Solo quiero dejar de pensar

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La allontano subito da me, non ricambio il bacio, non voglio. Il suo sguardo è perplesso.
"Te ne devi andare" le dico.
"Non vado da nessuna parte Najwa" scuote la testa.
"Maggie, scusami, ma non posso vederti, non posso" e nel dirlo provo a chiudere la porta, ma lei è più veloce di me e la blocca con il piede.
"Fammi entrare, ascoltami, poi me ne vado" il suo tono supplichevole mi fa sentire quasi in colpa, così mi sposto per farla entrare. Bala le corre subito in contro riconoscendone il profumo e Maggie si butta a terra con lei finendo sdraiata sul pavimento.
"Vuoi qualcosa?" le chiedo ignorando la scena che mi fa perdere un battito al cuore.
"Beviamo un calice di vino?" è sempre stata la nostra tradizione, quando veniva a trovarmi la sera tardi era sempre taglierino di salumi e calice di vino sul dondolo, persino in inverno anche se poi finivamo per rientrare e scendere davanti al camino in tavernetta. Annuisco poco convinta e vado in cucina a preparare un calice di rosso per me e uno di bianco per lei che lo preferisce. Mi rendo conto che la conosco come le mie tasche e sorrido amaramente. Affetto del salame e prendo qualche altro insaccato da mettere sul tagliere poi aggiungo un paio di formaggi, delle olive e dei grissini. Quando la raggiungo lei è già sul dondolo e il tavolino per il tagliere è già al suo posto, sorrido pensando che Maggie conosce casa mia come se fosse sua tant'è che quel tavolino lo va a prendere lei ogni volta nell'armadio del ripostiglio. Maggie mi guarda e sorride a sua volta, ma io torno subito seria. Non voglio intenerirmi, non voglio che questo momento si prolunghi più del dovuto.
"Cosa vuoi?" le chiedo gelida.
"Vorrei parlare, è da Agrigento che voglio farlo" mi dice.
"Potevi non andartene via dopo che hai sentito la conversazione con Alba, Maggie" la stuzzico ancora ferita per ciò che è successo.
"Ero sconvolta" prova a giustificarsi.
"Ma ti prego" rido nervosa addentando un'oliva.
"Naj dico davvero, come puoi pensare che io non lo fossi? Erano mesi che non mi parlavi e..."
"APPUNTO! - sbotto io interrompendola - Maggie ma veramente vuoi dirmi che non hai pensato che ci fosse una ragione più profonda per giustificare il mio comportamento? Pensi che io dessi così poco valore a quello che eri per me? Sei la persona che ha avuto più di chiunque altro, persino più di Alba. Come hai potuto credere che io fossi arrabbiata con te? Come cazzo non hai capito che la mia non era una reazione normale?!" la vedo abbassare lo sguardo come una bambina dopo che viene sgridata dalla mamma, mi fa tenerezza, ma deve capire che ormai è una donna adulta con una carriera avviata, non può sempre nascondersi dietro la sua ingenuità.
"Da quando?" chiede riportando lo sguardo su di me.
"Cosa?"
"Da quando tu sei, beh..." non finisce la frase e il rosso si fa spazio sulle sue guance.
"Cos'è? Non riesci a dirlo? Da quando sono innamorata di te vuoi sapere? Non lo so Maggie, non mi sono segnata data e ora. Probabilmente lo sono da sempre e non lo sapevo, sicuramente dopo la scena della caravana mi sono resa conto che stava diventando tutto troppo forte, troppo intenso. Non ero più in grado di nascondere i miei sentimenti, forse da un lato ho sperato che capissi tutto da sola, ma tu hai la perspicacia di un bradipo durante il letargo e io ho dovuto chiudere per proteggere entrambe" le dico portandomi una mano sulla fronte, sono provata, tutto questo mi sta sfiancando. Vorrei solo addormentarmi e svegliarmi fuori dal mondo, nel silenzio, con la testa completamente svuotata dai pensieri.
"Hai voluto, non hai dovuto. Avresti potuto parlarmene" si è vero probabilmente avrei potuto affrontare le cose in maniera diversa, ma ho avuto paura, per una volta nella vita ho avuto paura anche io di essere me stessa.
"Certo, per avere da te una reazione come quella sulla spiaggia e poi dover continuare a girare per un ulteriore mese? E come avremmo lavorato Maggie?" una smorfia si fa spazio sul mio viso, a volte penso davvero di parlare una lingua diversa dalla sua.
"O forse la reazione sarebbe stata diversa, non ci hai pensato?" beve un sorso di vino e mi guarda in attesa di una mia risposta.
"No, onestamente ero sufficientemente occupata a pensare come gestire l'amore, il desiderio, l'amicizia e le fottute riprese senza che nessuno se ne accorgesse e senza dare di matto" esclamo alzandomi ed appoggiandomi al lampione che c'è davanti al dondolo. Bevo il vino tutto d'un fiato, poi lo rabbocco e mi accendo una sigaretta. La sento alzarsi, poi una sua mano si posa sulla mia spalla. Rabbrividisco a quel contatto e mi ritraggo rimettendo fra di noi la stessa distanza di sicurezza che mantenevano Zulema e Macarena. Non troppo vicine, non troppo lontane. Il giusto per non fingere di essere estranee, ma allo stesso tempo quanto basta per non soffrire ancora di più.
"Najwa io continuo a pensare a quello che mi hai detto su quella spiaggia..." io alzo una mano per fermarla.
"Alt, io non l'ho detto a te" chiarisco.
"Sì Najwa scusami, non vorrei mai ferire il tuo ego smisurato. Allora riformulo, continuo a pensare a ciò che ti ho sentita dire ad Alba. Da quella notte io non sono più riuscita a ritrovare la tranquillità che avevo prima. Mi sono allontanata da Remy, non mi sono più fatta nemmeno toccare da lui, ho ripensato a quel bacio ogni giorno e ogni notte" le si spezza la voce, Dio quanto è emotiva.
"Eppure mi sembravate affiatati in libreria" il mio tono esprime tutto il disgusto che ho provato nel vederli, nei miei occhi invece c'è il dolore, lo stesso che avevo provato ad Agrigento.
"L'ho allontanato" allora è vero, non l'avevo immaginato, l'ha davvero allontanato come pensavo.
"E perché?" le chiedo senza mai guardarla negli occhi.
"Perché avrei voluto che le labbra sulle mie fossero le tue. - mi dice - L'ho lasciato quello stesso pomeriggio, ti ho chiamata perché volevo vederti, baciarti e dirti che provo ciò che provi tu, che probabilmente lo provo da sempre anche io e che forse il mio cuore aspettava che fossi tu a fare il primo passo perché sono una stupida e non ci ho capito niente. Ma ti amo anche io Naj, ti amo e ho sbagliato a non urlartelo quel giorno sulla spiaggia per la paura di ciò che significa un sentimento simile, non me ne sarei dovuta andare" mi ama, mi ama, Maggie ama me. Sento un tuffo al cuore e un groppo in gola.
"Tu mi ami?" le chiedo, lei annuisce.
"Dillo" e solo in questo momento capisco perché sulla spiaggia ha voluto sentire la mia voce mentre pronunciavo quelle parole. Solo sentendolo posso respirare.
"Ti amo Naj" mi dice avvicinandosi al mio viso, le sue labbra sono tremendamente vicine alle mie, ma io mi ritraggo ancora una volta.
"È tardi Maggie, ho sofferto troppo, mi sono logorata per giorni e giorni. Mi sono ridotta come avevo giurato che mai nella vita avrei fatto per nessuno. Non ho mangiato, non ho dormito, ho dovuto mandare Teo da mia madre perché non vedesse il guscio vuoto in cui mi sono trasformata. Mi hai spezzata e ora non puoi pensare di venire da me e con uno schiocco di dita fare come se niente fosse. Ho bisogno di stare sola ora, per favore va via" sento le lacrime minacciare di uscire, voglio solo urlare tutta la rabbia che ho in corpo. Mi ha distrutta quel giorno sulla spiaggia, la sua indifferenza è stata come una lama che mi ha trafitto il cuore. La amo più di quanto io stessa credessi di poter mai amare, ma non posso permettermi di soffrire ancora.
"Najwa ma..."
"Vattene!" alzo la voce e indico il cancello. Lei non si muove.
"Vete!" urlo, la vedo tremare per lo spavento, le lacrime scendono a fiotti sul mio viso, sono lacrime di rabbia, di amore e di consapevolezza che Maggie è arrivata troppo tardi, che il mio cuore è troppo logorato per poter resistere un solo minuto di più. Ho sofferto, sono crollata, una parte di me è morta dentro e ora il mio cuore ha troppa paura di provare ancora quel senso di vuoto che ha lasciato la bionda di cui sono disperatamente pazza.
"Naj, avevo solo bisogno di capire" dice a testa bassa toccandomi le guance per asciugarmi le lacrime. Io prendo le sue mani e le allontano da me.
"Ci hai messo troppo" e così dicendo rientro in casa senza voltarmi indietro. Salgo in camera mia, preparo al volo una valigia la carico in macchina insieme a Bala e parto. Dove sto andando? Non lo so, ma voglio solo smettere di pensare.

* spazio autrice *

Capitolo notturno, breve ma intenso. Lo so, non è ciò che vi aspettavate probabilmente, ma doveva essere così, per Najwa e anche per Maggie.
Fatemi sapere e, come sempre, accetto ogni consiglio ❤️.

Ps: oggi ho aggiornato anche Iguales o nada, storia Zurena online sul mio profilo.

- Elle 🦂

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