Capitolo 3

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Mi sveglio all'improvviso spaventata da un rumore assordante... che diavolo sarà successo?

 Mi tiro su e mi accorgo che non c'è nessun rumore, è solo il citofono così mi alzo di corsa e, manco a dirlo, inciampo nella coperta e cado a terra.... non smetterò mai di essere goffa! Al citofono c'è la mia collega che mi dice di sbrigarmi a scendere che è tardi e solo adesso realizzo che la sveglia non è suonata e sono irrimediabilmente in ritardo così le apro il portone e vado di corsa in stanza a vestirmi. 

Barbara entra in casa e mi rimprovera per il ritardo: "ancora così stai? Sbrigati che oggi abbiamo riunione con tutto lo staff" Io le grido dal bagno di accendere la macchina per il caffè in cucina e lei dopo due minuti arriva in stanza con la mia tazzina fumante. Barbara è un tesoro, l'ho conosciuta appena arrivata a Milano, anche lei trapiantata qui per lavoro e come me anche lei lavora nel mio stesso studio. Tutte e due abbiamo abbandonato il civile per tuffarci in una nuova esperienza con il diritto penale e devo dire che siamo entrambe soddisfatte. 

Lei è una persona allegra, solare, aperta al cambiamento e ha un modo di raccontare che ti emoziona, ti travolge; insomma è una donna vera, con le sue paure e le sue rivincite ti stimola a fare sempre meglio, senza mai guardarti indietro. Non ho tempo per pensare al mio outfit così indosso un jeans scuro e un maglione oversize, stivaletti e giacca e via di corsa a lavoro. "Grazie Barbara, se non fossi passata sarei rimasta a dormire tutta la mattina" le dico, "..e probabilmente questa sarebbe stata la volta buona che i capi mi avrebbero cacciata via da studio"! Barbara ride come una pazza e ribatte: "Ma se ti adorano! Vittorio ha una stima di te che neanche immagini, non ti mollerebbe mai, Giacomo non vede l'ora di portarti fuori e Baris .... imparerà a conoscerti e ti apprezzerà tanto: sei una persona a modo, lavoratrice e senza grilli per la testa, vedrai che nel giro di un anno nessuno potrà fare a meno di te". La ringrazio per le belle parole e le ricordo che le stesse valgono anche per lei: "Come non potranno fare a meno di te".

Prendiamo la metro al volo e dopo 2 fermate scendiamo per entrare a studio, in ritardo di 15 minuti, come sempre per colpa mia.

Giacomo ci chiama subito in sala riunioni alludendo ad alta voce che il nostro ritardo sia dovuto ad una notte movimentata ed io subito arrossisco mentre entro e noto tutti seduti attorno al tavolo di vetro ovale. Vittorio lo sgrida dicendo di lasciarci stare e che può capitare a tutti di fare ritardo e Baris ha il viso basso, lo vedo riflesso sul vetro del tavolo: mentre tutti i colleghi sghignazzano lui resta serio, sembra quasi incazzato nero! Sarà una giornata dura anche oggi, penso e mi accomodo insieme a Barbara, nei due posti rimasti vacanti, di fronte a Baris, bellissimo nel suo completo blu con camicia e cravatta di un diverso blu..... da oggi il mio colore preferito!

Durante la riunione vengono assegnate le nuove pratiche che ognuno di noi seguirà sotto la guida di un socio e scopro che a me toccheranno tutte quelle di Baris – Madonna Santa, sempre a complicarmi la vita -, mentre a Barbara toccherà destreggiarsi con le pratiche di Giacomo, anche lui bellissimo, che le fa la corte da quando è arrivata. Vittorio continua a spiegare il nuovo assetto dello studio associato comunicandoci che Baris inizierà a lavorare a tempo pieno da noi non potendo più sopportare i ritmi avuti nel passato, con i suoi continui viaggi. Molti dei miei colleghi si stupiscono perché non è mai stato in Italia più di due giorni, scappava sempre via in Turchia dove ha un altro studio che segue e lo stesso Giacomo si dice meravigliato di questa decisione: "Perché non ne sapevo niente?" Solo in questo momento Baris alza la testa, mi guarda e risponde: "Perché l'ho deciso stamattina Giacomo, e perché non devo dar conto a te di quello che faccio". 

Vittorio si accorge della tensione tra i due e cerca di stemperarla con piccole battute che purtroppo non hanno l'effetto desiderato, tanto è che Baris si alza e mentre esce dalla stanza dice: "Lara, vieni nel mio ufficio. Adesso". Io mi alzo di scatto e corro dietro le sue spalle. 

Arrivati nel suo ufficio si siede dietro la scrivania e mi chiede: "Ti fa piacere lavorare alle mie pratiche?" "Certamente" rispondo subito e lui continua: "Voglio che tu metta grande attenzione in quello che fai, precisione e professionalità sempre, non mi piace chi perde tempo e non mi piace chi fa battute continue, il lavoro dovrà essere portato a termine nei tempi che ti darò e ogni eventuale variazione o cambiamento dovrà essere approvata da me e solo da me". "Bene avvocato, non si preoccupi" rispondo. Lui mi guarda e con un accenno di sorrido risponde: "Dici? Di non preoccuparmi? "Non so che rispondere, la sua freddezza mi blocca, il suo sorriso mi destabilizza e così sto per andare via quando lui dice: "E chiamami Baris, come io ti chiamerò Lara, non serve sottolineare che siamo entrambi avvocati, ce ne sono milioni in giro, invece di Baris e Lara ci siamo solo noi!" .......sto andando a fuoco, giro i tacchi e vado via, mi rifugio nel mio ufficio, dietro la mia scrivania, rossa in viso e con le ginocchia che tremano.

Passo tutto il giorno a litigare a telefono con gli uffici della Procura: hanno sequestrato durante le indagini preliminari tutti i Pc del nostro cliente, il sequestro non è stato convalidato dal GIP e le macchine non sono state riportate in ditta. Appronto una memoria che depositerò al più tardi domani e passo nell'ufficio di Barbara, per sapere se ha terminato il suo lavoro, così possiamo tornare a casa insieme, abitiamo sulla stessa strada e quando possiamo ceniamo spesso insieme, facendoci compagnia a vicenda. 

Lì scopro esserci Giacomo che fa il piacione con la mia amica, lei un po' ride un po' sbuffa, non so che fare e così saluto con la manina e mi incammino verso l'uscita quando Giacomo mi richiama proponendomi di andare tutti e tre a cena. Mentre mi giro per dirgli che non posso perché ho un altro impegno mi accorgo che fuori dalla porta del suo ufficio c'è Baris che ha ascoltato tutto e che dopo due secondi rientra e sbatte la porta.

Mamma mia che pesantezza, sarà difficile lavorare serenamente in questo modo.

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