Sento nell'aria un profumo buonissimo di caffè e apro gli occhi: sono nel letto di Baris, nella sua stanza in penombra e credo di essermi addormentata, così mi alzo velocemente ma la mia testa gira e ricado con un tonfo sul letto.
Lui arriva di corsa allarmato e mi guarda male: "di nuovo i giramenti di testa? Ora usciamo e andiamo dal medico a fare una visita, anzi in ospedale, così potranno fare un controllo completo".
"Mio Dio, Baris, ho solo la pressione bassa e d'ora in avanti, con l'aumentare del caldo, sarà sempre così; ho sbagliato io a sollevarmi di scatto dal letto, stai tranquillo, non è niente!" Lui mi guarda in cagnesco e continua a borbottare, alla fine riesco a convincerlo che non è nulla di preoccupante e che prenderò degli integratori minerali.
Poi mi abbarbico alle sue braccia e imploro una tazza di caffè, anche se so che sarà pessimo.
Lui sorride diabolicamente e va di là a prenderla: quando me la porge ride a crepapelle e io cerco di sorseggiarlo piano, per non vomitarlo, ma scopro con mia somma sorpresa che è buonissimo.
"Wow, da dove arriva questo caffè paradisiaco?" dico felice.
"Ho visto la tua faccia quando ti ho fatto il caffè la prima volta e ho deciso di comprare una macchina per espresso: sarai tentata di venire da me a prendere il caffè ogni ora, per la pausa, intendo".
"Non ci pensare, devo lavorare, non è che posso venire di qua ogni volta che voglio un caffè, non ci provare!"
Lui sorride e mi mette un mazzo di chiavi in mano dicendo che potrò entrare in casa ad ogni ora e tutte le volte che vorrò.
Accetto le chiavi senza fare storie...la verità è che mi piace l'idea di un posto nostro, dove poter liberamente parlare, mangiare e farci le coccole senza pensare a sguardi indiscreti... "grazie per il caffè, ask".
Mi rivesto velocemente e torniamo in ufficio, insieme, sorridenti, felici ed appagati ma davanti alla porta ci aspetta Vittorio con un viso nero: "Baris, ti devo parlare", dice e io subito mi eclisso in ufficio, pensando a cosa potrà essere successo di così tragico!
In serata, mentre sto per andare via, entra il mio amore in ufficio e si chiude subito la porta alle spalle: sembra triste, anzi no, sembra arrabbiato e io non so come comportarmi ma gli vado incontro e lo abbraccio.
Lui sembra sorpreso del mio gesto e con qualche secondo di ritardo ricambia il mio abbraccio ma poi si stacca e mi prende il viso: "Lara, devo partire, devo sistemare una situazione ad Istanbul. Ci vorrà poco, qualche giorno e poi tornerò qui da te, te lo prometto".
Io resto in silenzio, penso a cosa possa essere successo di così grave, ma cerco di sembrare serena e dopo avergli fatto un sorriso lo tranquillizzo: "sono qui, non vado da nessuna parte, vai tranquillo e risolvi quello che devi".
Lui mi stringe forte al suo petto e dopo un bacio veloce mi dice che tra due ore ha l'aereo, ma che mi chiamerà appena potrà.
E così ci lasciamo, io immobile nel mio ufficio che inizia ad essere piccolo, dove inizia a mancarmi l'aria e lui va via, torna a casa sua, a risolvere chissà cosa, non mi ha detto nulla e io non ho avuto il coraggio di chiedergli nulla, non mi sento in diritto di chiedergli nulla.
Torno a casa spaventata, perplessa e giù di morale, lui già mi manca, vorrei poter lenire il dolore che gli ho letto negli occhi ma mi accorgo di provare dolore io stessa: per la sua partenza improvvisa, perché non ne conosco la ragione, perché vorrei sapere di più, per capirlo, per sostenerlo, perché per la prima volta mi ha esclusa dalla sua vita, perché un po' mi sono sentita abbandonata all'improvviso, perché forse stavo dando a questa storia più importanza di quella che dovrebbe avere.
Chiamo i ragazzi per sapere come va e subito si accorgono che c'è qualcosa che mi turba ma glisso al volo spiegando loro che a lavoro abbiamo dei problemi da risolvere per un grosso cliente.
Fabrizio si offre di portarmi a cena per regalarmi qualche ora di spensieratezza e Federica fa l'offesa perché lei è lontana e non può: io ringrazio entrambi ma spiego loro che sono stanca e la miglior cosa sarà andare a letto presto e riposarmi. Prometto di farmi sentire domani e riattacco felice di sapere che loro stanno bene.
Mi spoglio velocemente ed entro in doccia: ho bisogno di togliermi di dosso questa sensazione di soffocamento che sento e strofino così forte nella speranza di lavar via la tristezza che sento, la paura che mi ha provocato questo distacco improvviso, inaspettato e la consapevolezza appena acquisita di non riuscir più a fare a meno di lui, della sua presenza, delle sue attenzioni, della sua voce, dei suoi baci.
Cazzo, mi sono persa dentro di lui....e sento di morire senza Baris, e questo proprio non doveva succedere, non di nuovo, non sopporterei un'altra delusione, non riuscirei a ritrovare me stessa ancora una volta.
Mi asciugo in fretta e mi raggomitolo nel mio letto: chiudo gli occhi e piango in silenzio, piango sperando che domani Baris mi chiamerà e mi spiegherà cosa lo ha portato improvvisamente a casa, così da comprenderlo e supportarlo, così da tranquillizzarmi e continuare a vivere, in attesa del suo ritorno.
Mi sveglio di soprassalto, sono solo le 4 di mattina, ancora le 4, ma niente, non riesco a riaddormentarmi: non riesco a togliermi di dosso la sensazione di negatività che questo viaggio ha portato con sé. Sarà per l' espressione negativa che gli ho letto negli occhi quando mi ha detto di dover partire,,,, la verità è che ho paura di perderlo, la verità è che ho realizzato, soltanto ora, che non posso fare a meno di lui.
Non c'è verso di riaddormentarmi così vado in cucina a prepararmi un caffè poi mi lego i capelli e decido di fare le grandi pulizie: inizio dagli infissi fino a togliere anche l'ultimo granello di polvere sui pensili in cucina.
Quattro ore di full immersion nelle pulizie e mi accorgo che sono quasi le 9: dopo una doccia veloce decido di affrontare la giornata lavorativa con un sorriso, andrò in ufficio e mi impegnerò più che posso.
Ringrazio il Signore: oggi ci sono un sacco di scadenze così nemmeno mi accorgo che è già passata l'ora di pranzo, se non fosse che il mio stomaco brontola.
Esco dall'ufficio decisa a mettere qualsiasi cosa sotto i denti e trovo Barbara nella stanza relax: "Amica, che fine hai fatto? Mi ero preoccupata e ho chiesto a Vittorio ma mi ha detto che ti eri chiusa in ufficio perché avevi mille scadenze e non ho voluto disturbarti". Grazie Barb, hai ragione, in questi giorni sono stata un po' distratta, perdonami", le dico di slancio.
"Ti perdono solo se mi racconti della tua distrazione" dice maliziosa.
Io le sorrido e decido di raccontarle tutto davanti ad un buon piatto di spaghetti...."Magari se andiamo da Taveggia sarà ancora aperta la cucina, che dici?"
La mia collega non se lo fa ripetere due volte, mi prende sottobraccio e usciamo subito dall'ufficio.
Mentre pranziamo e le racconto come ho trascorso i miei giorni passati mi rendo conto di quanto la mia amica mi sia mancata: le sue battute, il suo sorriso, il suo capirmi al volo e terminare la frase al posto mio, così senza più alcun dubbio nella mente mi apro a lei confidandole i sentimenti che provo per Baris, l'attrazione nei suoi confronti e la paura per la sua partenza improvvisa.
Barbara mi ascolta, a volte meravigliata, a volte estasiata...le sue facce buffe mi sono mancate davvero e con lei, per qualche ora ritrovo il sorriso e la pace interiore.
Rientrate in ufficio mi tuffo nel lavoro, in attesa di una chiamata che purtroppo non arriva.
E' ormai sera inoltrata, sono in casa da un pezzo e il telefono non squilla...perché?

STAI LEGGENDO
SENZA RESPIRO
RomanceOgnuno di noi, nel corso della vita incontra ostacoli, a volte si superano senza scossoni, altre volte è necessario scegliere di cambiare. Ma cambiare cosa? Un semplice punto di vista? Un modo di comportarsi? Lara sarà costretta a cambiare totalment...