2. «La convinzione fotte.»

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La mia gamba aveva ripreso a tremare da almeno 10 minuti, mentre aspettavo che gli altri membri del gruppo arrivassero a casa di Anas.
I miei due amici stavano parlando animatamente di non so cosa, visto che non ho molto seguito il discorso.
Feci l'ultimo tiro della mia sigaretta e la spensi nel posacenere. Mi appoggiai con la schiena al muro, incrociando le braccia sotto al seno.

«Il vizio del fumo non l'hai mai perso, eh?.» disse Anas, ridendo leggermente.

«Parli proprio tu? Avrei preso sul serio questa domanda fatta da Amine, ma detta da te sembra una barzelletta.» dissi, ridendo leggermente, scuotendo il capo.

Sentimmo il campanello suonare, segno che gli altri fossero arrivati. Temevo che il cuore potesse scoppiarmi dal petto, visto che la frequenza cardiaca è aumentata notevolmente.

Anas mi diede un rapido sguardo, per poi andare ad aprire. Rimasi scioccata, erano tutti cambiati così tanto; il primo a entrare fu Sami, che appena mi vide si pietrificò su posto.

«Sacchetto ma che cazzo hai visto un fantasma?.» sentii dire da una voce, quella voce.

Risi, vedendo Sami riprendersi dal suo stato di trans, per poi venire ad abbracciarmi. Con la coda dell' occhio vidi entrare anche Mattia, Valerio e Aziz.
Mi salutarono per primi i due, poi Aziz si avvicinò piano, per poi stringermi in un abbraccio, nascondendo la testa nell'incavo del mio collo.

«Dicono che il carcere imbruttisce la gente, ma cazzo Marika, sei stupenda.» disse Sami, una volta che mi staccai da Aziz. Vidi quest'ultimo tirare uno sguardo di fuoco al suo amico dalle due righe in testa, per poi sedersi sul divano.

«Adesso spiegatemi dove eravate, i vostri due amici fanno tanto i misteriosi.» dissi, guardando Amine e Anas, che ridevano.

«Credo che dobbiamo spiegarti un po' di cose, ne sono successe un po' tante.» prese parola Valerio, che a parer mio è il più saggio del gruppo insieme ad Amine. «Dopo la tua incarcerazione abbiamo deciso di uscire da tutta quella merda e fortunatamente ci siamo riusciti, mentre altri ancora ci sono dentro, purtroppo.» disse, guardando tristemente Anas.

«Abbiamo deciso di buttarci nella musica, ma all'inizio era solo per gioco, ma è andata bene.» disse Mattia, finendo la frase di Valerio, mentre io aggrottai le sopracciglia.

«In che senso "è andata bene"?.» chiesi.

«Nel senso che stiamo spaccando i culi a tutti, siamo tra i rapper più ascoltati in Italia.» disse Aziz, sorridendomi sghembo.

Mi portai le mani alla bocca, incredula.
Chi lo avrebbe mai detto, dei criminali che diventano dei rapper?.

«Piuttosto tu, com'è andata in carcere?.» chiese Mattia, passandomi la sua canna.

«Lasciando stare le litigate con gli assistenti sociali e le compagne di cella, una meraviglia.» dissi, facendo un tiro. «Sono rimasta sempre la stessa.»

Dopo aver fatto altri 2 tiri, passai la canna ad Aziz, sedendomi al suo fianco.
Lui portò un braccio sulle mie spalle, buttando fuori il fumo.

«Sei cambiata tantissimo, sembri più donna.» disse, facendo passare il suo sguardo su tutto il mio corpo, come se mi stesse studiando.

«Anche tu, ma questi baffi che ti stai facendo crescere però sono orribili.» dissi, ridendo.

«Nah, alle tipe piacciono.» disse, mentre io sentii una strana sensazione all'altezza dello stomaco e feci un sorriso sforzato.

«Certo, scommetto in quante hai conquistato.» dissi, facendogli un sorriso senza mostrare i denti.

«Stanne certa che la prossima sei tu.» sussurrò al mio orecchio, provocandomi mille brividi lungo la schiena.

«Sai Aziz, dicono che la convinzione fotte.» dissi, portando una mano sul suo petto. «Io ci penserei due volte prima di dire stronzate del genere.» gli feci un occhiolino e tolsi la mano dal suo petto, mentre lui mi guardava sorridendo.

«Gli anni passano ma rimani sempre la solita.» commentò, ridendo leggermente, contagiando anche me. «Però davvero, mi sei mancata.»

«Anche tu Aziz, gli altri, mi siete mancati tutti quanti da morire.» dissi, passando lo sguardo da lui agli altri, che parlavano tranquillamente fra di loro.

«Io più degli altri, ammettilo Jolie.» disse, soffocando una risata, spegnendo la canna ormai finita.

«Ti lascio rimanere nella tua convinzione.» dissi, ridendo leggermente.

«Ma se stasera andassimo in qualche locale, per festeggiare la tua scarcerazione.» disse Valerio, richiamando la mia attenzione.

«Si, ho proprio bisogno di bere, sono 2 anni che non lo faccio.» dissi, fingendo di piangere, scatenando una risata generale.

𝗖𝘂𝗼𝗿𝗶 𝗶𝗻𝗰𝗮𝘁𝗲𝗻𝗮𝘁𝗶 ; 𝗞𝗲𝘁𝗮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora