29. «Lieto fine.»

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3 anni dopo

Ritirai i vestiti, che erano appesi sullo stendino fuori al balcone, visto che con il sole di metà Agosto si asciugavano in poche ore.
Guardai la piazza di San Siro, piena di ragazzi che parlavano e giocavano a calcio, finalmente piena di vita e non di spaccio.
Sorrisi, guardando il solito posto dove stavamo io e i ragazzi, che era occupato da un gruppo di bambini.

Ormai siamo cresciuti, non passavamo più di molto tempo in piazza, visto che loro erano alle prese con la loro carriera musicale e io con quella da stilista.

Rientrai in casa, chiudendo il balcone, posando tutti i vestiti in una cesta, piegandoli e riordinandoli.

«È qui la mia maglia?.» mi chiese Anas, entrando in sala, posandomi un bacio sulla guancia.

«Se intendi quella nera sì, ormai lasci tutta la tua roba da lavare a me.» dissi, porgendogli la maglia che cercava, sorridendogli senza mostrare i denti.

«Scusa se l'ultima volta che ho provato a fare la lavatrice è quasi esplosa.» disse, mentre io soffocai una risata, ricordando bene quel giorno.

«È tornato Marika, lui è tornato.» disse Anas, una semplice frase che mi fece bloccare sul posto.

Seppur non avesse fatto alcun nome, avevo ben capito di chi parlasse, lui, il mio Aziz.
Da 1 anno era finito dentro per spaccio e quest'oggi uscirà.
Da quel giorno in ospedale avevamo deciso di non proferirci più parola, fin quando lui non sarebbe cambiato.
Ma sapevo comunque ogni cosa che facesse, ogni suo successo, ogni suo fallimento, mi tenevo sempre aggiornata su di lui.

«Vuole vederti, me lo ha detto Sami stamattina, sarà qui tra qualche minuto.» disse, mentre io mi alzai.

«Cosa faccio Anas?.» chiesi, nel panico più totale.

«In questi 3 anni è cambiato, per te, è il momento di dargli la seconda possibilità che aspettavate.» disse, sforzando un sorriso, sapevo quanto gli facesse male dire ciò, ma non lo voleva far notare.

Sospirai, buttando sul tavolo la maglia che avevo fra le mani, per poi portarmele entrambe fra i miei capelli mori, non ancora convinta.

«Ei.» disse il mio migliore amico, avvicinandosi a me, prendendo il mio braccio. «Ti accorgerai che è cambiato appena varcherà quella porta, fidati di me petite

Lo guardai soltanto, per poi stringerlo a me in un abbraccio, infilando la testa nell'incavo del suo collo, mentre lui mi dette qualche bacio sul capo.

«Anas sappi che il ritorno di Aziz nella mia vita non cambierà il nostro rapporto, sarà tutto esattamente come 3 anni fa.» dissi, posando entrambe le mani sulle sue spalle, mentre lui rise.

«Lo so, tranquilla.» disse, per poi sentire il suono del campanello, che attirò l'attenzione di entrambi.

Mi sorrise solamente, per poi prendere il suo borsello e dirigersi verso la porta, aprendola e rivelando la figura di Aziz.
Anas lo salutò con un cenno del capo, per poi scomparire dalla mia vista, mentre Aziz entrò in casa.

Era molto dimagrito, sul suo volto erano cresciuti dei baffi, mentre la barba no.
Era vestito con una maglia bianca, e con una tuta azzurra, lo stesso stile di 3 anni fa.

«Ciao Aziz.» dissi, una volta che fu a pochi metri da me, accorgendomi che era molto cresciuto anche d'altezza.

«Ciao Jolie.» disse, portandosi le mani all'interno delle tasche, guardandosi intorno, come se fosse la prima volta che entrava in casa mia. «Credo che sia arrivato il momento di quella famosa discussione che stiamo preparando da 3 anni.»

«Sono felice, siediti.» dissi, sedendomi su una sedia, mentre lui prese posto al mio fianco.

«Sono stati 3 anni difficili, non lo nego, davvero molto difficili. Far finta di non conoscerci è stato peggiore di qualsiasi sofferenza al mondo, ma è stato necessario, lo sai. Sono uscito da tutta la merda in cui ero rifinito, finendo anche di nuovo in carcere, ma non mi importa, è stato solamente per ritornare da te.» disse, muovendo le mani in modo frenetico, come il suo solito fare.

«Mi sei mancato Aziz, davvero tanto.» dissi.

«Anche tu Jolie, non sai nemmeno quanto. Avevo paura che non volessi più sapere nulla di me, era la cosa che mi terrorizzava di più al mondo.» confessò.

«In questi anni, ho sempre saputo tutto di te, non avrei mai potuto non interessarmi a te Aziz, non devi nemmeno pensarlo.» dissi, portando una mano sulla sua guancia, accarezzandola.

«I nostri cuori sono incatenati l'uno con l'altro, ricordi?.» mi chiese, a pochi centimetri dal mio volto.

«Non potrei mai dimenticarlo.» dissi, per poi far combaciare le mie labbra con le sue, dopo 3 anni.

Un bacio che faceva trasparire tutta la nostra mancanza l'uno dell'altro, tutti i sentimenti che sono rimasti vivi e tutta la voglia di stare insieme.
Portò una mano fra i miei capelli, temendo che potessi staccarmi. Io portai entrambe le mani dietro la sua nuca, volendolo tenere vicino a me il più possibile.

Non sapevo bene cosa teneva in serbo il futuro per noi, ma l'unica cosa che sapevo, niente e nessuno avrebbe mai potuto dividere due cuori incatenati.

*Anche questa storia è giunta al termine :(
Spero, come sempre, che vi sia piaciuta!
Sul mio profilo è già uscita una nuova storia su Sacky, se avete voglia passate a leggerla, mi farebbe molto piacere!.
Grazie di tutto il supporto, come sempre! 🤍
-Marika.

𝗖𝘂𝗼𝗿𝗶 𝗶𝗻𝗰𝗮𝘁𝗲𝗻𝗮𝘁𝗶 ; 𝗞𝗲𝘁𝗮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora