Capitolo 3

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La sveglia suonò alle 7.15.

Emisi un verso di lamento alzandomi dal letto, sul quale non mi ricordavo di essermi addormentata ieri sera, e mi avvicinai alla sveglia per spegnerla.

Strofinai le dita sugli occhi gonfi e mi trascinai in cucina per la colazione.

Preparai il caffè, e ne presi una tazza.

Entrai in bagno.

Mi specchiai, e rimasi scioccata del mio riflesso. Avevo gli occhi inniettati di sangue e un rossore, diffuso su tutto il viso.

Aprii l'acqua della doccia e ne controllai la temperatura.

Mi buttai sotto il getto, e i capelli cominciarono a bagnarsi.

Le gocce mi accarezzavano i muscoli tesi e man mano che scorrevano iniziavo a rilassarmi.

Strofinai il sapone sulla mia pelle con l'aiuto di una spugna e poi lavai anche i capelli con una buona quantità di shampoo.

Mi risciacquai e uscii dalla doccia dopo qualche minuto, avvolgendo il morbido asciugamano di cotone attorno al mio corpo.

Strizzai i capelli bagnati e li lasciai cadere disordinati sulle spalle.

Mi diressi verso l'entrata della camera e raggiunsi l'armadio. Selezionai una cannottiera nera trasparente e un paio di jeans attillati a vita alta.

Dopo essermi vestita e arricciata i capelli, mi truccai il viso in modo pesante. Così da nascondere qualsiasi traccia di pianto.

Presi le chiavi di casa e chiusi la porta dietro di me.

Controllai per l'ennesima volta l'ora e salii in macchina.

Entrai nello stabilimento BTR, guardai in direzione di Kelsy, in segreteria, che mi rivolse uno dei sorrisi più dolci e comprensivi che mi avesse mai fatto. Ricambiai forzandone uno piccolo.

Speravo con tutta me stessa che non si notasse troppo il dolore, nascosto dal trucco, che avevo stampato sul viso.

Era troppo complicato, sorridere quando dentro si aveva un uragano. Ed era fottutamente orribile nascondere ciò che realmente si provava, ma non ero mai stata un tipo da lacrime in pubblico.

Beh, non prima di Matthew.

Solo al pensiero, una lacrima mi rigò il viso stanco. La tirai via di fretta, sperando che non l'avesse notata nessuno.

Raggiunsi il mio piccolo ufficio, mi sedetti alla scrivania e iniziai a visionare i manoscritti, che avrei dovuto correggere.

Accesi il telefono, e trovai sei chiamate perse da Matthew e quattro messaggi.

"Ari perfavore, ti amo. Mi manchi davvero tantissimo..torna."

"Sei la cosa più bella che ho, ...beh che avevo! Grazie a te ho imparato a vivere.
Sono un coglione, lo so.. ma perfavore, sono disposto a ricomiciare tutto da capo."

Ah, lui è disposto? E io?

"Rispondi. Ho bisogno di sapere che mi ami, quanto io amo te...
Non riesco più a resistere."

Non feci in tempo a leggere l'ultimo messaggio, che lo schermo si illuminò e il telefono iniziò a vibrare.

C'era la scritta grande "Matthew".

E decisi di rispondere.

«Si?» dissi freddamente

«Hey piccola.»

«Piccola? Stai scherzando?» Lo derisi.

«Dai, non fare così, Ari.» Mi supplicò.

«Così come?» Mantenni freddezza nel tono.

«Dai, cazzo Ari..» sospirò, «ehm, hai letto i messaggi?» chiese timidamente, cercando di cambiare argomento.

«si.» continuai, «Interessanti.» Rilasciai un piccolo sospiro, seguito da un singhiozzo.

Ma cazzo, lo stavo quasi convincendo che non mi importasse e dovevo singhiozzare?!

Cosa c'è di sbagliato in me?

«Ari, ci stai male anche tu, vedi.»

«Come se tu stessi male.» Dissi attaccando la chiamata.

Decisi di spegnere nuovamente il cellulare, così che non potesse più cercarmi.

At The Beginning- Harry Styles & Ariana Grande (in Ristrutturazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora