Capitolo 12

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Non ho chiuso occhio stanotte ripensando alla serata trascorsa, a quanto sono stata bene nonostante " l' intruso ", a come i miei figli sembravano conoscere gli ospiti da sempre, ridendo e scherzando con loro come se fossero amici di vecchia data.

E poi, quel bacio accennato, quella passione nei suoi occhi, e il terrore nei miei, perché mi è piaciuto, perché in quel momento sembrava perfetto, giusto, adeguato, perché la verità è che sono attratta in un modo che non so descrivere da Baris, dalle sue premure, anche dai suoi modi bruschi.... tutto in lui mi piace: ha la capacità di sorprendermi ogni volta e ogni volta mi lego a lui sempre più. Ripensandoci mi rendo conto che quando non sono in ufficio, come oggi, mi manca come l'aria: mi mancano i suoi sorrisi, il suo silenzio, la sua tenacia nello starmi accanto e mi manca la sua voce, bassa, profonda, esigente.

Vado in cucina per preparare la colazione ai ragazzi ma squilla il cellulare: leggo il numero di Barbara e sorrido: adora fare lunghe chiacchierate a telefono e rispondo subito: "Buongiorno bellissima, già a lavoro?", le chiedo.

"Sto per strada, in ritardo, tu sei sveglia da molto?".

"Abbastanza, direi, sto preparando la colazione ai ragazzi" rispondo, ma non mi lascia il tempo di finire che incomincia a farmi domande a raffica, di quelle sue, imbarazzanti, crude, d'impatto e io spiattello tutto subito, su come mi sento, sul fatto che mi è molto piaciuta la sua imboscata ieri sera, il fatto di essersi portata dietro il mio capo, nemmeno le chiedo il perché!

E così le racconto di quello che è successo in cucina, di come mi sono sentita e del perché li ho liquidati in fretta e furia subito dopo. Lei ascolta in silenzio e poi mi confida che all'uscita da casa, ieri sera, Baris sembrava avesse perso la lingua, che sono andati via in silenzio e che quando lei lo ha incalzato per capire il motivo del suo umore lui l'ha guardata, le ha fatto un sorriso e l'ha ringraziata per avergli dato l'opportunità di conoscere la vera Lara, quella allegra, tranquilla, serena, rilassata, dolce, premurosa e...."non ricordo più tutti gli aggettivi che ha usato per descriverti" dice.

 Mio Dio, sto andando a fuoco, ho crampi allo stomaco e mi manca l'aria......mi sento come una ragazzina diciottenne e sinceramente questa cosa mi imbarazza alquanto se ci penso, sto per dare qualche risposta a Barbara quando all'improvviso entra in cucina la mia Fede tutta assonnata: liquido la mia collega dicendo che sono tutte stupidaggini e che non ho tempo per pensare a questa sciocchezza e abbraccio mia figlia in cerca di coccole.

Sono loro la mia anima, batte per loro il mio cuore e non posso e non voglio incasinarmi la vita ora che tutto sta andando bene, che ho intrapreso un percorso lineare, senza scossoni, senza grossi problemi, senza ...senza...

A volte ammetto di sentirmi sola, spaesata...e quando capita, giro per la città senza meta e senza obiettivi, con il solo scopo di perdermi tra vie che non conosco e quartieri sconosciuti, al solo scopo di trovare qualcosa di familiare, un sorriso, uno sguardo, un palazzo o un vetrina già visti, al solo scopo di ritrovare me stessa, la mia pace.

A volte torno a casa soddisfatta, perché ho incrociato una persona già vista in metro o in autobus, perché ho riconosciuto un palazzo o un parco, altre volte invece impiego ore per ritrovare un indirizzo conosciuto e da lì riprendere un percorso familiare e tornare a casa, ma quando ci arrivo mi sento vuota, persa e insoddisfatta.

Oggi è così che mi sento, eppure non sono uscita, se non per fare un po' di spesa e tornare a casa per mettermi ai fornelli, ma nemmeno nella mia cucina riesco a ritrovarmi, non trovo mestoli e pentole e sbuffo di continuo, tanto che i ragazzi pensano che sia stanca o arrabbiata!

"Mamma, che hai? Non stai bene?" mi chiede Fede avvicinandosi.

"Se sei stanca, lascia, cucino io" dice ridendo, perché tanto lo sa che a malapena riesce a fare una frittata. Lei è quella che mangia solo piadine, insalate, mozzarelle e prosciutto, insomma tutto ciò che non ha bisogno di elaborazione.

Io la guardo e con un sorriso la tranquillizzo dicendo che va tutto bene e che ho deciso di preparare un buon pranzetto e che poi usciremo a fare shopping. Le si illuminano gli occhi e inizia a dirmi cosa vorrebbe, prende il suo smartphone per farmi vedere cosa le piacerebbe acquistare ed inizia a sciorinare tutta una serie di "bello, pure questo mi piacerebbe, no forse meglio questo verde....."

Io già non l'ascolto più, i miei pensieri sono rivolti ad altro, penso all'ufficio, al lavoro, forse dovrei chiamare per sapere se non ci sono urgenze, magari passarci più tardi, quando sarò in giro con Fede, magari hanno bisogno di me.

La verità è che sono io a sentire il bisogno di...."Mamma, ti squilla il telefono......" mi strilla quasi nelle orecchie Fabrizio. L'ho lasciato in stanza e non mi sono accorta, così vado a prenderlo per rispondere ma in quel momento smette. Vedo dall'elenco chi ha chiamato e mi accorgo che è una chiamata spam. Un po' triste rimetto il telefono in carica e torno a testa bassa in cucina, chissà che mi aspettavo!

Fede mi chiede subito conto e le dico che non era nulla di importante. Passo l'intera mattinata vagando per casa e dopo pranzo mi appisolo sul divano fino a che non sento squillare nuovamente il telefono. Mi alzo per rispondere e mi accorgo che i ragazzi non ci sono, e mentre mi chiedo dove siano mi accorgo di un bigliettino lasciato sul tavolo: sono usciti insieme a fare una passeggiata in centro!

Mentre leggo il loro messaggio rispondo al telefono senza guardare chi chiama e a sorpresa ascolto la voce di Baris: "Ciao straniera, quando tornerai a lavoro?"

"Ciao Baris, è successo qualcosa?" rispondo, e lui candidamente mi dice: "Si, è successo che mi manchi"! E io senza riflettere subito rispondo :"anche tu!" per poi mordermi la lingua ed imprecare in ostrogoto...che diavolo m'è preso!

Lo sento ridere a crepapelle e mi incazzo di più iniziando a blaterare parole inutili, mentre lui senza giri di parole mi chiede di farmi vedere, a studio, o anche per strada.

Io balbetto la scusa dei ragazzi ma lui subito mi blocca: "Lara, vengo io, scendi, andiamo a fare una passeggiata se ti va". Acconsento quasi subito, anch'io ho voglia di vederlo e gli chiedo di incontrarci a Parco Sempione tra un'ora.

Appena chiusa la comunicazione mi preparo velocemente ed esco: per strada mi accorgo di essere euforica e per niente agitata, mi giro attorno alla ricerca di qualcosa che possa infastidirmi ma non trovo nulla che mi turba e i miei pensieri si librano veloci mentre il tram è sempre più lento.

Dopo un tempo che a me sembra infinito arrivo alla fermata Cairoli ed entro subito nel parco: è immenso e stracolmo di gente oggi, così inizio a guardare da un lato e l'altro del sentiero alla ricerca di Baris, ma non riesco a vederlo.

Sto per prendere il telefono e chiamarlo quando sento due mani stringermi i fianchi e anche se è dietro di me non mi spavento, so che è lui, sento il suo profumo.

Mi giro velocemente e mi ritrovo le sue labbra sulle mie che rispondono al suo bacio avido, passionale, profondo, intenso...e io mi perdo nel suo bacio, tra le sue braccia e appena ci stacchiamo inizia a solleticarmi in vita, lì dove le sue mani sono rimaste salde e strette, in un abbraccio delicato, ma allo stesso tempo irruento e a quel punto mi rendo conto che sono persa, lo desidero, voglio trascorrere il mio tempo con lui.

Dopo aver riso a crepapelle per il solletico prendo le sue mani e le stacco delicatamente dal mio corpo, ho i brividi addosso e non riesco a staccare i miei occhi dai suoi.

Lui mi prende per mano e si incammina verso un chiosco, dove ordina due gelati: chiedo i miei gusti preferiti, cioccolato e limone e lui inizia a ridere di gusto dicendomi: "Che accoppiata infelice, il cioccolato dolce e vellutato e il limone freddo ed aspro".

Lo guardo in cagnesco e gli spiego che quei gusti sono proprio come me: a volte tenera e amabile, altre acida ed irascibile. Lui mi sorride e poi si gira verso il tipo del chiosco e dice ridendo: "ne faccia due, prendo anch'io gli stessi gusti della signora"!

Passeggiamo mano nella mano per tutto il tempo e dopo aver finito il gelato conviene con me che l'accoppiata dei gusti non è poi male, "Ti dirò, Lara, da oggi prenderò sempre questo gelato". Io sorrido, mi sembra di conoscerlo da sempre, sto così bene in sua compagnia che non mi rendo conto che si è fatto tardi. Così gli spiego che devo andare, altrimenti i ragazzi non mi troveranno in casa ma lui insiste dicendo che non c'è fretta e che mi riaccompagnerà lui in taxi.

Torno a casa con la testa tra le nuvole, ho trascorso un pomeriggio splendido, ma domani sarà una giornata triste, perché Fede tornerà a Roma e mi mancherà da morire.

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