Siamo in macchina, in un' auto che non conosco, con i vetri oscurati e un maschione pieno di tatuaggi seduto alla guida che ci spiega farà un percorso piuttosto tortuoso per portarci in aeroporto ma che arriveremo in tempo per il volo.
"Quale volo? Inizio a sudare freddo, odio volare di notte: quando si decolla mi sembra di entrare in un buco nero e non è una scusa per nascondere altre paure! Io adoro fare viaggi in aereo, ma possibilmente di giorno, quando guardare fuori dai finestrini è un piacere, quando puoi fantasticare tra le nuvole, scorgendo le città che si attraversano in basso, la notte invece solo il nulla intorno, fino a che non ti avvicini alla destinazione e scorgendo le prime luci ti accorgi che nessuno ti ha catapultata in un romanzo distopico e che esiste ancora vita intorno a te.
Baris capisce che non sono a mio agio e che mi sto spaventando per tutta la situazione e finalmente si degna di darmi un minimo di spiegazione secondo la quale Hakan è riuscito a sguinzagliare la sua gentaccia fin qui al fine di intimorire Baris.
Dalla sua voce concitata mi pare di capire che sono vere e proprie minacce, anche se cerca di minimizzare, altrimenti non sis spiegherebbe questa fuga per..."Dove andremo?" chiedo incuriosita.A rispondermi non è Baris, bensì il tipo alla guida che mi spiega che partiremo in 5 per le Canarie: noi tre e due suoi colleghi che ci raggiungeranno in aeroporto.
Baris mi spiega che Ivan, questo è il nome del tatuato, e i suoi colleghi saranno lì per proteggerci, che Hakan qualche giorno fa ha fatto un passo falso ed ora è ricercato da più nazioni per traffico illegale di armi e che, vista la sua fissazione con Baris, noi potremmo servirgli da esca.
CHE?? Ma tu guarda questo, penso io, che vuol dire? Che ci butterà in pasto ai lupi?!
Baris si accorge che sto per arrabbiarmi davvero e cerca di abbracciarmi ma io mi divincolo e inizio a sragionare dicendogli che voglio scendere, che non sarò l'esca di nessuno e che non voglio andare su nessuna isola.
Lui pazientemente cerca di calmarmi e mi spiega il piano escogitato insieme al corpo speciale di polizia investigativa che ci accompagnerà.
Stanca di discutere con lui mi accuccio sulla sua spalla e ascolto Ivan che spiega a Baris cosa faranno in caso si verificasse un avvicinamento da parte di Hakan, o meglio dei suoi uomini, e come dovremo comportarci noi sull'isola: saremo controllati 24 ore su 24, avremo un programma da rispettare e ogni modifica, anche la più piccola, tipo andare in un bar per un caffè oppure salire in albergo senza avvisare uno di loro potrà metterli in difficoltà e non potranno più proteggerci nel modo giusto.
Non riesco a capire altro perché mi sto addormentando dolcemente, anche se ad un cero punto sento fare il mio nome.
Baris mi sveglia sussurrandomi dolcemente che dobbiamo fare presto e io sono talmente rintronata dal sonno che capisco di aver dormito parecchie ore: "Quanto tempo ho dormito e dove siamo?". Mi guardo intorno ma non riconosco l'aeroporto, così guardo Baris in attesa di risposta ma lui mi sollecita ad uscire dalla macchina. Una volta fuori mi prende la mano e si avvia verso un piccolo veivolo scuro, e soltanto in questo momento mi accorgo che siamo su una pista di rullaggio: davanti il piccolo aereo ci sono due uomini con indosso una divisa che non riconosco e appena ci avviciniamo rivolgono la parola ad Ivan in una lingua che non è la mia.
Mio Dio, mi sento catapultata in un film dell'orrore, Baris si accorge del mio nervosismo e mi abbraccia forte sussurrandomi che sarà una vera vacanza per noi, poi saluta i militari sotto la scaletta e in quel momento capisco che sono tedeschi.
"Baris, ma siamo in territorio tedesco?, chiedo sorpresa guardandolo.
Lui sorride e dice che siamo in Svizzera e che partiremo da lì, poi mi invita a salire in quella scatoletta che hanno la presunzione di chiamare aereo e Ivan mi presenta i suoi colleghi: Andrea e Francesca. Questi sono meno impressionanti di Ivan penso, ma evidentemente devo essere un libro aperto per chi mi guarda perché Francesca sorride e dice: "Credevi di trovare altri come Ivan a bordo? Stai tranquilla, solo lui è il cattivo, noi siamo buoni e pacifici". Io mi scuso imbarazzatissima e balbetto delle scuse rivolgendo lo sguardo ad Ivan che sorride scuotendo il capo.
Siamo in partenza, hanno fatto numerosi controlli interni ed esterni al velivolo e ora, dopo aver messo le cinture si vola: una voce profonda annuncia che tra due ore e quaranta arriveremo a Barcellona, che lì è prevista una temperatura di 29 gradi e che il volo sarà senza turbolenze. "Si spera" commento io a bassa voce.
Appena in quota Ivan si alza e viene verso di noi con Andrea e Francesca e ci spiega che la nostra destinazione sarà Lanzarote e che ci rimarremo per il tempo necessario ad incastrare Hakan: i suoi uomini sono stati fermati in aeroporto a Milano, dove credono stessero cercando me e Baris ma purtroppo non hanno trovato alcun pretesto per fermarli legalmente. Sono due giorni che hanno messo sotto controllo i cellulari di cinque di loro, nella speranza che possano tradirsi prima o poi in quanto hanno avuto la soffiata che nel porto di Barcellona arriverà un carico pieno di armi: loro sperano di trovare il carico e nel frattempo trovare la documentazione necessaria per incastrare quel pazzo di Hakan che da giorni chiama Baris.
"Non mi avevi detto nulla tu" dico a Baris dandogli un pugnetto sul petto, "perché?"
"Per non preoccuparti, tanto farnetica stupidaggini e..."
Ivan lo interrompe alzando la mano e rivolgendosi a me dice che non mi ha detto nulla perché voleva dire dirmi che mi ha minacciata di morte, che due giorni fa davanti al portone dello stabile dove sta il nostro ufficio hanno trovato un pacco bomba e che ieri notte erano attorno al mio palazzo ma che Andrea e Francesca hanno fatto in modo che si allontanassero creando un p' di scompiglio. Sto per chiedergli in che senso quando Francesca ridendo dice: " Eravamo una coppia litigiosa l'altra sera, abbiamo gridato talmente tanto che qualche tuo vicino ha chiamato i Carabinieri e quei brutti ceffi finalmente sono andati via".
"Ma voi cosa facevate sotto casa mia?" Ma mentre lo dico mi rendo conto già da sola della risposta che prontamente mi danno: "Lara, è da quando Baris è partito per Istanbul che ti teniamo d'occhio".
"Ahhh......" e non dico più una parola, chiudo gli occhi e respiro profondamente pensando che mi sono cacciata in un bel casino.
"Ask, guardami, vedrai che tutto finirà presto", cerca di consolarmi Baris e io voglio credergli.
Arrivati a Barcellona tempo un quarto d'ora siamo su un altro aereo, questa volta di linea, e il viaggio dura quattro ore.
Quando atterriamo a Lanzarote pur essendo stanchissima non posso fare a meno di guardarmi intorno: è un'isola vulcanica bellissima: ha dei colori meravigliosi che vanno dal nero, al viola, al rosso e ha mille casette di colore bianco.
Con due auto prese in aeroporto arriviamo davanti all'oceano e lì parcheggiamo: ci sono delle bouganville che nascondono una casetta bellissima nella quale Ivan ci fa entrare dicendo: "Cercate di non uscire per almeno 48 ore, riposatevi che sarete stanchi e ...c'è cibo in abbondanza in casa, per il resto dovrete arrangiarvi voi e inizia a ridere a crepapelle".
Sta per chiudersi la porta alle spalle quando in un attimo torna indietro e dice:" Se vi dovesse venire in mente di fare una passeggiata romantica sulla spiaggia davanti a voi oppure un bagno di mezzanotte avvisatemi: ho lasciato i nostri numeri di telefono sul tavolo in cucina,...non vi muoverete da qui senza avvisarci" e chiude la porta di scatto.
Baris mi guarda sorridendo, mi prende la mano e inizia a camminare per le stanze fino a che trova un grande letto nella stanza al primo piano e mi dice: "Vieni, non facciamo arrabbiare Ivan, non ci muoveremo da qui!" e mi lancia letteralmente sul letto.
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SENZA RESPIRO
Roman d'amourOgnuno di noi, nel corso della vita incontra ostacoli, a volte si superano senza scossoni, altre volte è necessario scegliere di cambiare. Ma cambiare cosa? Un semplice punto di vista? Un modo di comportarsi? Lara sarà costretta a cambiare totalment...