Capitolo 9

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HARRY'S POV.

Osservai Ari per ore, stava seduta sul pavimento dell'entrata, con la schiena appoggiata al muro freddo.

Aveva le cuffiette nelle orecchie, lo sguardo perso nel vuoto.

Il suo viso era rosso e gonfio, un cipiglio costante. I profondi occhi marroni erano inniettati di sangue e qualche piccola lacrima scendeva di tanto in tanto sulle sue guance.

Indossava semplicemente un maglione pesante, lungo fino alle cosce, anche se non faceva poi così freddo.

Ero assolutamente incapace di fare qualsiasi cosa.

Avrei voluto aiutarla, dannazione se avrei voluto.

Ma non sapevo come fare.

Mi sentivo assolutamente inutile.

Dopo aver finito di sparecchiare la tavola, e aver lavato i piatti, ancora pieni, mi sedetti accanto a lei sul pavimento, copiando la sua posizione.

Tirai la sua mano nella mia. Avvicinai il mio viso al suo, ma il suo sguardo era altrove.

Alzai una mano a toccarle il mento.

Voltai il suo viso in direzione del mio, e finalmente il suo sguardo si posò sul mio.

Mi avventai sulle sue labbra gonfie, sapevo fosse l'unica cosa che l'avrebbe fatta stare meglio. O comunque, la sola cosa che avrei potuto fare.

Le mordicchiai lentamente la parte inferiore del labbro, facendola ridacchiare leggermente, fino ad ottenere l'accesso.

Avvolsi la sua lingua con la mia.

La mia mano si posò sulla sua schiena e, le sue come di routine, finirono fra i miei capelli.

Senza staccarmi dal bacio, avvolsi le mie braccia attorno al suo busto. Tirandola su, e facendola sedere a cavalcioni sulle mie gambe.

Premetti le mie labbra contro le sue con urgenza. Avevo bisogno di lei, sempre di più.

Lei era l'unica cosa di questo mondo del quale non ne avevo mai abbastanza.

«Come ti senti?» Sussurrai nel suo orecchio, non appena ebbi separato le nostre labbra.

«Meglio-..» Borbottò mantenendo lo sguardo costante nei miei occhi.

«Per te, lui conta ancora tanto?» Chiesi timidamente, distogliendo il mio sguardo dal suo.

«Si, Harry. Odio doverlo ammettere, ma è così,» si accigliò.

«Sono stata la sua ragazza per più di un anno, ho perso la verginità con lui, e abbiamo condiviso momenti indimenticabili.

E ora sta succedendo tutto così in fretta. Non so più niente, non so più chi sono.
E adesso ci sei tu-..» Singhiozzò, e le lacrime sgorgarono dai suoi occhi.

«Io cosa?» Domandai e venni sopraffatto da un senso di ansia a me estraneo.

«Tu, tu mi piaci davvero,» continuò, «io non voglio che tu pensi che io ti stia usando, al contrario, io ci tengo a te in un modo in cui non ho mai tenuto a nessuno, neanche a Mattew.
Sei un ragazzo unico, dico seriamente.
Ma, non posso dimenticare un anno con Mattew così in fretta.»

Mi sentivo nettamente meglio rispetto a prima.

«Ti voglio bene, Julie.
Sei una ragazza davvero dolce e, particolarmente fragile,» cominciai.

"Non farti sopraffare da persone di quel genere-..
E ora vieni qua.» Conclusi, attirandola fra le mie braccia.

La strinsi forte contro il mio petto, lasciando bacini umidi sul suo viso e scendendo verso il petto, prima di posare il mio viso nell'incavo del suo collo per pochi secondi, per poi fissare le mie labbra con le sue.

Dopo qualche minuto, lei separò il suo petto dal mio, e in un secondo indietreggiò, senza staccare le nostre labbra, facendo aderire la sua schiena al pavimento.

Mi sdraiai su di lei.

Teneva gli occhi chiusi.

Separai le nostre labbra, appoggiando la testa sul suo petto.

Le palpebre divennero pesanti, così chiusi gli occhi, sprofondando in un sonno profondo, cullato dal suono dolce del suo battito cardiaco che rallentava.

***

Quando riaprii gli occhi era passata qualche ora, non so di preciso quante. L'unica certezza che avevo era che ci eravamo addormentati sul pavimento, riscaldati dal calore dei nostri corpi.

È così bella mentre dorme.

Alzai il mio corpo dal suo, infilando una mano sotto la sua testa e l'altra sotto le sue gambe e la alzai.

La posizionai fra le mie braccia, per poi lasciarla sul letto. Qualche secondo dopo.

Alzai la coperta su di lei, prima di controllare l'ora sulla radiosveglia.

8.30 a.m

Non mancava molto tempo prima che dovessimo andare a lavoro.

Mi affrettai a preparare la colazione, ed apparecchiai il tavolo.

Prima di mangiare feci una doccia veloce, facendo rilassare i miei muscoli sotto l'acqua corrente.

Uscii dalla doccia, avvolgendo un asciugamano attorno alla mia vita.

Chiusi la porta del bagno dietro di me, entrando poi in cucina.

Ariana era seduta al tavolo, stava facendo colazione.

Rivolse il suo sguardo verso di me, spalancò gli occhi guardandomi, arrossì e in fine sorrise.

E proprio in questo momento che mi resi conto di una cosa.

Il suo sorriso mi era mancato tantissimo.

Era davvero la cosa che preferivo. Così solare, sebbene il suo viso fosse ancora gonfio, e i suoi occhi rossi.

ARIANA'S POV.

Harry era davanti a me, la sua altezza torreggiava sul mio corpo minuto, ma infondo questa cosa mi piaceva.

Mi alzai dalla sedia, avvicinandomi a lui, che aveva lo sguardo incastrato nel mio.

Quei profondi occhi verdi erano irresistibili.

Mi presi un secondo per osservarlo bene: i capelli scompigliati e ancora umidi dalla doccia, le fossette contornavano quel suo sorriso mozzafiato, la sola cosa che indossava era un asciugamano legato alla vita, dalla quale erano ben visibili i suoi muscoli tatuati.

Riassumendo, lasciava poco spazio all'immaginazione.

At The Beginning- Harry Styles & Ariana Grande (in Ristrutturazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora