Capitolo 10

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Sono a casa, finalmente, il mio piccolo rifugio...

Quando sono arrivata a Milano mai avrei immaginato di poter trovare un posto tutto per me e di poterlo chiamare casa: all'inizio mi mancava tantissimo la mia casa in Toscana, la pace di quel luogo, il mio angolo segreto sul terrazzo dal quale raccontavo alla luna i miei crucci; oggi mi manca ancora, mi mancherà sempre ma non mi sento più un'estranea qui e mi sono ricreata i miei spazi e mi sento nel posto giusto, nel momento giusto.

Svuoto i sacchetti della spesa e mi metto all'opera: lavo le zucchine e le griglio come piacciono a Fede, nel frattempo condisco la tagliata con olio, limone, sale e aglio così che possa insaporirsi e poi preparo la crema catalana che adora Fabrizio.

Sono quasi nei tempi, per miracolo, mi affaccio al balconcino e mi accendo una sigaretta, maledetto vizio che non riesco a togliermi, in attesa dei ragazzi.

Quando sento il citofono il mio cuore fa un balzo, sembra voler uscire dal petto per andare ad abbracciare Fede e Fabrizio senza aspettare che il mio corpo si muova e appena entrano in casa li abbraccio forte, quasi li stritolo per la gioia di averli qui con me. Fabrizio subito borbotta qualcosa, mentre Federica piange di gioia con me: anche se la sento tutti i giorni sono quasi due mesi che non ci vediamo e se per me è difficile, per lei deve essere anche peggio.

A volte mi domando se sia una pessima madre, forse è così che appaio dall'esterno, un'egoista che è partita lasciando via i figli per rincorrere chissà quale sogno.

La prima a rimproverarmi sono io stessa, forse ho preso una decisione azzardata, ma oltre che per me stessa, l'ho fatto soprattutto per loro, perché la mia infelicità pesava molto sulle loro vite e loro stessi mi hanno incitata ad andare via e anche se spesso ci manchiamo l'un l'altro, so che adesso anche loro sono più felici, hanno una prospettiva di vita futura che prima non vedevano e degli obiettivi a scadenza.

Fabrizio porta il bagagli di Fede in camera e poi lo sento a telefono: sta chiamando la nonna per avvisare che la sorellina è arrivata a destinazione e come a solito sento che ci prende in giro: " Si nonna, non preoccuparti, ho già preso il secchio per raccogliere le lacrime di tua figlia e tua nipote..", che stronzetto, fa finta di essere forte e che non sia emozionato pure lui per questa reunion ma io so benissimo che lui è felice quanto noi che finalmente stiamo insieme.

A tavola Fede ci racconta delle sue giornate in casa con i nonni che la viziano ogni giorno di più per non farle sentire molto la nostra mancanza, delle loro discussioni continue e della possibilità che li convinca a venire a trovarci qui. Sarei felicissima che potessero vedere come mi sono sistemata e ..."Ragazzi, vorrei dirvi una cosa" e ne approfitto per dirgli che avrei intenzione di comprare casa per non pagare più l'affitto.

Sia Fede che Fabrizio sono entusiasti dell'idea, anche loro pensano che convenga pagare il mutuo e non l'affitto, così faccio vedere loro i tre appartamenti che mi sembrano giusti per noi e iniziamo a fantasticare su come ristrutturarli e arredarli insieme.

Questo è il profumo ed il sapore di una famiglia: riunirsi tutti insieme per una festa, un'occasione qualsiasi e fantasticare insieme su un sogno, o ragionare insieme su un problema, trovare una soluzione comune al problema di un solo membro, curare gli affetti, completarsi l'un l'altro, questo è quello che mi è sempre mancato in passato, quando prospettavo un problema e mi toccava decidere da sola, perché nessun conforto o aiuto arrivava dall'altra parte, quando se i miei occhi si illuminavano per un sogno le uniche frasi che ascoltavo erano distruttive, negative.

Dopo la cena chi sparecchia, chi carica la lavastoviglie, ognuno di noi fa qualcosa con l'altro, per l'altro e poi ci stendiamo sul divano per continuare a raccontarci, per sentirci, perché quando siamo tutti e tre insieme io mi sento invincibile, felice, completa. Mi squilla il cellulare e Fabrizio inizia a ridere di gusto e dice: "Fede, hai perso il podio, ormai mamma passa più tempo a telefono con lei che con te". Io capisco al volo chi è a telefono e faccio segno di passarmela e apro la comunicazione mentre Fede mi fa la linguaccia e dice a voce alta: "Zia Barb, sono arrivata, quando andiamo a fare shopping?" Nel frattempo metto il telefono all'orecchio e sento la mia collega che già ride come una matta, l'ultima volta che Fede è stata qua l'ha fatta impazzire: per un giorno intero l'ha trascinata in tutti i negozi possibili ed immaginabili e a fine giornata la mia collega era oltre che fisicamente, anche emotivamente distrutta!

Barbara vuole sapere dei ragazzi, se stanno bene e le ricordo che domani sera a cena potrà accertarsi di persona. Le dico che se vuole potrà arrivare anche prima delle 20:00, il nostro solito orario per cenare e di non preoccuparsi di nulla, preparerò tutto io con l'aiuto di Fabrizio. Riattacco prendendola in giro, perché lei domani dovrà lavorare mentre io me la spasserò.

A mezzanotte inoltrata iniziamo tutti a sbadigliare e così decidiamo di andare a dormire: preparo il divano letto per Fabrizio mentre Fede dormirà nel lettone con mamma, e non vedo l'ora, anche se so che passeremo tutta la notte a parlare.

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