Non ho avuto paura della morte nemmeno quando l'ho guardata in faccia.
Non ho avuto paura della morte nemmeno quando era davanti a me, a un centimetro dal mio corpo, che mi accoglieva fra le sue calde braccia.
Non ho avuto paura nemmeno quando ho sentito il freddo di quella pallottola oltrepassarmi il grembo, dove si stava formando una nuova vita, quella di mia figlia. Mi ero portata la mano alla pancia, vedendo il mio vestito bianco sporcarsi in pochi secondi di un rosso acceso, segno che mi fece capire che stessi sanguinando.
Mi guardai intorno, sentendo l'aria iniziare a mancarmi e le gambe cedere; non ebbi nemmeno il tempo di accorgermi che ero per terra, sdraiata sul freddo pavimento di quel ristorante.
I miei muscoli stavano iniziando a rilassarsi, mentre i miei occhi iniziavano a chiudersi sempre di più.
Sentivo le voci dei miei amici lontane da me, seppur loro fossero a pochi centimetri di distanza.
Sentivo la voce di Aziz, che mi pregava di restare sveglia, con la voce rotta dal pianto.Avevo capito che mia figlia era morta, stavo perdendo troppo sangue, non c'è l'avrebbe mai fatta.
Jasmine, era questo il nome che avevamo scelto, o meglio, Aziz me lo aveva proposto a me è piaciuto.
"Jasmine" in arabo significa "Dono di Dio" , perché lei era il nostro dono.
Era arrivata nel momento più sbagliato di sempre, rendendo la mia vita serena.
Ringraziavo Dio per avermi fatto questo enorme regalo, che a parer mio non merito, ma avevo avuto.
Era un motivo per cambiare vita, iniziare a vivere di nuovo, dopo tutto quello che mi era accaduto.Ma no, la vita mi aveva tolto anche questo, mia figlia.
Sto morendo? Non lo so, non voglio saperlo.
Perché in qualsiasi caso sarei morta ugualmente.Pensai ad Aziz, l'amore della mia vita, l'unico uomo che io abbia mai amato più di me stessa dopo mio padre; è riuscito a farmi abbattere ogni mio insicurezza, paura e paranoie, cucendomi i tagli che portavo sul mio corpo, facendomi sentire la donna più amata al mondo.
Sarò per sempre la sua Jolie, eternamente, qualsiasi cosa accada.
Lo amerò per sempre, anche dopo la morte, anche se non so bene cosa ci sia, ma sono sicura che riuscirò ad amarlo anche fin lì.Pensai ad Anas, il mio migliore amico, una delle ragioni dei miei sorrisi.
Avevo capito da tempo che gli piacevo, anche se lui pensava che non me ne fossi accorta, ma non è mai stato bravo a mentire.
Mi guardava con degli occhi che mi urlavano "Ti amo più di me stesso" , ma non riusciva a dirmelo.
Forse perché sapeva che fossi innamorata di Aziz e non voleva mettersi in mezzo.
Ma rispettavo il suo silenzio e non ho mai aperto l'argomento, in modo da non creare discussioni.
Ma nonostante ciò gli vorrò sempre bene, non potrei mai allontanarmi da lui, mai.Pensai a mia madre e mio padre, saranno fieri di me?. Anche se gli ho dato poche cose per cui essere fieri, spero che lo siano, seppur non possano dirmelo.
Pensai a me stessa, della donna che sono diventata.
In 1 anno sono riuscita a maturare così tanto, riuscendo ad allontanarmi dallo spaccio, di cui ero imprigionata da anni.
Ero orgogliosa di me stessa per tutto ciò che avevo fatto, anche delle cose che mi avevano portata in carcere, perché mi avevano fatta crescere e maturare.Non avevo mai avuto paura, mai.
Nemmeno adesso la ho, mentre sono nell'oblio tra la vita e la morte.
Non avevo mai avuto paura forse perché non avevo niente da perdere, fino ad oggi.
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𝗖𝘂𝗼𝗿𝗶 𝗶𝗻𝗰𝗮𝘁𝗲𝗻𝗮𝘁𝗶 ; 𝗞𝗲𝘁𝗮
Hayran KurguMarika è una giovane ragazza di 20 anni, che dopo essere stata in carcere per due anni finalmente tornerà a San Siro, casa sua, dove è nata e cresciuta. Ma una volta tornata, si renderà conto che niente è più come prima: il quartiere, i suoi amici e...