Capitolo 38

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Qualche mese dopo

«Lasciami stare, porca puttana, muori.» Urlai con tutte le mie forze, tenendomi in equilibrio contro il muretto.

Sentii delle leggere spinte dal rigonfiamento della mia pancia, le lacrime cadevano a mo' di fontana sul mio viso, mentre la rabbia ribolliva dentro di me.

«Quello è mio figlio, non suo.» Urlò con quella voce odiosa, che mi mandava brividi in tutto il corpo.

«Non è il tuo fottuto figlio, okay?» Singhiozzai, «tu non ti meriti neanche di respirare la mia stessa aria, figuriamoci mio figlio.»

I suoi occhi azzurri si incupirono, mentre un cipiglio gli si formò sulla fronte.

«Perché ti ostini a cercarmi, a tormentarmi, a farmi del male? Non hai proprio nessuna pena, nessuna dignità, nessun rispetto per chi, a differenza tua, prova ad essere felice. Eh?!» Urlai, sfogando mesi e mesi di domande.

Lui avanzò lentamente verso di me, facendomi urlare.

«Allontanati, cazzo,» lo avvertii, «non ti è bastato ciò che hai fatto fino ad ora?» Sputai, «se almeno non provi pena per me, tenta di averne anche solo un po' per questa creatura che sta crescendo dentro di me.»

«Provare pena? Vuoi scherzare? Dovrei provare pena per una creatura che non è mio figlio?» Tuonò.

«Non hai idea di quando io sia felice, del fatto che non sia tuo figlio. L'unico uomo che voglio al mio fianco è Harry, pensavo avessi afferrato il concetto, ma a quanto pare no.» Dissi impassibile, asciugando le lacrime sotto gli occhi, e prendendo lunghi respiri.

«Puttana!» Disse a denti stretti, «devi essere mia, mia, fottutamente mia.» Urlò molto più forte di prima, enfatizzando i 'mia'.

«E perché? Per essere il tuo giocattolo? Per essere una delle tante? Eh no, caro Matthew, non hai proprio capito un cazzo.» Mi avvicinai a lui, aveva il viso rosso fuoco, mentre presa dall'ira schiantai violentemente una mano sulla sua guancia.

«Ti conviene non cercarmi più!» Gridai con tutta la voce possibile, prima di correre via. Corsi goffamente, a causa della pancia, ma scappai da quel incontro 'casuale', che Mattew aveva messo in scena.

Ma era così necessario torturarmi e seguirmi ovunque?

Sinceramente, avevo molta paura di dirlo ad Harry, che con la gravidanza era più protettivo del solito. Però mi ero fatta valere, almeno questa volta.

Suonai più volte al campanello, finché Harry aprì la porta.

La sua bellezza mi lasciò interdetta per qualche secondo, ma mi ripresi in fretta vedendo la sua espressione confusa.

«Cosa ti è successo?»

«Uhm..niente.» Dissi con un filo di voce, tenendomi subito la gola con una mano. Avevo urlato troppo.

«Ari.» Mi avvertì lui.

«Harry, lui..lui mi ha trovata.» Gracchiai, scoppiando di nuovo a piangere.

Vidi le sue iridi scurirsi, mentre un cipiglio si formò sul suo viso, che cambio espressione. Era infuriato.

«Dov'è?» Urlo', «dove cazzo è?» Abbaiò più forte di prima.

«Non lo so.» risposi sinceramente, mordendomi il labbro per trattenere i singhiozzi.

Il mio corpo scosso dal pianto, cedette sulle ginocchia.

Harry subito di abbassò nel tentativo di rialzarmi in piedi.

«Ti ha fatto qualcosa?» Domandò lui con un espressione indecifrabile, mentre pesanti respiri fuoriuscivano dalle sue labbra schiuse.

«a parte distruggere tutto il buono dentro di me; a parte volermi fare sua ad ogni costo; a parte farmi sentire un oggetto, un fottuto giocattolo; a parte avermi ridotta così, ha urlato per tutto il tempo che è suo figlio e non tuo, e mi ha provocato un mal di testa atroce, ma che, al momento, è l'ultimo dei mie problemi,» mi sfogai, tentando di rialzarmi con l'aiuto di Harry.

Harry passò freneticamente una mano fra i ribelli boccoli.

«È mio figlio, giusto?» Domandò lui con incertezza. Ma che cazzo?

Non ci vidi più.

«Ma cosa sei cretino?» Urlai con il massimo delle mie restanti forze.

Ero troppo debole, mi sentii mancare, tenendomi istintivamente al tavolo nelle vicinanze.

Harry subito allacciò le braccia attorno a me, ma lo respinsi.

«Non mi toccare, ce la faccio da sola.» Dissi senza emozioni.

Mi trascinai fino al divano, sedendomi su di esso.

Vidi Harry crollare sulle ginocchia, come avevo fatto io poco prima, le lacrime inondarono il suo viso.

«Scusami, non intendevo quello, sono uno stronzo. Perdonami, è solo che tutta questa situazione,» gesticolò con le mani, «mi sta stressando moltissimo. Non ho mai dubitato di te, o di noi.»

«Harry, ma secondo te io sono tranquilla? Sono incinta.
Il mio ex ragazzo è peggio di Sherlock Holmes, mi segue, va dicendo in giro che il bambino che porto in grembo è figlio suo, e non del ragazzo che amo. E quest'ultimo dubita di me. Come credi ci si senta?» Piansi, cancellando ogni traccia della freddezza che avevo precedentemente mostrato.

Non riuscivo ad essere incazzata con lui.

«Scusami.» Singhiozzò

At The Beginning- Harry Styles & Ariana Grande (in Ristrutturazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora