CAPITOLO 5

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Ieri sera ho incontrato Fabrizio e come sempre è stato bellissimo poter passare del tempo con lui e ascoltare con quanta gioia sta facendo il suo percorso di studi.

 E' un ragazzo volenteroso, attento, preciso e fermo nelle sue decisioni: sa quale è il suo obiettivo e come arrivarci, si impegna più del dovuto e soprattutto non si tira mai indietro se c'è da prendersi delle responsabilità.

 Abbiamo cenato insieme a base di pesce, poi l'ho costretto a fare un giro con me sui Navigli e poiché si era fatto tardi gli ho chiesto di rimanere a dormire a casa: è bello vederlo qui con me, a dividere questi piccoli spazi e a raccontarci le cose come se fossimo due vecchi amici, senza imbarazzo, senza problemi.

 Mi dice che il prossimo week end dovrebbe andare da Alice, la sua ragazza, e io non obietto nulla, anzi sono felice per lui, così stacca un po' dallo studio, gli raccomando solo di tornare per Pasqua, così da poter stare tutti insieme anche con Federica che viene a Milano.

Da quando ho tagliato i ponti con la mia vecchia vita loro sono stati gli unici che ho tenuto sempre nel mio cuore, loro che mi hanno incoraggiato a fare questo salto nel buio per tornare a vivere, loro che amano il loro padre ma che hanno capito che come marito mi aveva, forse senza volerlo, distrutta e soffocata. Fabrizio e Federica mi hanno appoggiata quando ho dovuto prendere la decisione più difficile della mia vita: vivere soffocata nella speranza di un cambiamento che in venti anni non è mai arrivato, vivere all'ombra di un amore che si era spento a causa di problemi esterni e depressioni improvvise oppure vivere appieno una vita, la mia, senza dover mettere da parte ogni volta i miei sentimenti e le mie emozioni perché non era il momento, perché altri avevano bisogno di mio marito, della sua presenza, più di me per problemi di salute, perché bisognava pensare a cose più necessarie delle feste per i bambini, dei compleanni, degli anniversari, perché tanto lo sai che ti amo, non è che devo dirtelo, perché se vuoi vai tu che io ho da fare, perché veditela tu a casa non c'è bisogno che lo facciamo insieme, perché...perché...! Il mio Roberto lo porterò sempre nel cuore, nascosto a tutti tra le pieghe del mio dolore, lui, la mia più grande debolezza, ma non sempre l'amore ha a che fare con il restare, e così ho deciso di non farmi più male e di andare via anche per lui che nell'ultimo tempo trascorso insieme sembrava costretto, obbligato, e che non ha avuto mai il coraggio di dirmi di restare. Sarebbe stato facile per chiunque dire vai ma preferirei restassi, invece nemmeno in quell'occasione è stato capace di dar voce ai suoi sentimenti, e per questo poi ti chiedi: ma ti amava? Ti ha mai amata? Non lo so, forse si, forse no, ma non cambia il fatto che io l'ho amato da impazzire e che pazza d'amore ho deciso di abbandonare tutto per iniziare ad amare me stessa. Ero stanca dei silenzi e dell'indifferenza, ero gelosa del fatto che io non contassi nulla, ero distrutta dal fatto che tutti mi dessero per scontata, non lo ero, non lo sono mai stata! Nemmeno all'aeroporto ho avuto un abbraccio, sarebbe stato l'ultimo...... anzi, se ci penso, sarebbe stato il primo dopo tanti anni, un abbraccio solo, un bacio, un mi mancherai, un niente di niente e così sono andata via arrabbiata e non triste, delusa e per niente malinconica, abbandonata abbandonando!!

Fabrizio e Federica invece sempre presenti, a chilometri di distanza o anche solo in una stanza accanto, li senti dentro, nell'anima, e loro ti sentono dentro, nel cuore e niente e nessuno può separarci e il mio più grande sogno è che un giorno non molto lontano saremo di nuovo tutti e tre insieme.

Fabrizio prepara una tisana per entrambi prima di andare a dormire e mi racconta dei corsi che sta seguendo e degli esami che darà a breve, io lo tranquillizzo come sempre, ricordandogli che non avrà problemi e che deve imparare ad accontentarsi e a smettere di chiedere a se stesso l'impossibile.

Quando la mattina mi sveglio mi accorgo che Fabry mi ha già preparato colazione così lo raggiungo in cucina e dopo esserci preparati usciamo entrambi alla volta della metropolitana. Mi faccio promettere che andremo insieme a Palazzo Reale a vedere la mostra di Monet giovedì sera così passeremo un altro po' di tempo insieme, prima che parta per andare da Alice.

Per la prima volta arrivo in anticipo a studio e mentre apro il portone vedo Baris che esce dal suo appartamento: sempre elegantissimo, imponente nella sua statura mi si affianca e fa un mezzo sorriso. Gli chiedo il motivo e lui ribatte: "Sembra che ti riesca bene rispettare le regole, sei in orario finalmente" ma io non mi trattengo e in malo modo gli rispondo: "Sono in anticipo e nella mia vita, ogni volta che ho provato a rispettare le regole, è andato tutto a puttane!". Lui mi guarda perplesso ma non gli do il tempo di ribattere, apro la porta del mio ufficio, entro e la richiudo alla velocità della luce.

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