Capitolo 1

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[QUESTO LIBRO CONTIENE VIOLENZA, LINGUAGGIO MATURO E CONTENUTI SESSUALI. SE NON TOLLERATE QUESTO GENERE DI COSE VI CONSIGLIO DI NON CONTINUARE A LEGGERE.]

Sentii qualcuno avvolgere le braccia intorno ai miei fianchi, sussultai un attimo, prima di udire la voce roca di Matthew.

«Ei, piccola.» disse, ricambiai un sorriso e gli stampai un piccolo bacio sulle labbra.

«Qualcuno è di buon umore oggi, eh?!» Rise.

«Come stai?» Chiesi mantenendo lo sguardo costante nei suoi profondi occhi blu oceano.

«Io sto bene.» disse.
Iniziò poi a scrutarmi attentamente dalla testa ai piedi, cominciando a muovere su e giù le sopracciglia in modo ironico.
«E vedo che anche tu stai bene.» Un ghigno si fece spazio sul suo viso, ed il rossore invase il mio.

Ridemmo insieme della stupidità. Appoggiai la testa sul suo collo, cominciando a stampare piccoli bacini umidi sulla clavicola.

Lui gemette.

«Non fare così, non posso prenderti per strada.» mugolò, «almeno attendi finché non arriviamo a casa mia.» Cominciò a ridere, e gli tirai un piccolo schiaffo sulla spalla.

Il suo linguaggio sporco mi aveva sempre attratto, anche se non ne avevo mai capito il motivo.

Attirò la mia mano nella sua, guidandomi verso il suo appartamento che, fortunatamente, non era troppo lontano, perché avevo perso la sensibilità dei piedi per colpa dei tacchi esageratamente alti.

Ma che per Matthew erano davvero sexy, quindi li indossavo molto spesso.

Dopo neanche un secondo dal nostro ingresso nel minuscolo appartamento, la mia schiena toccò il muro freddo della graziosa cucina e le mie braccia vennero bloccate contro il suo petto, che si alzava e abbassava in modo irregolare, insieme al mio.

La sua mano scese a toccare la mia schiena, un brivido freddo mi scosse, in contemporanea al suo tocco.

Mi lasciò le mani e le feci scivolare fra i suoi capelli arruffati, facendolo gemere per ripetute volte.

«Ti amo.» Dissi senza fiato.

«Ti amo.» Ripeté.

Le sue labbra si fiondarono sulle mie e consentii l'accesso.

La sua lingua e la mia si muovevano insieme.

Strappò le sue labbra dalle mie e iniziò a far scorrere la sua lingua contro il mio collo, facendola scendere sempre di più.

Quando questa entrò in contatto con i miei seni, sussultai un momento, prima di gemere.

Strattonai più forte i suoi capelli, mentre la sua lingua continuava a scorrere sul mio corpo, e con le mani iniziò a sfilarmi i vestiti.

D'un tratto il suo telefono squillò ed egli si staccò velocemente da me.

Emisi un verso di lamento.

«Chi è?» domandai, riacquistando la posizione eretta e respirando affannosamente.

«Devo rispondere.» Disse in tono fermo, senza incontrare il mio sguardo.

«Huh..okay. Ma chi è?» Richiesi con un po' di impazienza nel tono.

Lui si voltò, ignorando la mia domanda per la seconda volta.

Iniziai a stancarmi quando dopo venti minuti di telefonata, con solo Dio sa chi, non era ancora tornato.

Mi sistemai velocemente il trucco sbavato sul viso, i vestiti stropicciati e aprii la porta per andare via.

Non sarei nemmeno dovuta venire, aggiunse il mio subconscio.

Mi fermai di scatto, sentendo Matthew chiamarmi.

«Ehi dove vai, Ari, non avevamo ancora finito!» Ridacchiò chiudendo una porta dietro di sé e, un ghigno attraversò il suo viso.

«Con chi sei stato al telefono per venti fottuti minuti, lasciandomi qua come una cretina ad aspettarti?» Gridai, ignorando ciò che mi aveva appena detto.

«Nessuno di importante, tranquilla.» Mi rassicurò, «Ora torna qua, dai.» Mi disse, bloccandomi da un polso.

Scansai la sua mano.

«Dimmi con chi parlavi o lo guardo da sola.» Gli sfilai il telefono dalle mani.

Lo vidi irrigidirsi, si stava innervosendo.
«Non sono affari tuoi, sei così irritante a volte!» Concluse, evitando il mio sguardo.

«Come ti permetti di rivolgerti così a me, la tua ragazza? Sii sincero, non ricordi a cosa ci hanno portato le bugie in passato?» presi fiato, «E adesso, con chi cazzo parlavi al telefono?» Domandai un ultima volta, tentando di mantenere la calma.

Non rispose.

Passai un dito sullo schermo del suo telefono per sbloccarlo, ma fui immediatamente bloccata dalla sua mano che si schiantava rumorosamente sulla mia faccia.

Gli regalai uno sguardo amaro, misto fra rabbia e dolore e lasciai il suo telefono cadere per terra.

Mi voltai aprendo la porta e iniziai a scendere le scale di corsa, tenendo una mano sulla guancia dolorante.

Lui cominciò a corrermi dietro, afferrandomi il polso.

Respinsi il suo tocco e cominciai a correre per la strada, una volta uscita dal palazzo.

Sentivo le lacrime pizzicarmi gli occhi, ma le trattenni a stento.

La mia mente venne offuscata da pensieri, che mi facevano stare soltanto peggio.

Scossi la testa, nel tentativo di cacciare via tutti questi pensieri..

At The Beginning- Harry Styles & Ariana Grande (in Ristrutturazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora