Capitolo 15

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HARRY'S POV

Quando uscii dal bagno, vidi Ariana dormire pacificamente sul letto, con gli auricolari nelle orecchie, le ginocchia rannicchiate al petto.

Mi avvicinai a lei, stampandole un piccolo bacio sulla guancia.

Le tolsi delicatamente gli auricolari, appoggiandoli insieme al telefono sul comodino, accanto al letto.

Tirai le coperte sul suo corpo, scivolando dall'altra parte del letto.

Avvolsi le braccia attorno alla sua vita, avvicinandola a me.

Il suo viso era a pochi millimetri dal mio, il suo alito caldo inumidiva il mio viso.

Mi addormentai poco dopo, riscaldato dal calore dei nostri corpi e cullato dal rumore dei nostri respiri.

ARIANA'S POV

Qualche giorno dopo.

«Non finisce qua . . .
Statene certi.
-Matt.»

C'era ordinatamente scritto sul biglietto che avevo trovato appena sveglia, si trovava sul tavolo della cucina.
Lacrime calde solcavano le mie guance. Di nuovo.

Se aveva lasciato il biglietto sul tavolo, significava che in qualche modo era entrato in casa mia

Quest'idea mi spaventava davvero molto.

Riappoggiai il biglietto nell'esatto punto in cui l'avevo trovato, alzandomi dal tavolo.

Asciugai le lacrime dal viso.

Preparai la colazione per me e Harry, accendendo lo stereo e inserendo un cd a caso.

Negramaro.

Da quanto tempo non li ascoltavo.

Iniziò la canzone 'Mentre Tutto Scorre' e iniziai a cantare a ritmo, aspettando il risveglio del ragazzo riccio.

"Usami, straziami,
strappami l'anima.
Fai di me quel che vuoi,
tanto non cambia
l'idea che ormai ho di te . . ."

Dopo pochi secondi udii un tonfo pesante provenire dalla camera da letto.

Non ebbi il tempo di capire di cosa si trattasse che Harry spunto' in cucina, un cipiglio costante sul suo viso.

«Harr-..» Non feci in tempo a dire, venni interrotta da lui.

«Perché mi hai svegliato così presto? Devi fottutamente cantare alla mattina così presto?» Chiese irritato.

«Harry, sono le 11.30 di mattina.» Lo schernii.

«Oh, al diavolo. Non me lo ricordare.» Alzò gli occhi al cielo.

Risi di gusto della scena, finché Harry non si avvicinò con foga a me, tirando grosse falcate sul pavimento.

Mi tirò su di peso, buttandomi a testa in giù sulle sue spalle.

Iniziai a dimenarmi e a urlare.

Mi ignorò, stringendo la presa sulle mie gambe.

«Dove mi stai portando?»

«Torno a dormire.» Finalmente rispose.

«Ma, cosa c'entro io?» Continuai a dimenarmi.

«Con te è meglio.»

Mi si strinse il cuore e i miei occhi si addolcirono, mentre lui mi appoggiava dolcemente sul letto.

Mi sistemai sotto le coperte, e lui fece lo stesso, prima di avvolgere un braccio attorno a me.

Proprio come tutte le altre notti.

«Ma avevo preparato la colazione.»

«C'è sempre tempo per mangiare, ma ora dormi.»

Ridacchiai e tentai di addormentarmi, come aveva fatto lui pochi secondi dopo.

Niente, non riuscivo a dormire. Così iniziai a giocherellare con i boccoli sparsi che ricadevano sulla sua fronte.

«Mhm.» Mugolò insonnolito.

Continuai imperterrita a giocare con le sue ciocche di capelli.

Fece una mossa strana e in pochi secondi aveva tirato via la coperta dai nostri corpi e si era messo sopra di me, mantenendo il suo peso sui gomiti.

«Non mi lasci proprio dormire oggi, eh?!» Ghignò, tentando di riprendersi dal sonno.

«Mmh, no.» Ridacchiai.

«Ah sì? Non finisce qua

Sbiancai.

Non finisce qua. Quella frase.

Cazzo il biglietto.

Lui ancora non sapeva nulla.

«Cosa ti prende, Ari?» Disse, abbreviando dolcemente il mio nome. La preoccupazione si diffuse nei suoi lineamenti.

Cosa dovevo dirgli?

«Cos'è che non mi vuoi dire?» Chiese, puntando la sua fronte sulla mia.

«Io-..» Cercai di formulare una frase di senso compiuto.

Ma niente, solo parole senza senso uscirono dalla mia bocca.

«Vuoi cercare di far capire qualcosa anche a me, dannazione?» Urlò esasperato, alzandosi da me.

Mi alzai anche io, gli feci segno di seguirmi.

Così fece; arrivammo in cucina e ci sedemmo a tavola.

Lui vide quasi subito il biglietto, prendendolo in mano.

Lesse il contenuto di esso.

«Che cos'è?» Domandò, nessuna emozione visibile nei suoi occhi verde scuro.

Amavo il cambiamento di colore dei suoi occhi, in base alle sue emozioni, ma questo non era certo il momento di stare a fantasticare sulla bellezza del ragazzo dinnanzi a me.

«Mattew.» Dissi. I miei occhi si inumidirono.

«Dove l'hai trovato?»

«Qua.»Indicai il tavolo.

«Cosa?» Si alzò furiosamente, «è entrato qua dentro?» Urlò, infuriato.

Non risposi.

Un vortice di emozioni contrastanti si intravedevano nei suoi occhi di giada; si risedette davanti a me, e mi porse una domanda che non mi sarei mai aspettata:

«Tu lo amavi?»

«Cosa?» Spalancai gli occhi.

«Lo amavi, vero?»

«I-io, non lo so più.» Posai la testa fra le mani.

«Amavo una parte di lui che non esiste. Una parte di lui, che ho creato io, nella mia mente.»

«Quel fottuto puttaniere.» Rispose Harry, prima di scoppiare a ridere insieme a me.

At The Beginning- Harry Styles & Ariana Grande (in Ristrutturazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora