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La mia testa non riusciva a pensare ad altro se non "Alessandra Celentano ti vuole nella sua squadra".

Era stato sicuramente un colpo per me, attuale ballerina di hip hop ed ex ballerina di danza classica, venire a conoscenza di una cosa del genere.

La danza classica era sempre stata la mia vita, fin da bambina, solo mio padre aveva davvero creduto in me in quanto ballerina di hip hop. Fino a quel momento.

Avevo incontrato un'altra persona che credeva in me esattamente come lo faceva mio padre, e lo stavo guardando in quel momento, mentre parlava con Mattia e rideva, felice, dopo la fine dell'ennesima puntata.

Eravamo ormai nel pieno della corsa al serale e sapere che davanti a me si era aperta un'altra strada, mi aveva mandato in crisi completa.

Dovevo avere un confronto con Veronica, subito.

"A che pensi?" 

Lda interruppe il filo dei miei pensieri, ed io alzai lo sguardo verso di lui.

Ero in giardino a fumare una sigaretta, nel pieno del panico.

"Alla maestra Celentano" ammisi.

Luca non nascose una risatina.

"Profondo, come pensiero"

"E dai, non fare lo stupido"

Fece ridere anche me, come sempre, d'altronde. Luca sarebbe riuscito a resuscitarmi anche dalla morte, se solo avesse voluto.

Da lontano vidi Christian guardarci, di sbieco. Non ci diedi troppo peso e mi alzai dal divanetto,   decisa a dirigermi nella mia camera.

Una bella dormita avrebbe aiutato il mio stato d'animo, dovevo risollevarmi, o al serale non ci sarei arrivata neanche con l'immaginazione.

Luca mi lanciò un bacio volante, ed io sorrisi, inevitabilmente.

Guardai Alex e Sissi che chiacchieravano al tavolo della cucina; il mio amico mi guardò interrogativo, come a chiedermi se qualcosa non andasse, ma io scossi semplicemente la testa: non volevo parlarne con nessuno, volevo solo rifugiarmi sotto le coperte e non pensare più a nulla.

Iniziai a sentire una strana sensazione al petto, che mi ricordò qualcosa che non sentivo da tempo, qualcosa che non avrei mai più voluto provare. Una cosa che non auguri al tuo peggior nemico.

Entrai in camera e notai che Serena e Carola non erano ancora nei loro letti, nonostante l'orario. Mi imposi calma, ero sempre stata capace di auto controllarmi ed era da troppo tempo che non mi capitava. Non potevo permettermi di farlo succedere in quel momento, non lì.

Bevvi un sorso d'acqua e provai a sdraiarmi, ma peggiorai la situazione perché iniziò a mancarmi il respiro ed allora lo riconobbi sul serio e dovetti arrendermi.

Mi stava venendo un attacco di panico.

Ne avevo sofferto da bambina, quando ero ancora una ballerina di danza classica, e poi erano passati, una volta iniziato con l'hip hop. Erano tornati solo quando mio padre si era ammalato, e scomparsi una volta ripresa in mano la mia vita e la danza.

La mia testa non riusciva a non pensare che quell'attacco di panico fosse collegato anche al solo pensiero di ricominciare con la danza classica, che nonostante fosse il mio primo amore, non riusciva che a regalarmi emozioni negative.

Sapevo di avere bisogno di un'unica persona, e con il cuore a mille corsi a cercarlo. Come un segno del destino, gli caddi quasi addosso, scontrandomi con lui nel corridoio. 

Incrociai il suo sguardo e mi fiondai a capofitto tra le sue braccia, che incerte mi accolsero, prese alla sprovvista.

"Bianca..."

Indelebile ~  CHRISTIAN/LDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora