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"Uffa, Albe, questo non era il mio turno di lavare i piatti!" urlai, sistemandone uno sul lavello.

"Ti devo un turno, White, ti adoro!" urlò lui, di rimando.

Mi girai verso di lui e lo vidi mentre insieme a Serena andavano verso il giardino sul retro, quello accanto alla sua camera. Assottigliai gli occhi, assumendo un'espressione pensierosa.

"Sherlock – sentii la voce di Mattia – dai qua, ti aiuto io"

"Sherlock?" chiesi confusa, mentre gli passavo un piatto.

Lui si strinse nelle spalle, aiutandomi a lavare gli ultimi piatti rimasti.

"Avevi l'espressione di una che stava tentando di risolvere un caso di omicidio"

"Serena ad Albe – gli dissi subito – non me la raccontano giusta"

"Sembra Uomini e Donne" disse lui, asciugando una pentola.

Io ridacchiai, passando la spugna sul lavandino.

"Che ridi, tu? - domandò però lui retoricamente e sorridendo maliziosamente – hai anche i corteggiatori"

Strabuzzai gli occhi e gli lanciai la spugna ancora carica di schiuma.

"Biancaneve, non è stato molto principesco questo tuo gesto" mi riprese, chinandosi a raccogliere la spugna.

"Così impari"

Feci per raggiungere camera mia, ma Mattia si lamentò.

"E qua pulisco io?"

Alzai semplicemente un pollice in aria, senza neanche voltarmi e lo sentii sbuffare. Ridacchiai, raggiungendo finalmente la mia camera per recuperare il mio iPod. Volevo andare a sentire le musiche per le mie coreografie in giardino, ma quando passai per il salotto e vidi Luca sul divano, concentrato a scrivere qualcosa su un quaderno, mi venne voglia di raggiungerlo.

"Che scrivi?"

La mia voce gli fece subito alzare gli occhi dal quaderno, e quando posò lo sguardo su di me, mi sorrise lievemente.

"Bozze" rispose, semplicemente.

Luca era sempre più bello, indossava una semplice tuta ed aveva lo sguardo assonnato, ma i suoi occhi ed il suo sorriso per me erano semplicemente da togliere il fiato.

"Di una canzone?"

Annuì, ed io mi misi affianco a lui sul divano.

"Posso vedere?"

"No – chiuse di scatto il quaderno – forse quando sarà completa"

Sbuffai, incrociando le gambe sul divano ed infilandomi una cuffietta nell'orecchio.

"Almeno come si chiama me lo puoi dire?" chiesi, guardandolo di sbieco.

"Ancora non lo so" sospirò, cingendomi le spalle con un braccio.

"Mmm – finsi di pensarci su – "Ancora non lo so", mi piace, molto enigmatico"

Lui rise, abbracciandomi un po' di più.

"Che stupida"

"Preferivo ancora non lo so, se devo essere sincera"

"White – disse, guardandomi male – sei in vena di battute, oggi?"

"Tu no?" chiesi, notandolo un po' spento.

"Ho un po' nostalgia di casa – mi confidò, stringendosi nelle spalle – ma niente di che, passerà"

Indelebile ~  CHRISTIAN/LDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora