Sono già due giorni che trascorriamo in casa, per carità nulla da obiettare: Baris è dolcissimo, attento, premuroso, cucina tante prelibatezze turche, mi vizia come mai mi era successo prima, quando ero io a pensare agli altri, a viziare gli altri senza mai aver cura di me.
Ma vorrei tanto uscire, girare quest'isola, guardarne i mille colori, assaporarne i sapori: ogni volta che provo a mettere piede sulla veranda posteriore, che affaccia direttamente sull'oceano, mi scontro con lo sguardo di Ivan o di Andrea e se mi incammino lungo la battigia mi seguono a ruota.
Così inizio a lagnarmi con Baris: "Per quanto tempo ancora dovremo stare rinchiusi in questa casa? Non possiamo andare da qualche posto? Su internet dicono che ci sono decine di posti che potremmo visitare e io...." "Lara, ask, cerca di portare un altro po' di pazienza, e poi... ti sei già annoiata di me?" risponde lui.
Ma che centra, sciocco, non è che non voglio stare qui con te, ma mi sento intrappolata, vorrei potermi muovere liberamente, nemmeno una passeggiata? Possiamo chiedere ad Ivan di venire con noi, magari ceniamo fuori e ..."
"Lara, mi stai dicendo che come cuoco faccio schifo?" e mentre lo dice prende un piatto pieno di peperoni crudi tagliati a listarelle e viene verso di me.
Io tento di scappare ma mi blocca di spalle al bancone e con sguardo malizioso inizia ad imboccarmi i pezzi di peperone dicendo che d'ora in poi si cenerà solo così.
Ogni volta che cerco di resistere mi obbliga ad aprire la bocca mordendomi il labbro, poi appena prendo il pezzo mi stampa un bacio sulle labbra e mi fa i solletico.
Dopo due o tre pezzi ingoiati così gli dico di smettere, ma lui imbronciato continua, dicendo che da stasera non preparerà più nulla da mangiare e che dovrò cibarmi di lui e del suo amore per me, se voglio sopravvivere.
Sorrido, ingoio il pezzo di peperone e lo abbraccio, e le sue mani sono già su di me, mi eccita come una ragazzina, mi porta in paradiso e perdo la cognizione del tempo e dello spazio, non ricordo più neanche cosa volevo, perché stavamo discutendo, l'unica cosa a cui penso ora è alle sue labbra che mi bruciano la pelle, alle sue mani che mi stringono i fianchi e alle cose meravigliose che mi fa.
Sono le due di notte, la cena è saltata, alla fine mi sono dovuta accontentare dei due pezzetti di peperone crudo e di Baris, ma ora ho davvero un po' fame, così cerco di non svegliarlo e scendo giù in cucina, dove sono certa non ci sia nulla di pronto, ma magari nel frigo trovo qualcosa di commestibile!
Poca roba, ma mi accontento: una banana un po' verde, degli anacardi e una bottiglia di prosecco. Mentre riempio un bicchiere, intravedo un'ombra dietro la finestra, suppongo sia Ivan che ci controlla anche di notte, così non ci penso più di tanto e inizio a mangiare gli anacardi.
Non mi ero resa conto di avere tanta fame fino a quando mi accorgo di aver finito la frutta secca, di aver mangiato la banana e bevuto due bicchieri di prosecco: a causa dell'alcool sono anche un po' accaldata così apro la porta della veranda che dà sulla spiaggia per far entrare un po' d'aria fresca e poi vado in bagno.
Quando torno in cucina qualcosa non va: ero sicura di aver lasciato la luce accesa invece adesso è spenta, poi sento dei rumori e mi accorgo che non c'è più sul tavolo né la bottiglia di prosecco né il bicchiere vuoto: Baris si è svegliato e sta lavando il bicchiere che ho lasciato, penso mentre vado verso il lavello.
"Amore, che fai, l'avrei lavato domattina il ....." ma purtroppo non è Baris, non sta lavando alcun bicchiere, ha in mano una pistola e mettendomi qualcosa davanti al naso e alla bocca mi trascina fuori.
Sto per perdere i sensi, lo sento, ma cerco in tutti i modi di gridare per chiedere aiuto, ma non sento la mia voce, mi guardo intorno ma non vedo Ivan, è buio, vedo tutto sfocato e SBAMM il rumore di una portiera e poi solo buio e silenzio.
Mi risveglio su un materasso scomodo, sottile e piuttosto sporco: mi guardo attorno e sono in una cantina, perché vedo la luce entrare da una piccola finestra in alto, l'odore di muffa è nauseante e ho la necessità di fare pipì.
Sono sola, vestita con la maglietta bianca di Baris che avevo indossato per scendere in cucina ieri sera, non ho nulla da sotto, sono praticamente mezza nuda e inizio a pensare che questa storia finirà davvero male.
Mi accovaccio sul materasso ma ha un odore nauseabondo, così mi rialzo di scatto e inizio a camminare per la stanza pensando a come uscire da questa situazione.
Sarà stato Hakan? Che diavolo vuole da me? Cosa starà facendo Baris? Conoscendolo starà impazzendo dalla rabbia.
Appena qualcuno arriverà chiederò di poter andare in bagno e se sarò fortunata riuscirò a trovare un modo per andarmene, anche se non so come e dove.
All'improvviso sento passi che scendono e prima di rendermene conto aprono l'unica porta che c'è nella stanza, ma con mia grande meraviglia non c'è nessun brutto ceffo, bensì una giovane donna bellissima: è alta quanto me, ha i capelli lunghissimi, due occhi scuri e un portamento regale.
Non ho dubbi che sia Leyla, la promessa sposa di Baris, la figlia di Hakan: dopo avermi squadrata per più di cinque minuti in silenzio inizia a ridere, una risata folle, isterica, poi si blocca all'improvviso e inizia a sputare veleno contro di me.
"E tu saresti il grande amore italiano del mio sposo? Guardati, sola, sporca, nuda, posso farti tanto male adesso, dove è il tuo amore? Come ti sei permessa di entrare nel suo letto? Lo sai che deve sposare me, vero? Pagherai cara la tua sfrontatezza, non vedrai più la luce del sole e quando Baris capirà che lo hai lasciato e te ne sei andata, allora verrà da me, lo consolerò e finalmente sarà solo mio".
Mio Dio, rifletto in silenzio e penso che questa è proprio fuori di testa se crede che Baris non mi cercherà, ma soprattutto penso che sia molto pericolosa, probabilmente il padre non sa nemmeno che sta facendo questo: cerco di parlarle e mentre le chiedo di poter andare in bagno mi avvicino a lei che è rimasta ferma davanti alla porta lasciata aperta, ma subito mi minaccia, tirando fuori una pistola dalla tasca posteriore dei jeans in modo fulmineo.
Io mi blocco sul posto e le dico che ho davvero bisogno di andare in bagno e che presto Baris mi troverà.
"Come farà a trovarti se gli hai lasciato un messaggio dicendo che saresti tornata in Italia alla tua vecchia vita perché hai capito che lui non è nulla per te?"
"CHEEE?"
"Si cara mia, Baris stamattina quando si è svegliato ha trovato il tuo bellissimo messaggio di addio sul bancone della cucina e ora starà facendo le valigie per tornare a casa, da me, perché tu lo hai distrutto con quel messaggio e tornerà ad Istanbul a casa sua... e io sarò lì a consolarlo".
O mio Dio, questa è una pazza, inizio ad aver paura, non so come ha reagito Baris al messaggio trovato, ma sono certa che non potrà credere a quello che avrà scritto sta pazza sul foglio, lo sa che lo amo immensamente e sono sicura che avrà scatenato l'inferno sull'isola: ti prego amore mio, non so come farai ma trovami, ti prego, non lasciarmi qui sola... ho tanta paura.
Leyla mi guarda con disprezzo e poi va via ridendo e chiudendosi la porta dietro di sé.
Infreddolita e spaventata mi stendo sul materasso e chiudo gli occhi: penso a quando finalmente potrò riabbracciare il mio amore, a come saremo felici insieme e ....piango, piango ininterrottamente per ore, era da tanto che non mi succedeva, piango come una fontana e poi mi addormento, forse per lo sfinimento, perché quando mi sveglio dalla piccola finestra non entra più la luce e a terra, davanti la porta trovo un piatto pieno di pomodori e cipolle tagliate e fettine.
Come farò ad uscire da questa prigione??!!
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SENZA RESPIRO
RomanceOgnuno di noi, nel corso della vita incontra ostacoli, a volte si superano senza scossoni, altre volte è necessario scegliere di cambiare. Ma cambiare cosa? Un semplice punto di vista? Un modo di comportarsi? Lara sarà costretta a cambiare totalment...