, siamo i tuoi suoceri" afferma Alonso.
"Vi ringrazio" sorrido io.
"Maggie, che vuoi dirci?" chiede improvvisamente mia suocera dopo una buona mezz'ora di chiacchiere.
"Io...come...." abbassa lo sguardo Maggie.
"Bambina mia, ti conosco da quando eri un puntino su un'ecografia, so quando hai qualcosa che ti corre per la mente" sorride la donna. Maggie prende un profondo respiro, poi cerca la mia mano sotto il tavolo e inizia a parlare.
"Mamma, papà, qualche giorno fa Najwa mi ha chiesto di sposarla" dice semplicemente. Entrambi sollevano le spalle e puntano il loro sguardo su di lei.
"E tu?" chiede il papà dopo qualche secondo di silenzio. Maggie sorride e porge loro la mano sulla quale ha appena infilato l'anello.
"Io ho detto sì" dice. I suoi genitori si illuminano in due sorrisi sinceri, applaudiscono, si alzano per abbracciarci, sembrano essere davvero molto felici della notizia che hanno appena appreso.
"La nostra bambina si sposa" dice Alonso versando del prosecco nei nostri calici per brindare.
"Avete già scelto una data?" domanda Mercedes.
"No, dovevamo ancora dirlo a voi, poi da gennaio inizieremo a pianificare e daremo anche l'annuncio pubblico, non volevamo correre il rischio che i nostri cari lo venissero a sapere da un giornale o dai social" sorride Maggie.
"Teo come l'ha presa?" chiede Alonso. Guardo Maggie sollevando le sopracciglia, poi torno con gli occhi sui miei suoceri e sorrido.
"Teo era felicissimo, voi...sapete tutto di lui e della mia vita prima di Maggie?" domando preoccupata, ho una vita molto privata, ma immagino che Maggie abbia parlato con loro raccontando qualcosa in più di ciò che è di pubblico dominio.
"Sì e non vediamo l'ora di conoscere il nostro nipotino, cioè è un po' grande ma siamo pronti a fare i nonni, sempre se lui lo vorrà" sorride dolcemente Mercedes accarezzandomi una mano. Una lacrima solitaria mi scivola sulla guancia.
"Sono sicura che ne sarà felice" sorrido io.
"Arriveranno anche altri nipotini?" domanda mio suocero poi. Ci immobilizziamo, è un argomento del quale non abbiamo mai parlato.
"Papà non ne abbiamo mai parlato" interviene Maggie.
"Ma vi piacerebbe? So che sei già mamma Najwa, ma ti piacerebbe condividere la maternità con Maggie?" mi chiede lui, questa volta mi guarda direttamente negli occhi e non c'è modo di sviare. Vedo il terrore nello sguardo di Maggie, probabilmente ha paura che io possa sentirmi intimorita da questa delicata invadenza soprattutto perché nella mia famiglia sono tutti l'opposto e sicuramente non si parla così direttamente di determinati argomenti, così decido di tranquillizzarla.
"Sì, se Maggie avesse il desiderio di diventare madre sarei felice di poter crescere un figlio con lei. Sempre se per lei non sono troppo vecchia" rido per smorzare la tensione dell'ulteriore dichiarazione d'amore che ho appena fatto a Maggie. Lei mi stringe la mano, sa l'importanza di queste mie parole, so che ha capito che lo penso davvero, che non l'ho detto solo per rendere felici i suoi genitori.
"Questa è una cosa bellissima Najwa, sono sempre più sicura che tu sia la persona giusta per Maggie" afferma mia suocera e la cena riprende da dove l'avevamo lasciata. Io e Maggie però abbiamo una consapevolezza in più: ho appena ammesso che nei miei progetti potrebbe esserci un figlio con lei, questo significa che abbiamo qualcosa di cui parlare. Non ho mai avuto il desiderio di diventare madre ancora una volta, Teo per me è stato un'esperienza totalizzante, mi ha cambiato la vita e mi ha completata, siamo sempre stati io e lui contro il mondo, eppure se ci penso non sarebbe male avere una piccola proiezione di Maggie che sgambetta per casa. Mi chiedo cosa ne pensi lei e soprattutto che cosa ci aspetti in futuro.

* spazio autrice *

Ecco qui, questo sarà l'ultimo capitolo fino a fine mese, mi aspettano giorni intensi e ho deciso di fermarmi qui altrimenti vi avrei lasciati in un momento più intenso della storia. Valuterò oggi se pubblicare qualcosa per la storia Zurena e poi ci rivediamo a fine mese.
Spero tanto che mi aspettiate!
A presto, vi adoro.

- Elle 🦂

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