Capitolo 28

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Appoggiai la valigia sul cemento, stringendomi nella giacca.

Vento freddo si insediò in ogni parte di me.

A Santo Domingo il mese di febbraio era uno dei più freddi, così aveva detto mia madre, aggiungendo di portare dei vestiti pesanti.

Cosa che avrei fatto anche senza preavviso.

Harry mi strinse a se', cingendomi con le sue grandi braccia.

Restammo così, finché fra la folla non scorsi una piccola donna, molto familiare.

I suoi capelli erano tinti di un leggero nero, gli occhi erano delicatamente truccati, mentre il suo sorriso, il suo sorriso restava una delle cose che preferivo.

Mi separai da Harry, pentendomene poco dopo, quando l'aria fredda tornò a sostituire il familiare calore del bellissimo ragazzo.

Mi buttai, letteralmente, fra le braccia di mia mamma, dimenticando per un momento tutto il resto.

Mi strinse forte a se', e io feci lo stesso con il suo esile corpo.

«Ari!» Gridò con entusiasmo.

«Mamma!» Strillai, alzando la tonalità di qualche ottava.

Un sorriso ampio si fece spazio sui nostri volti, arrossati dal freddo.

***

«Non potete immaginare il profondo piacere che sto provando nel rivedervi.»
Disse mia mamma, scendendo dalla macchina e chiudendo la porta dietro di se'.

«Anche noi, mamma.» Sorrisi insieme a Harry.

«Le valige le prendiamo dopo.» La avvisai. Lei annuì.

Iniziai a guardarmi intorno, era bellissimo qua.

L'odore del mare invase i miei sensi, mandandomi completamente in estasi.

«Mamma.» Urlai.

«Si?» Rispose, mentre continuavano ad avanzare verso una moderna villetta.

«C'è il mare?» Domandai, pur sapendo già la risposta, ma necessitavo della conferma.

«Si.» Disse tranquillamente.

«Oddio.» Cominciai a saltellare sul posto e a battere le mani.

«Signorina, fa freddo adesso per andare a fare il bagno.» Disse sarcasticamente, assumendo un espressione di finta superiorità.

Risi, mentre Harry avvolse le braccia attorno ai miei fianchi.

«Dopo andiamo in spiaggia.» Gli dissi.

«Certo.» Rise, le sue fossette mi accorciarono il fiato.

Ripresi a guardarmi intorno.

C'erano grandi palazzi quasi ovunque.

Macchine, taxi e autobus bloccati nel traffico in ogni singola parte della città.

Cartelloni pubblicitari torreggiavano qua e là, alcuni appesi contro palazzi, altri semplicemente sostenuti da pali parecchio spessi e alti.

Gente camminava per le strade, nonostante il tempo non fosse dei migliori.

Il cielo era scuro, ma comunque bellissimo, nuvole si muovevano freneticamente da una parte all'altra di quel panorama abusivo.

«Eccoci.» Esclamò mia mamma, aprendo il cancello della moderna villetta.

«Che bella.» Sgranai gli occhi.

«È davvero stupenda.» Disse Harry guardandomi. Non ebbi la certezza che si riferisse alla casa, però.

Ci incamminando nel vialetto di ingresso, costeggiando un giardino ampio e ben curato.

Mia mamma armeggiò con la chiave, aprendo la porta.

Ci invitò ad entrare, procedendo dopo di noi.

Entrai nell'ingresso ordinato, un odore forte mi invase sin da subito.

Non riconobbi subito l'odore va venni preceduta da Harry.

«Alcool?» Domandò stranito.

«Oh, no. No. No. No. No. No. No.
Non di nuovo.» Urlò mia madre.

Entrammo nel salotto, scoprendo vetri rotti sul pavimento, tende strappate; la casa era impregnata di un odore di alcool fortissimo.

Mi guardai intorno, finché non scorsi un uomo stravaccato sul divano. Una risata amara fuoriusciva dalle sue labbra schiuse.

La sua barba era lunga e mal curata, cicatrici giacevano sul suo viso rovinato, i suoi occhi erano fortemente arrossati.

Poi lo riconobbi, quell'uomo ubriaco, colui che aveva combinato quel trambusto, quell'uomo sdraiato sul divano a ridere senza un vero motivo, era lui: mio padre.

At The Beginning- Harry Styles & Ariana Grande (in Ristrutturazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora