Capitolo 15

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Mi sveglio nel suo letto, tra le sue braccia....

Mentre dorme lo guardo con calma, lo esploro: ha le labbra carnose, morbide, calde; la sua barbetta nera, che mi punge ogni volta che mi ruba un bacio, al tatto è invece morbida; i suoi occhi sembrano parlare anche adesso che sono chiusi, tra i suoi capelli neri, quasi ricci come i miei, spunta qualche filo bianco e la sua pelle scura è liscia, morbida come la seta, calda e.. "Hai finito di guardarmi?"

"Perdonami, non volevo svegliarti, è presto per andare a lavoro, torna a dormire" sussurro imbarazzata, ma lui mi salta letteralmente addosso bloccandomi le mani in alto e sorridendo, inizia a baciarmi gli occhi, il naso, le orecchie; mi lecca le labbra e traccia sempre con la lingua solchi profondi che dal collo scendono al seno.

"Lo so che è presto per andare a lavoro, per questo staremo ancora a lungo qui" .

"Quanto a lungo?", farfuglio già persa nei suoi baci.

Ma non sento la risposta, forse non mi ha risposto o sono io che non ho sentito, perché ora sento solo brividi di freddo lungo tutto il corpo, alternati a fiammate di calore continuo, mi gira la testa, non capisco dove siano le sue labbra, le sue mani, ma voglio assolutamente baciarlo, così lo tiro a me e lo stringo forte e con un balzo mi tiro su di lui, sul suo magnifico corpo.

Questa volta è il mio turno, sarò io ad esplorarlo e ripeto con la lingua tutto il percorso fatto appena sveglia con gli occhi, voglio amarlo a modo mio, voglio sentire ogni suo muscolo tremare sulle mie labbra, voglio sentire la sua voce calda implorare il mio nome all'infinito finché entrambi non saremo appagati, finché entrambi saremo sfiniti.

Una lama di luce mi trafigge: apro gli occhi, non so che ore sono, ma deve essere tardi, c'è troppa luce e......"Gunaydin ask", lui è sveglio e mi guarda.

"Baris, che ore sono? E' tardissimo, perché non mi hai svegliata prima?", lo rimprovero e mi alzo di scatto dal letto ma subito mi rimetto giù per un giramento di testa.

"Che hai?" si preoccupa lui subito.

"Nulla, stai tranquillo, mi sono solo alzata di scatto, adesso aspetto un minuto e mi passa, sarà la pressione, già normalmente è un po' bassa, a volte mi succede".

Si alza e viene verso di me, mi prende le mani, me le bacia e mi chiede di aspettare sdraiata poi esce dalla stanza; torna con un caffè e una brioche al cioccolato e mi aiuta a sedermi sul letto e mi impone di fare colazione.

"Dai Baris, già è tardi, ho bisogno di andare a casa a fare una doccia e cambiarmi" e mentre lo dico guardo l'orologio e "cazzo, sono già le 10:30", impreco ad alta voce "Devo essere in Procura per le 11.00, non ce la farò mai", mi lamento subito.

Lui sorride, mi fa una carezza sulla gamba e dice: "Mangia la brioche, poi vai a farti una doccia, ti ho lasciato un accappatoio sull'asciugatrice" e torna in cucina.

Io eseguo gli ordini come un' automa, mi lego i capelli per non bagnarli e mi fiondo in doccia. Mi insapono alla velocità della luce e dopo 5 minuti sono fuori ma "Baris, dovrei andare a casa, non ho vestiti puliti!"

Lui entra in stanza e mi sorride, "oggi terrai questi, da domani porterai qualcosa qui da me, ti faccio spazio nell'armadio!".

"Baris, io non..." "Lara, non iniziare, e sbrigati, altrimenti farai tardi!" e così dicendo sparisce in bagno.

Dopo 10 minuti lui è già pronto, io ancora combatto con la mia chioma ma c'è poco da fare, così li lego con un elastico che fortunatamente avevo in borsa e usciamo.

Davanti la porta mi blocco all'improvviso e con una vocina flebile gli chiedo di aspettare in casa qualche minuto: "solo il tempo di entrare in ufficio e prendere l'istanza preparata ieri sera, ti prego, ci metterò al massimo 5 minuti, scappo subito in Tribunale, tu potrai entrare quando vorrai, dopo, ti prego"

"Va bene Lara, facciamo come vuoi tu ma torneremo sulla questione, vai ora" e mi da un casto bacio sulla fronte.... E io sono pazza di lui!

Torno in ufficio che è quasi ora di pranzo e mi accorgo che lui non è nella sua stanza, mi incammino nel mio ufficio chiedendomi dove sia e quando arrivo lo trovo lì, seduto alla mia scrivania e impelagato tra decine di fascicoli. Non si è accorto di me, così resto sulla porta a guardarlo: mi sembra piuttosto nervoso, si tocca di continuo il mento e vaga con lo sguardo da un fascicolo all'altro mentre mormora parole incomprensibili nella sua lingua, chissà qual è il problema. Sto per chiederglielo ma arriva Vittorio, che mi chiede dell'incontro con il Pubblico ministero, così lascio perdere per un attimo Baris e mi giro verso Vittorio.

"Lara, ho appena parlato con il dott. Viola in persona e mi ha detto che oggi sei stata super, come sempre, ma pare oggi avessi una carica in più, dice che eri talmente determinata che non ci ha proprio provato a modificare le pene che avevi previsto, sarà felice il cliente, sto andando a chiamarlo per fissare un nuovo incontro e stavolta sarai presente anche tu insieme ai soci" dice con orgoglio. Io lo ringrazio un po' arrossendo e sto per rientrare in stanza quando Vittorio mi dice: "Ho notato anche io che sei diversa in questi giorni, più rilassata, saranno state le ferie trascorse con i ragazzi, vero?" Io sempre più rossa rispondo: "certo Vittorio, sai bene che non capita spesso di stare tutti insieme e che mi mancano tanto, sono stata felicissima di aver passato giornate intere con loro." "Bene Lara, te lo meriti, vai ora, non ti trattengo".

Entro nella mia stanza e trovo Baris che mi guarda con un sorrisino malizioso: "Che guardi? Perché ridi?"

Che ha detto il Procuratore? Avevi una carica in più, eh? E sei più rossa di un pomodoro".

"Baris, non ridere, smettila" e chiudo la porta!

Si alza all'improvviso e mi stringe in un forte abbraccio sussurrandomi: "Hai visto quanto ti fa bene stare con me?"

"Adesso smettila, dai" e mi tocco il viso perché sento che sto andando a fuoco.

"Che cercavi alla mia scrivania? Sembrava avessi perso un documento importante.

"Hai ragione, non trovo più il fascicolo della gang di Quarto Oggiaro, oggi verranno i clienti e non so nemmeno a che punto siamo, non è che lo hai tu?"

Lo trovo tra i fascicoli che si trascinava ieri come scusa per entrare ed uscire dal mio ufficio e glie lo passo: "tieni, prendilo e vai via che devo lavorare".

Gli do un bacio veloce e poi mi metto alla scrivania, ma prima devo selezionare i fascicoli utili, ha combinato un disastro qua.

Non pranzo, ormai è passata l'ora ma prendo un caffè con Barbara e le racconto dell'istanza di patteggiamento andata a buon fine.

Lei mi chiede che sta succedendo, ma io faccio la finta tonta. Purtroppo la mia amica non lascia passare niente e torna alla carica dicendo che ho qualcosa in testa: "sei arrivata tardi, indossi gli stessi abiti di ieri e hai un sorrisino perenne stampato in viso".

"Barbara, ma davvero? Allora mi preferisci lagnosa e triste?"

"Non intendevo quello, Lara, volevo solo che condividessi con me quello che ti accade, se ti va."

"Mi dispiace Barbara, non volevo offenderti, ma sono in ritardissimo col lavoro e un po' stanca, ma stai tranquilla che quando ci sarà qualcosa da raccontarti lo farò" le dico mentre mi alzo e vado ad abbracciarla.

Spero di averla calmata un po', prima o poi le racconterò tutto, ma devo prima assimilare io quello che mi sta succedendo. 

SENZA RESPIRODove le storie prendono vita. Scoprilo ora