Capitolo 17

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Riaprii gli occhi confusa, dove mi trovavo?

La testa era dolorante e il materasso scomodo.

Un pezzo di nastro adesivo giaceva sulle mie labbra.

La stanza era buia, un peso era presente sulla mia caviglia, mi tirai su per sentire cosa fosse.

Era una catena.

Ma che cazzo?

Cercai di far riaffiorare i ricordi . . .

Ah sì, Mattew.

Mi aveva rincorso nel parcheggio dello stabilimento in cui lavoravo. Poi gli avevo vomitato addosso, e nel raggio di un secondo un ago era entrato nel mio collo, e poi più niente.

Iniziai a piangere silenziosamente, rannicchiandomi nuovamente nel letto.

Mi fermai, nel momento in cui una chiave entrò nella serratura della camera buia in cui mi trovavo.

Qualcuno fece il suo ingresso nella stanza, accendendo la luce.

Era una donna, a me sconosciuta.

«Ah, ti sei svegliata finalmente.» Disse sarcasticamente.

Aveva lunghi capelli ricci, tinti di un rosso quasi accecante.
Profondi occhi azzurri.
Chili di trucco mascheravano il suo viso, però era una bella ragazza. Dovevo ammetterlo.

Si avvicinò a me, strappando con foga lo scoch dalle mie labbra.

Gemetti per il dolore.

«Dove mi trovo?»?Domandai preoccupata.

«Questo non deve interessarti. Ora mangia.»

Appoggiò davanti a me un vassoio di cibo non riconoscibile.

«Io, io non ho fame.» Farfugliai, più a me stessa che a lei.

"Come ti pare, io non lo riporto certo indietro." Rise sfacciatamente, riacquistando in pochi secondi l'espressione strafottente.

Aveva circa la mia età, o così sembrava.

«Perché sono qua?» Domandai.

La ragazza ignorò la mia domanda, uscendo dalla stanza.

Mi coricai di nuovo.

Dove sono? E perché?

Harry. Salvami da questo incubo.

Scrutai il mio corpo, indossavo una semplice t-shirt lunga fino alle cosce. Mi sentivo nuda.

Dopo pochi minuti Mattew entro' nella stanza.

«Perché cazzo mi stai facendo tutto questo? Cosa diamine vuoi da me? Me lo spieghi? Cosa ti ho fatto? Porca puttana.» Urlai.

«Una domanda alla volta, dolcezza.» Disse, accomodandosi nel letto accanto a me.

«Non ti avvicinare.» Lo avvertii.

«Perché? Dov'è Harry? Sotto al letto? Nell'armadio? Non credo proprio. Faccio ciò che mi pare.» Rise.

Avvicinò la sua fronte alla mia, non dissi niente. Gli sputai, semplicemente, in un occhio.

Io l'avevo avvertito.

«Ariana, cazzo-,» si coprì l'occhio, «non sai in che guai ti stai cacciando.»

Accinse le sue mani intorno ai miei polsi, facendo aderire la mia schiena e le mani contro il muro, dietro il letto.

Aumentò di colpo la presa sui miei polsi, provocandomi un forte dolore ad entrambi.

Schiacciò il suo corpo contro il mio, le lacrime ripresero a scorrere sul mio viso.

Mi baciò violentemente, morse le mie labbra con forza.

Mugolai dal forte dolore.

Le sue labbra si spostarono sul mio collo, dove iniziò a succhiare e mordere un punto preciso.

Non resistevo più.

Cominciò a lasciare una scia di baci lungo il mio collo, scendendo sempre più in basso.

Tolse una mano da uno dei miei polsi, per tentare di sfilarmi la maglietta.

Ma non fece in tempo, la mia mano libera si schiantò con forza contro il suo viso.

I suoi occhi si spalancarono, il suo viso era fortemente arrossato.

Scesi velocemente dal letto, iniziando a correre in direzione della porta dimenticata aperta.

Ma niente, venni respinta indietro.

Voltai il viso in direzione dell'ostacolo che mi impediva la fuga.

La fottuta catena.

Vaffanculo, Mattew.

«Dove credevi di andare?» Urlò.

«Perché stai facendo tutto questo?» Ripetei la domanda, che precedentemente ignorò.

«Perché tu devi essere mia.» Rise. Come se fosse una cosa normale.

«Ero tua, ma non mi hai saputa tenere

«Oh, cazzate.
Ora lo sarai per sempre. Contenta, bambolina?»

«Tu sei un fottuto psicopatico, sei fuori di testa,» urlai, «ti rendi conto che mi hai rapita, e hai tentato di violentarmi. E poi, dove cazzo siamo?»

«Sì, probabilmente hai ragione,» rise, «siamo da una mia amica.» Enfatizzò l'ultima parola.

E finalmente capii. O ebbi, perlomeno, la conferma dei miei pensieri.

«Oh, quindi tutte le amichette che hai devono essere solo tue.»

«Vedo che finalmente capisci.» Ghignò con sufficienza.

Sporco maiale, urlai dentro di me.

«Tu sei pazzo.»? Strillai, «sei fottutamente pazzo.»

At The Beginning- Harry Styles & Ariana Grande (in Ristrutturazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora