Tornai a casa, sentendo dalla cucina delle risate.
Mi avvicinai piano e vidi mia madre insieme al suo nuovo compagno, se proprio così posso chiamarlo, di cui non ricordo il nome.«Amore, bentornata!.» disse mia madre, vedendomi.
Venne verso di me e mi diede un bacio sul capo, circondando con un braccio le spalle. «Lui è Marco, l'uomo di cui ho parlato.»Feci un sorriso sforzato, salutando con un cenno del capo l'uomo, che a parer mio mi stava guardando un po' troppo.
Sembrava un uomo sulla quarantina, con dei capelli marroni, con occhi d'egual colore.«Si, mi hai parlato molto di lei, Lucrezia.» disse, sorridendo a mia madre, per poi alzarsi. «Non è un problema per te se stasera dormo qui?.»
«Assolutamente no, non sono a casa.» dissi, spostandomi dal corpo di mia madre, dirigendomi in camera mia.
Sbuffai, pensando dove andare a dormire questa sera; non avevo per nulla voglia di sentire mia madre e quel Marco scopare, visto che molto probabilmente finiranno per fare quello.
Mi preparai una canna molto velocemente, per poi uscire da camera mia, dirigendomi verso la porta e uscire.«Cazzo.» dissi, vedendo che stava piovendo, per poi sbuffare sonoramente.
Decisi di andare dall'unica persona che mi avrebbe accolta così alla sprovvista: Aziz.Salii una rampa di scale e mi trovai davanti casa sua, visto che da qualche mese aveva preso casa da solo, per avere la sua privacy, o almeno così diceva lui.
Suonai il campanello, dondolandomi su me stessa, proprio come una bambina.
Dopo qualche minuto sentii la serratura aprirsi, così come la porta.
La figura di Aziz a petto nudo si palesò davanti a me, che appena mi vide fece una faccia sorpresa.«A cosa devo questa visita?.» disse, facendomi segno con la mano d'entrare in casa.
«Scusa per il poco preavviso, ma l'ultima preda di mia madre è in casa e preferirei non sentire loro scopare.» dissi, entrando in casa e buttandomi sul divano, posando le mie mani sul volto. «Ti dispiace se dormo qui?.»
«Per nulla, anzi.» disse, chiudendo la porta a chiave.
«C'è la fumiamo insieme?.» gli chiesi, mostrandogli la canna che avevo fra le mani, sorrise e mi fece segno di seguirlo.
Mi alzai dal divano e lo seguii in balcone, dove c'era un piccolo tavolo, con sopra un posacenere e con due sedie a entrambi i lati.
Presi posto e accesi la canna, mentre sentivo lo sguardo di Aziz su di me.«Questo è l'unico momento da quando sei tornata che passiamo da soli, senza scannarci.» disse, ridendo leggermente, influenzando anche a me.
«Come stai, davvero?.»«Bene, perché me lo chiedi?.» chiesi, passando la canna ad Aziz.
«Fingi a me, che ti conosco bene?.» chiese, avvicinandosi con la sedia a me. «I tuoi occhi parlano, i tuoi occhi non stanno bene.»
Lo guardai soltanto, per poi passare lo sguardo al cielo, incapace di trovare le parole per spiegare ciò che avevo dentro.
Volevo urlare, gridare tutti i miei incubi e le paure ad Aziz, la persona di cui mi fidavo di più al mondo.Ma non avevo le parole, solo lacrime, solo dolore.
Una lacrima solitaria solcò il mio volto, che Aziz mi asciugò con il pollice.
«Vieni qui.» disse soltanto, circondandomi con un braccio le spalle e farmi appoggiare la testa sulla sua spalla. Delle lacrime bagnarono il suo petto, ma ciò credo non gli dava fastidio, visto che non disse nulla.
«È una cosa più grande di me, non so spiegartelo, non lo capiresti.» sussurrai, dopo qualche minuto di silenzio.
«Va bene, quando sarai pronta a parlare io sono qui, sempre.» disse, prendendo il mio volto fra la sue mani, mentre io annuii semplicemente.
Mi ripassò la canna e la fumammo in religioso in silenzio, ognuno con i propri pensieri.«Vuoi dormire?.» mi chiese, una volta rientrati in casa, chiudendo il balcone.
«Si, oggi è stata una giornata abbastanza stancante.» dissi, sbadigliando.
Aziz rise e mi fece un cenno col capo, in segno di seguirlo.
Aprii una porta, di quella che penso fosse camera sua.«Questa è la mia stanza, tu dormi qui e io sul divano.» disse, passandosi una mano dietro la nuca.
«Che c'è? Da quando hai imbarazzo a dormire con me?.» chiesi, ridendo leggermente, sapendo benissimo che volesse chiedermelo ma era troppo imbarazzato per farlo.
«Stupida, non pensavo tu volessi, ma se ti fa piacere resto volentieri.» disse, buttandosi letteralmente sul letto.
Risi, per poi stendermi anch'io sul letto, girandomi verso di lui.
Mi circondò con le braccia i fianchi, mentre io posai la testa sul suo petto, dove potevo sentire il suo cuore battere molto velocemente.«Buonanotte jolie.» disse, posandomi un bacio sul capo.
«Buonanotte Mon amour.» dissi, addormentandomi poco dopo, per la prima volta dopo 2 anni senza incubi.
Ma posso giurare, di aver sentito il mio cuore battere fin troppo velocemente, in ogni momento che sono con Aziz, solo con lui.
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𝗖𝘂𝗼𝗿𝗶 𝗶𝗻𝗰𝗮𝘁𝗲𝗻𝗮𝘁𝗶 ; 𝗞𝗲𝘁𝗮
FanfictionMarika è una giovane ragazza di 20 anni, che dopo essere stata in carcere per due anni finalmente tornerà a San Siro, casa sua, dove è nata e cresciuta. Ma una volta tornata, si renderà conto che niente è più come prima: il quartiere, i suoi amici e...