Capitolo 26

96 18 4
                                    

Salgo le scale lentamente, è come se la mia mente mi dicesse di non allontanarmi da lui, di non rimanere sola, ma d'altro canto non posso fare altrimenti: quando mi è vicino mi sento serena ma allo stesso tempo sono turbata da qualcosa che non so spiegare, così vado in camera e mi guardo intorno: ha rifatto il letto, ora c'è solo un cuscino e di fianco una camicia da notte che non riconosco, ma spero sia mia.

Mi faccio una doccia veloce ed entro nel letto alla velocità della luce portando con me il cellulare che mi ha dato: sotto le lenzuola mi sento protetta, nascosta; tocco lo schermo ma chiudo immediatamente gli occhi: ho paura a guardare, non so cosa troverò, se ricostruirò la mia vita e soprattutto se quello che vedrò mi piacerà.

Apro lentamente gli occhi e cerco la galleria: una volta aperta centinaia di immagini mi invadono: ci sono parecchie foto di due bellissimi ragazzi, un ragazzo e una ragazza abbracciati, imbronciati, da soli, in spiaggia con altri ragazzi, le guardo quasi famelica; le scorro prima velocemente poi torno indietro e riguardo le foto lentamente: sono bellissimi: la ragazza ha due occhioni nocciola e capelli lisci lunghissimi, il ragazzo ha due occhi quasi neri, profondi e delle labbra bellissime.

Mentre continuo a scorrere la galleria chiedendomi chi sono vedo una foto di me e Baris abbracciati: sembra siamo seduti su una panchina, forse in un parco.

Chiudo gli occhi, nella speranza che mi venga in mente qualcosa, magari il momento in cui l'abbiamo scattata ma niente, è il buio totale nella mia mente.

Continuo a sfogliare la galleria: foto di me con altre persone, foto di me con un cane, foto di paesaggi, tantissimi, diversi tra loro, mare, montagna, boschi, parchi e lunghe file di pini, di cipressi, poi ancora loro, quei due ragazzi: sembrano sprizzare vitalità, mi sembrano familiari, provo una sensazione strana allo stomaco; chiudo gli occhi per un po', e torno indietro con la memoria a quello che ho fatto in questi giorni: stasera passeggiavo in riva all'oceano, prima ancora ero in ospedale con Baris e i medici, prima ancora ero in strada con la polizia e prima ancora ero in un palazzo e stavo...e stavo....e...i ricordi si interrompono con violenza.

Non riesco a ricordare, per quanto mi sforzi non riesco ad aggiungere nemmeno un minuto in più della mia vita nella mia testa e per di più inizia a farmi un male cane: il dottore mi ha dato delle compresse da prendere nel caso in cui si fossero presentati forti dolori ma non voglio farmi tentare, odio le medicine e preferisco resistere.

Continuo a scorrere le foto sul cellulare e ad un certo punto mi appaiono foto di due bambini: sono loro, quelli che ho sognato in ospedale, siiii sono davvero loro, sono figli miei? E dove saranno adesso? Che madre snaturata sono, se ho lasciato due bambini da soli? A chi li ho lasciati?

Continuo a guardarli attentamente: la bambina è la copia della ragazza nelle foto recenti e il maschietto... Oddio solo dopo un po' realizzo che sono loro, sono loro foto da piccoli, sono..... e mentre sto per dirlo mi parte una violenta fitta alla testa.

Mi lamento un attimo, mi stringo forte le tempie e vado nella rubrica del telefono: ci sono centinaia di nomi, li scorro lentamente, ma nessuno attira la mia attenzione, non mi ricordano nessuno, solo un nome mi lascia perplessa ed è: MAMY.

Sarà il numero di telefono di mia madre? Sono in buoni rapporti con lei? E allora si sarà spaventata in questi giorni che non ha ricevuto una mia chiamata? Mi faccio mille domande ma non so che risposta darmi, comunque mi si illumina una lampadina e vado nella lista delle ultime chiamate: Fabrizio, Fabrizio, Fabrizio, Federica e Fabrizio.

Sono tutte chiamate perse eccetto una: ho una chiamata di Fabrizio in uscita nella giornata di ieri, ma ieri io ero in ospedale e non avevo il telefono.

Mi alzo di scatto dal letto e scendo di sotto: trovo Baris che lotta sul divano, per quanto sia bello grande e comodo a vederlo, deve essere improponibile per dormirci sopra; lui borbotta delle parole incomprensibili ma appena mi vede si zittisce e scatta in piedi: "Lara, non ti senti bene?" mi chiede un po' spaventato.

Io vado verso di lui e gli porgo il telefono: "Baris, chi sono? Perché mi hanno chiamata insistentemente e soprattutto chi è che ha richiamato questo Fabrizio dal mio telefono ieri?"

"Lara, ne parliamo domani, è meglio se ti riposi, vedo i tuoi occhi stanchi e gonfi, domani ti sentirai meglio e potrai..."

"Adesso andrà più che bene Baris, non ce la faccio ad aspettare a domani, dimmi tutto per piacere"

Lui mi ridà il telefono e prendendomi le mani nelle sue mi fa sedere accanto a sé, mi dice che ha chiamato lui Fabrizio per tranquillizzarlo sulla mia salute e che il ragazzo è mio figlio, vive a Milano e frequenta un corso di studi universitario, mentre Federica è la mia principessa e vive in Toscana con i nonni.

Lacrime amare scorrono sul mio viso: piango in silenzio ma ho un dolore al petto grandissimo, come è possibile che io non ricordi di avere due figli?

Mi sento svuotata, sono avvilita, impotente e disperata e piangendo come una fontana abbraccio Baris e mi aggrappo a lui in richiesta di aiuto.

Credo di essermi addormentata, perché quando apro gli occhi è buio, sono sdraiata di fianco a Baris che dorme stringendomi in vita: cerco di spostarmi senza svegliarlo ma lui stringe la presa e dopo pochi attimi lo sento borbottare: "Sei sveglia ask? Come ti senti?"

Perché anche le parole incomprensibili che pronuncia mi sembrano familiari?

"Che hai detto?" chiedo incuriosita.

"Ti ho chiesto se sei sveglia Lara e se stai bene" dice lui a bassa voce.

La voce, quella voce, ogni volta che lo sento parlare mi vibra qualcosa nello stomaco; anche se non mi ricordo niente so bene, nel profondo, che lui è importante per me....

Off, vorrei tanto ricordare ogni cosa, ma più mi sforzo e più vedo solo buio e non riesco ad aspettare così gli chiedo di parlarmi di noi.

Lui mi stringe al suo corpo e mi dice di chiudere gli occhi: "Lara, lascia perdere i ricordi svaniti e prova a dirmi ora, in questo istante, al mio fianco, cosa provi, cosa senti... sono un estraneo per te?"

Sono imbarazzatissima, perché ha ragione lui, al di fuori del fatto che non so nemmeno chi sono, io con lui accanto mi sento al sicuro e mentre cerco le parole giuste per dirglielo, perché non voglio che mi fraintenda, lui all'improvviso mi prende e mi bacia: la sua bocca è meravigliosa, calda, morbida, vellutata, e la sua barba mi pizzica leggermente e mi massaggia i viso; ha un modo bellissimo di baciare, all'inizio è irruento, ti toglie il respiro, poi si trasforma in un bacio dolce, innocente per poi riprendere a farti impazzire con la sua lingua che gioca dentro di me e il tutto senza mai fermarsi, senza interruzioni, senza mai lasciarti un secondo senza il suo respiro: non so proprio come faccia a baciare e parlare nello stesso momento ma è qualcosa di davvero bello.

Sto per allontanarmi perché rischio di perdere il controllo quando all'improvviso lo sento, il suo profumo, quel profumo che mi fa impazzire: chiudo gli occhi e vedo l'androne di un palazzo e io a terra a raccogliere fogli... e il profumo si fa pungente, è un misto tra il muschiato e il legnoso, e poi i cedro, fresco, pungente.

Apro gli occhi di colpo e mi stacco, lui non dice una parola, mi guarda con quei suoi occhi profondi mentre io con il palmo della mano gli accarezzo le guance e gioco con la sua barba: sul suo volto appare un sorriso e poi con voce roca mi dice: "Lo fai da sempre, dal primo momento che ci siamo amati e quando lo fai mi fai impazzire".

SENZA RESPIRODove le storie prendono vita. Scoprilo ora