Oggi
Susanna – Qualche mese dopo
La nostra nuova vita procede magnificamente. Tommaso si è perfettamente calato nel suo ruolo di padre e Eddie in quello di figlio.
Il nuovo lavoro di Tommaso, pur non dandogli le stesse soddisfazioni di quello precedente, lo appaga tanto da renderlo nuovamente felice di essere d'aiuto a qualcuno anche se in un altro modo.
Mauro non si è più fatto vedere, gli ultimi contatti avuti con lui sono stati prevalentemente telefonici, semplici messaggi audio legati soprattutto all'amministrazione casalinga o alla vaccinazione del gatto, nulla di personale insomma.
Noi nel frattempo eravamo riusciti a raccontare la verità a Eddie, ora sapeva che Tommaso era il suo vero papà.
Tutto era stato molto più semplice di quanto avevamo previsto. Avevamo colto la palla al balzo lanciataci da un compagno di scuola materna di Edoardo che ci aveva invitato alla sua festa di compleanno.
C'eravamo presentati alla festa tenendo nostro figlio per mano, leggermente impacciati poiché non tutti conoscevano la nostra storia quando, la mamma di Christian, così si chiamava l'amichetto di Edoardo si era avvicinata presentandoci il suo attuale marito e il papà di Christian. Quest'ultimo dialogava felice con uno e poi con l'altro come se nulla fosse ed anche da parte loro non c'era nessun attrito nell'interagire con il bambino che, ovviamente amavano entrambi.
Questa festa ci aveva dato la possibilità di spiegare a Edoardo che ci potevano essere un milione di motivi per cui il vero papà di un bimbo non vivesse con loro e che con la mamma vivesse un altro uomo, ma questo non significava che lo amasse di meno. Questo secondo uomo era come un papà pur non essendolo realmente perché comunque voleva molto bene sia alla mamma sia al figlio.
Arrivammo così a spiegargli che Mauro mi era stato molto vicino alla sua nascita poiché Tommaso che era il suo vero papà non poteva essere presente perché aveva avuto un brutto incidente al lavoro (non entrammo dei dettagli, troppo tristi per un bimbo così piccolo) e che per un periodo aveva sostituito il suo vero papà che pur amandolo immensamente non poteva essere presente.
Con la semplicità che contraddistingue ogni bimbo, Edoardo aveva così commentato: "Allora adesso ho anch'io due papà come Christian!" "Allora resterai con me per sempre!"
A queste parole non potemmo fare altro che abbracciarlo commossi da tanta semplicità.
Mentre sono intenta a riflettere su quanto fosse migliorata la nostra vita negli ultimi mesi, mi ritrovo immersa nel traffico caotico delle 17.00. Sto raggiungendo l'asilo di Eddie in preda al panico, sono in ritardo e non mi piace, non voglio che debba passare del tempo con il personale ausiliario per una mia mancanza.
Parcheggio velocemente, scendo dall'auto e arrivo trafelata davanti alla porta dell'asilo ormai deserto, mi sporgo per sbirciare all'interno ma di Edoardo nemmeno l'ombra.
Visibilmente preoccupata, mi avvicino a una persona che identifico come la supplente, una giovane maestra che ha recentemente sostituito la precedente a casa in maternità. Le chiedo gentilmente se può dirmi dove si trovi Edoardo e, lei, con il migliore dei sorrisi, mi dice che è "andato via" con il suo papà.
Un brivido percorre la mia schiena. Penso a un equivoco, "Tommaso oggi mi aveva detto di avere una riunione in ufficio e di non poter venire a prendere Eddie, forse ha finito prima e si è dimenticato di avvisarmi". Dico a voce alta alla maestra, non tanto per giustificarmi quando per convincere me stessa.
Chiamo velocemente Tommaso che, fortunatamente risponde al primo squillo.
"Amore ciao, che c'è"? "Sono in riunione puoi richiamarmi più tardi?"
"Eddie è con te?" – chiedo senza nemmeno ascoltare quello che mi ha appena detto.
"Certo che no! "Dovevi passare tu a prenderlo, è successo qualcosa?"
"Sono davanti alla scuola, Eddie non c'è e la maestra mi ha appena detto che è tornato a casa con il suo papà."
"Tommaso, ho paura, ho una brutta sensazione". – dissi non riuscendo a trattenere le lacrime.
"Arrivo subito" – rispose senza chiedere nessun'altra spiegazione.
Qualche ora più tardi le sedie di plastica del comando di polizia locale ci accoglievano in attesa di notizie che tardavano ad arrivare, come unica compagnia il rumore della macchina del caffè che lavorava senza sosta.
Edoardo sembrava essere sparito nel nulla. Dopo averlo prelevato all'uscita della scuola Mauro, aveva fatto perdere le loro tracce.
La polizia era intenzionata a vagliare anche altre ipotesi ma noi, sicuri sin dal primo istante che di lui si trattasse, sporgemmo denuncia nei suoi confronti per sottrazione di minore.
L'attesa nei corridoi del comando si protrasse fino a notte fonda, la polizia, vista la tenera età dello scomparso, aveva setacciato ogni stazione ferroviaria e ogni aeroporto, aveva fatto tutto quanto possibile per il momento ma ora ci consigliava di tornare a casa. Era inutile il nostro rimanere lì con loro, anzi, se si fosse trattato di un rapimento, sarebbe stato meglio tornare a casa nell'eventualità in cui i rapitori avessero dovuto chiamare per chiedere il riscatto.
Scartammo subito quell'ipotesi. Non eravamo una famiglia ricca, vivevamo del nostro lavoro, non ci facevamo mancare nulla vero, ma niente che potesse indurre qualche malintenzionato a pensare di poterci estorcere del denaro rapendo nostro figlio.
Tornammo a casa alle prime luci dell'alba, che per la prima volta non apprezzammo, anche se eravamo insieme. Nel nostro cuore era scesa la notte più buia.
La nostra unica ragione di vita era Edoardo e non eravamo riusciti a proteggerlo.

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Una nuova alba
أدب نسائيUna storia d'amore e d'amicizia destinata a trovare tanti ostacoli