Capitolo 11

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Mi sveglia un terremoto: Fede saltella sul letto felice, gridando di svegliarmi, c'è il sole dice e dobbiamo uscire. "Ci saremo addormentate due ore fa figlia mia, dormiamo ancora" le dico con voce lamentosa, ma lei è decisa a svegliarmi e mi scopre tirandomi giù dal letto. "Uffaaa, Fedeeeee, va bene, alziamoci" e mi metto seduta.

Nel mentre arriva Fabrizio con una fumante tazzina di caffè prendendomi in giro: "Eh cara mia, non hai più l'età per i festini notturni, eh?" e mi porge il caffè.

Ha ragione, abbiamo chiacchierato del più e del meno fino all'alba ma è stato bellissimo ascoltare la mia piccolina che pianifica la sua vita, che crede nei suoi sogni e che è determinata a realizzarli.

Facciamo colazione tutti insieme e decidiamo di andare a fare un giro al lago di Como, ormai è primavera e sarà bellissimo.

Di ritorno ci fermiamo in pasticceria per comprare una millefoglie alle fragole, il dolce preferito della mia Fede: per potergliela fare avrei dovuto rimanere in casa invece ho preferito uscire con loro, quindi per questa volta ci accontenteremo di quella della pasticceria.

In pomeriggio Fede parla a telefono con suo padre e in due minuti gli racconta di quanto è felice di essere venuta a Milano, anche se per pochi giorni, allora io prendo la palla al balzo e appena termina la chiamata la invito a riflettere sulla possibilità di venire a frequentare i corsi universitari qui e non a Roma, così potremmo stare tutti e tre insieme, visto che ho intenzione di acquistare una casa.

Fabrizio ieri sera mi sembrava contento per la prospettiva e infatti dice che se l'acquisto andrà in porto lascerà la casa dello studente per trasferirsi con me.

Ma Fede si sa, è irremovibile, ha una sua idea del futuro e declina la proposta e io non insisto, perché è vero che vorrei venisse qui con noi, ma in fondo capisco le sue ragioni e non ho intenzione di ostacolare la sua felicità, ognuno di noi merita la possibilità di scegliere senza costrizioni come vivere e, in fondo come dice lei, da Roma in tre ore può essere a Milano ogni volta che vorremo vederci.

Mentre la principessa si fa una doccia io e Fabrizio ci mettiamo ai fornelli per preparare la cena, stasera verrà Barbara e ci divertiremo un mondo, già lo so, lei è come una sorella per me, quella che non ho mai avuto essendo figlia unica e i miei figli la adorano.

Io preparo le crepes che farò al forno con asparagi, speck e stracchino mentre Fabrizio prepara i bocconcini di pollo al limone e zenzero con le melanzane a funghetto. Metto le crepes in forno e vado sul balcone per telefonare ai miei genitori.

Da qui ho una vista stupenda del parco di fronte e mentre parlo con mia madre le racconto come sono felice di essere insieme ai miei ragazzi e le chiedo di raccontarmi di loro, dei miei posti, della mia casa, del mio cane che si è trasferito nel loro giardino da quando sono andata via. Mamma comprende la mia malinconia, le mie paure ma come sempre mi sprona ad andare avanti, certa che la mia scelta sia stata giusta, mi incita ad andare avanti senza guardarmi indietro perché il passato deve restare tale e non deve infiltrarsi nella quotidianità. Un po' quasi mi rimprovera, dicendomi di liberarmi persino dei ricordi, se mi limitano, se mi fanno male, se mi impediscono di sorridere ogni giorno... una motivatrice nata la mia super mamma, sempre comprensiva. Le raccomando di continuare a coccolare il mio babbo anche da parte mia e le rinnovo l'invito a venire a stare qui con me, dicendole che ho deciso di acquistare casa.

E' felice della notizia e inizia a chiedere informazioni su dove la acquisterò, di stare attenta alle zone, di valutare pro e contro per ogni appartamento che visionerò, insomma, alla fine terminiamo la chiamata con l'impegno di sentirci più spesso.

Mentre rientro in sala sento che Fede ride e scherza con qualcuno e mi accorgo tardi che Barbara è già arrivata, non ho sentito il citofono, e non è sola.....

Come diavolo le è venuto di portarsi dietro lui?

"Buonasera Lara, spero non ti spiaccia che sia venuto anch'io, ma quando ho sentito che Barbara stava venendo le ho chiesto di unirmi e lei non me lo ha impedito", vero Barbara?

"Certo certo, non credo che a Lara dispiaccia, dice sempre più siamo e meglio è"!

"Prego Baris, accomodati, avrai già conosciuto Federica mia figlia, e di là in cucina c'è Fabrizio". "Fabri? Vieni? E' arrivata.."

"Zia Barb, ciao" la solleva tra le braccia e la fa volteggiare, poi si accorge dell'intruso e dice: "Piacere, sono Fabrizio e tu? Sei il compagno di Barbara?" Barbara diventa di tutti i colori e nega decisamente mentre Baris sorride a Fabrizio e dice: "No assolutamente, sono un collega di studio, spero non ti dispiaccia che si venuto anch'io senza invito".

"Fabrizio, lui è il mio capo, il socio che vive in Turchia".

"Lara mi spiace ma devo correggerti: sono un collega e basta e non vivo più in Turchia, mi sono trasferito definitivamente a Milano".

"Hosgeldiniz" dice subito mia figlia, " Hosbulduk, piccola Lara, sei una copia perfetta di tua madre, devi esserne orgogliosa". Io arrossisco e subito dico a Fede di prendere i bicchieri per bere qualcosa.

"Come mai tua figlia mi ha salutato in turco"? dice Baris mentre si avvicina e io gli spiego che Fede ama le lingue che studia da anni, compreso il turco.

Ci accomodiamo chi sul piccolo divano, chi a terra sul tappeto, chi sulla sedia e mentre sorseggiamo il vino aperto da Federica, Baris viene tartassato di domande dai miei figli alle quali risponde senza problemi.

Barbara mi guarda di sottecchi, ma io non le do retta, stasera niente ombre o sotterfugi, voglio trascorrere una serata serena in loro compagnia.

Andiamo a tavola e ceniamo tra un racconto e l'altro, tra una risata e l'altra, apriamo un'altra bottiglia di vino e a fine serata, dopo aver sparecchiato e caricato la lavastoviglie mi accorgo che i miei ospiti sono a loro agio, parlano piacevolmente con i miei figli che, contrariamente ad altre cene, sono rimasti a chiacchierare senza eclissarsi in camera.

Sembra una serata normale, perfetta, senza fronzoli, senza scopi nascosti, solo un gruppo di persone che sta bene insieme e che si diverte, fino a quando Baris si alza e viene verso di me, mi prende la mano e mi trascina in cucina chiudendosi la porta alle spalle.

"Che ti prende capo, o dovrei chiamarti collega ?

"La tua famiglia è meravigliosa, volevo dirtelo", mi sussurra appena.

"Grazie Baris, lo so bene, ma perché siamo qui ?"

"Perché ho bisogno di fare questo" e mentre parla si avvicina alle mie labbra e mi sfiora con un bacio tenero, casto, ma allo stesso tempo vedo il fuoco nei suoi occhi e sento la forza delle sue mani che stringono le mie.

Io mi allontano immediatamente e confusa ritorno in sala, con un sorriso finto sul viso e la voce stridula che dice: "Ragazzi, su, è ora di accomiatarci dai nostri ospiti, saranno stanchi e devono rientrare a casa loro".

Barbara mi guarda stranita ma subito si alza, saluta i ragazzi e si avvia alla porta dove Baris già l'aspetta, lui ringrazia per l'ospitalità e dice ai miei figli di essere stato molto contento di averli conosciuti e che sarà felice di incontrarli nuovamente, se loro vorranno.

 I ragazzi mi vengono vicino, mi abbracciano e a loro volta ringraziano Barb e Baris per la compagnia.

Che serata... che diavolo gli è preso !?

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