Sus labios están en los míos

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"Mamá que pasó?" Teo mi guarda preoccupato quando sale in macchina, vorrei mentirgli, ma è inutile.
"Ho visto Maggie, era nella libreria" gli dico.
"Lo so, qual è il problema?" non è per nulla stupito.
"Che significa che lo sai?"
"Ti ci ho portata apposta, sapevo che era lì"
"E come?" lui solleva il suo telefono e lo muove come a sottolineare l'ovvio, così capisco che ha sfruttato i social. Quando poi sollevo un sopracciglio scettica, lui precede la mia domanda.
"Mi sono creato un profilo falso ieri sera, volevo fare in modo di farvi incontrare, speravo poteste parlare con più serenità come diceva Alba" mi spiega abbassando lo sguardo. Io mi avvicino a lui e lo bacio sulla fronte.
"Grazie mi niño" sorrido sulla sua pelle rendendomi conto della bellezza di quel gesto che ha fatto nei miei confronti, non poteva immaginare come sarebbe andata.
"Non è servito?" mi chiede improvvisamente deluso.
"Lei era molto tranquilla Teo, ma poi è arrivato Remy e quando lui l'ha baciata io sono scappata fuori, ha provato a fermarmi, ma l'ho evitata" gli racconto.
"Mamá! Dici sempre che non si scappa dai problemi e poi lo fai tu per prima?" il suo tono di rimprovero mi fa sorridere, ha ragione, fin da piccolo gli ho sempre insegnato a risolvere le difficoltà e a non evitarle.
"Teo, lei non è il problema, lei è la soluzione. Purtroppo però non sempre le cose vanno come vogliamo e questa volta credo proprio che non ci sia nulla da fare" e così dicendo metto in moto e parto.
"Non mi piace quel Remy, sempre in mezzo" sbuffa e io sorrido.
Venti minuti dopo siamo a casa e Teo si congeda da me dopo avermi abbracciata forte. Io apro la porta a Bala per farla uscire a correre un po' nel prato e mi rifugio su per le scale, dentro la mia stanza e dritta nel mio letto completamente nascosta fra le coperte. Il mio telefono continua a suonare come impazzito da quando ho lasciato Maggie in quella libreria, so che è lei, ma non voglio parlarle così decido di bloccare anche il suo numero, unico superstite, e spegnere il cellulare. Crollo in un sonno agitato, un sonno in cui i suoi occhi sono i protagonisti di tutti i miei sogni più belli e dei miei peggiori incubi.

Mi sveglia la mia suoneria a tutto volume. Mi stropiccio gli occhi, era da tanto che non dormivo così bene. È passato più di un mese da quel giorno in libreria e le mie giornate sono tutte tremendamente uguali: mi sveglio, con il caffè mi ritiro sul dondolo a leggere, preparo il pranzo, torno sul dondolo, mi faccio un bagno in piscina, poi bagno caldo nella vasca, cena, film e torno nel mio letto. Ogni tanto mi raggiunge Alba accompagnandomi nella mia follia, ma per il resto è tutto uguale.
"Pronto?" rispondo.
"Mi hermana! - la voce di Alba mi si inchioda nei timpani - Ma ti sei appena svegliata?" mi chiede abbassando leggermente il volume della sua voce.
"Sì, che succede?" le chiedo.
"Avrei bisogno di parlarti di una cosa, posso venire a pranzo?" penso di immaginare cosa voglia dirmi e ne farei volentieri a meno.
"Ho scelta?"
"Ecco, no, ci vediamo più tardi, porto io una vagonata di ravioli cinesi" e così dicendo riattacca. Un'ora dopo le sto aprendo la porta di casa.
"Hola guapa, como estás?" a questa domanda sul mio viso si dipinge una smorfia di disappunto e lei capisce di non dovermi chiedere altro. Ci sediamo e mi racconta che nell'ultima settimana ha conosciuto una ragazza che le piace molto e con la quale è uscita ogni giorno. Io le regalo un mezzo sorriso, ne sono felice, non posso dimostrarlo meglio di così, ma so che Alba lo sa.
"Perché sei qui?" le chiedo.
"Naj, dopodomani è il compleanno di Úrsula" mi dice, non ha bisogno di concludere la frase, già so cosa vuole chiedermi e scuoto la testa quasi compulsivamente, come a voler scacciare immediatamente quell'idea. Per un attimo avevo sperato di essermi sbagliata.
"Non puoi smettere di vivere solo perché potresti incontrare Maggie! Najwa io non ti riconosco più, non esci di casa, poltrisci tutto il giorno, non ti trucchi nemmeno più, stai sempre reclusa in questa cazzo di villa e eviti qualunque tipo di socializzazione! Ti giuro Naj che se non vieni a quella festa io non ti rivolgo più la parola, è tua amica, ti vuole bene e non c'entra nulla con Maggie!" mi urla arrabbiata, ha ragione, non potrò evitarla per sempre. Non sono abituata ad Alba incazzata e preferisco non protrarre oltre la discussione.
"Vale, quando e dove?" le chiedo sconsolata.
"L'11 sera a casa mia" annuisco.
"Ci sarà?" la speranza di una risposta negativa si fa spazio dentro di me, ma viene subito spenta.
"Sì, ci sarà" mi dice Alba.
"D'accordo" sento le lacrime minacciare di uscire, ma non voglio piangere ancora, l'ho fatto ogni notte per l'ultimo mese e mezzo.
"Teo?" mi chiede Alba.
"È con mia madre nella casa di Malaga, passa il mese di agosto là, sai i vecchi amici, il mare. È partito il 3, non aveva senso che stesse qui tutto il mese" soprattutto con una madre che si strugge per una donna che non ricambia il suo amore, vorrei aggiungere.
"Certo. Quando parti per l'Italia?" cazzo, l'Italia. Mi ero completamente dimenticata dell'impegno con Emporio Armani a Milano.
"A inizio settembre" le dico. Lei annuisce. Sarà un'occasione per staccare un po', spero. Mangiamo parlottando poi Alba mi propone di andare a comprare un vestito per la festa che, di fatto, è tra due giorni. Non ho particolarmente voglia, ma accetto per fare contenta lei. La lascio in cortile a fumare mentre salgo a prepararmi. Indosso un paio di jeans neri e una camicetta bianca molto leggera, raccolgo i capelli in una coda alta e calzo un paio di sneakers bianche. Poi, dopo essermi sistemata il trucco, raggiungo Alba.
"Ho deciso che stasera dormo da te, ci ubriachiamo come se non ci fosse un domani e ci sfondiamo di cibo spazzatura. Vale?" e io accetto con un sorriso, finalmente dopo settimane, veramente sincero.

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